sabato 28 maggio 2016

I COMUNISTI,IL BALILLA JONNI E DONNANTONINA


Il 24 maggio recente il giovane ed effervescente assessore Pantaleo, coadiuvato da tre consiglieri che lo hanno quale riferimento (non ho mai compreso cosa significhi “assessore di riferimento” anche se maliziosamente posso intuire) Prussiano, De Luca e Tranchina, inviavano alla stampa un comunicato che secondo le loro intenzioni avrebbe dovuto smentire quanto dal gruppo consiliare Cambiamo Partinico oggi, da Rifondazione Comunista da qualche ventennio e dal PCI dal 1984, hanno sempre sostenuto: la Bertolino è un’industriale che ha sempre fatto i suoi affari infestando di puzza la nostra aria, violentando il mare di S. Cataldo, compromettendo le falde acquifere. E lo ha fatto quasi sempre col silenzio (se non con la condivisione) di amministratori inquinati e compromessi partendo da tanti della prima repubblica per arrivare ai tanti dei nostri giorni.
Ai quattro firmatari dell’Ave Maria ribadiamo perché non ci siano equivoci, che tutta l’operazione "finta-delocalizzazione" col crisma del fumoso protocollo tra le parti altro non è se non un processo che dovrebbe portare:
1) alla dismissione della distilleria che non produce più profitti (obiettivo primario di ogni buon industriale);
2) riqualificare l’area lasciata libera (cioè un processo di valorizzazione e riuso di 70 mila metri quadri circa per finalità urbanistiche civili);
3) la costruzione a Bosco Falconeria di una nuova, notevole industria che dovrebbe lavorare le biomasse cioè materiali per produrre energia e ricostruire a favore dell’industriale il ciclo interrotto dei profitti.

Un'industria di tale consistenti dimensioni (richiesta di 30 litri secondo di acqua dell'invaso) ha bisogno per funzionare di una quantità enorme di materia prima. Quale? Noi qualche dubbio l’abbiamo sempre manifestato.
D’altronde conosciamo bene i quattro firmatari e gli altri di contorno, i loro interessi, gli scopi per cui esistono. Tanto per citare: sì alla Policentro, vendita di beni comunali, concessioni edilizie, trasferimento di beni pubblici a privati, privatizzazione dei servizi essenziali come l’acqua ed i rifiuti, assunzioni clientelari. Ed altro ancora.
Detto questo sono, però, PERSONALMENTE interessato a quanto hanno avuto l'ardire di scrivere: “Ricordiamo alla cittadinanza che la richiesta di condanna al risarcimento di 2 milioni di euro alla città (si fa riferimento alla distilleria n.d.r.) nasce da un procedimento attivato in sede civile dall’Amministrazione Lo Biundo e non dal Partito di Rifondazione Comunista che non perde occasione per pavoneggiarsi di meriti che non ha”.
E allora vediamo, una volta per tutte, non i fatti dichiarati che trovano il tempo che trovano, ma I DOCUMENTI che sono assolutamente inoppugnabili ed incontestabili che pubblichiamo.
Si tratta della delibera n. 68 del 19 marzo 1999 (dunque quel giorno anche con la paterna assistenza di San Giuseppe) e con oggetto: "PROPOSIZIONE AZIONE DI RISARCIMENTO NEI CONFRONTI DELLA DISTILLERIA BERTOLINO S.P.A. PER DANNI DERIVANTI DA INQUINAMENTO AMBIENTALE”. 
Quella Giunta, come è possibile leggere, era presieduta dall’assessore anziano SALVATORE COSTANZO (detto Toti). E cosa si scrive a pagina 2?

“...Considerato che la Corte Suprema di Cassazione alla pubblica udienza del dl 9.2.1999 ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Palermo con ciò decidendo definitivamente sulla responsabilità penale della predetta Bertolino Antonina [...]
Che i fatti dolosi commessi dalla signora nella sua qualità di legale rappresentante della Distilleria Bertolino s.p.a. SONO STATI ORMAI ACCERTATI DA SENTENZA PENALE DI CONDANNA IRREVOCABILE con efficacia di giudicato [...]
Che i fatti dolosi commessi dalla distilleria Bertolino hanno compromesso l’ambiente ed il territorio del Comune di Partinico nel suo equilibrio ecologico e biologico degradandolo […]
Ritenuto pertanto necessario proporre L’AZIONE DI RISARCIMENTO nei confronti della Distilleria Bertolino s.p.a per inquinamento ambientale AL FINE DI TUTELARE GLI INTERESSI […]

PROPONE ALLA GIUNTA MUNICIPALE :
1) L’azione di risarcimento danni derivanti da inquinamento ambientale [...]
2) Incaricare della rappresentanza e difesa processuale [...] nell’instaurando giudizio, L’AVV. ARMANDO SORRENTINO, libero professionista con studio in Palermo [...]”

Ovviamente da quel procedimento si è arrivati (i tempi della giustizia sono purtroppo lunghi) all’obbligo per l’industriale del pagamento di quanto dovuto quale risarcimento alla città.
MA SENZA QUELL'ESSENZIALE PROVVEDIMENTO NON CI SAREBBE STATO ALCUN RISARCIMENTO!
P.S.: C’E' UNA SOLA COSA CHE CONDIVIDO, FRA TUTTE LE SCIOCCHEZZE SCRITTE DA PANTALEO E FIRMATE ANCHE DA TRANCHINA, PRUSSIANO E DE LUCA, e cioè che il Partito della Rifondazione Comunista (e se permettete anche il sottoscritto e i suoi colleghi assessori) si possono ben PAVONEGGIARE della delibera n. 68 del 19 marzo 1999 e a firma di COSTANZO SALVATORE che presiedeva la Giunta e dagli Assessori LA FATA MARCO, TRANCHINA FRANCA, FERMO GIUSEPPE (inteso Franco) E VARVARO GIUSEPPE che porterà, prima o poi, nelle casse del Comune i 2 milioni di euro. 
Per la cronaca la Segretaria Generale che sovraintendeva a quella seduta di Giunta era la dottoressa SERAFINA BUARNE’, oggi Segretaria Generale del Comune di Roma. Che, con tutto rispetto per i segretari di Lo Biundo, è quanto dire.

Toti Costanzo


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