lunedì 8 gennaio 2018

LA CANTINA BORBONICA IL COMMISSARIO AGNESE,IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO, GIGIA CANNIZZO ED ANCHE NOI.

Mi è capitato di leggere uno dei tantissimi commenti alla decisione - dopo la pubblicazione di un atto deliberativo del Commissario straordinario di Partinico che attualmente ha i poteri sia del Sindaco che della Giunta comunale( ma è poi certo che la decisione sia stata assunta per volere del Commissario?) - con la quale si stabilisce ,in sintesi, la chiusura della Cantina Borbonica, e di cui alla fine diro’.Seconda tale provvedimento la Cantina non sarà giornalmente aperta al pubblico,cosi’ come dalla sua inaugurazione, a meno che non ci siano prenotazioni (sic!) per cui all’occasione qualcuno si premurera’ di aprire le porte e cancelli del bene agli avventori-visitatori-paganti e chiuderle in attesa di clienti successivi .Ma sulla questione ,che è abbastanza seria ,non vorrei scivolare ancor di piu’ nel’ironia considerato che si tratta di cosa assai grave che secondo alcuni cittadini poteva accadere solo nella nostra città.E soprattutto perché chi scrive insieme a Masetto e Sandro Aiello, Nino Cinquemani,Nicola La Fata,Nino Lodato, Nino Savarino ,Enzo Di Paola, Giulio Bosco, Giuseppe Casarrubea, Jack Speciale e tanti altri ritennero ,all’inizio degli anni ’70, di costruire lo strumento ,il Gruppo Studi e Ricerche, capace di puntare per decenni i suoi rigorosi fari su quello che era stato nel secolo precedente ricovero di animali e terreno di coltura per violenze e mafia.E quel Gruppo ebbe a contrastare non solo l’ignoranza e la buona fede di tanti ex amministratori,ma gli interessi di altri ex voraci e disonesti ,suggeritori interessati ,che ponevano condizioni improponibili perché quel bene diventasse proprietà collettiva.In sintesi facevano sapere : si cede al Comune la Cantina a condizione che l’area circostante a monte fino alla 186 venga destinata ad edificabilità .Quel progetto’ naufrago’ perché pezzi della maggioranza e l’opposizione comunista(qualche volta nella cosidetta prima repubblica ,e per un sussulto di dignità, questo accadeva) fecero muro sconfiggendo uno dei classici della speculazione sui suoli ritenendo inconcepibile che quel bene , col tempo, venisse inglobato all’interno di un contenitore volgare di milioni di metri cubi di cemento.Poi la città ebbe la fortuna di trovare un sindaco illuminato,onesta e rigorosa figlia della borghesia partinicese , Gigia Cannizzo, che riusci’ ad acquisirla al patrimonio pubblico mentre con un finanziamento di oltre 5 milioni di euro ottenuto nel 2002 durante la Giunta successiva per l’interessamento di un ex assessore comunale,Toto’ Chimenti,il bene divenne quel che oggi é.Ma oggi la citta’,quella migliore,si trova ancora davanti ad un grave ostacolo : un atto deliberativo che va respinto cosi’ come abbiamo respinto il tentativo della prima amministrazione Lo Biundo quando si pensava di snaturarlo,plebeizzandolo.
Dunque,dicevo all’inizio, di uno dei tantissimi commenti che ho letto su fb su questa vicenda.Il cittadino scrivente ,in sintesi, intendeva sostenere come il dramma della città che oggi viviamo per il suo decadimento, fosse “da attribuire agli amministratori di questi ultimo 40 anni”. Io non conosco questa persona, non so se vive o ha vissuto in citta’, come e quando, cosa abbia fatto, di cosa si sia occupato.Ma per dargli ,come si suole dire, ampia informazione ed anche soddisfazione , se è in buona fede, iniziero' a pubblicare da domani,ad esempio, la terza parte di un lavoro che si puo' trovare sul sito del PRC di Partinico pubblicato alla fine del 2007 e che aveva quale significativo ed attuale titolo :
LA MACCHINA BUROCRATICA DEL COMUNE DI PARTINICO (terza parte).500 DIPENDENTI ED IL COMUNE DI PARTINICO NON FUNZIONA. PERCHE’? 
Per continuare ,poi, con quel che ebbe a realizzare quella Giunta comunale di cui il mio Partito fu parte.Cosi', tanto per dovere d'informazione e sopratutto per stabilire la verita' storica e l'inizio, quello VERO, del decadimento della nostra civiltà locale 
Nella foto di Masetto Aiello ,la Cantina Borbonica come l'ha conosciuta la mia generazione.

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