mercoledì 4 dicembre 2013

IL TRUCCHISTA. COME MI FOTTO IL GETTONE DI PRESENZA E NON VADO A LAVORARE



Leggo l’articolo di Michele Giuliano e mi assale una rabbia incontenibile .Come se il tempo ,da allora, non fosse trascorso . Da allora, quando? Da quando nel 2003 il nostro Partito con Ottavio Puleo ,consigliere comunale comunista, ebbe a combattere  quella battaglia di dignità e di civiltà.Il sindaco, all’epoca, era Giuseppe Giordano. Lo Biundo  da poco eletto consigliere gli teneva il sacco posteggiando spesso e volentieri dietro la porte dell’Assessore Filippo Aiello che Giovanni Guerra defini’ con accompagnamento di relativa vignetta il “pigliaboffe” proprio per la suo grande spirito di sacrificio nel caricarsi non solo delle sue ma anche delle responsabilità del sindaco .Ovviamente Filippo era l’Assessore ai lavori pubblici ,il che la dice lunga sulle ragioni del posteggiare . Insieme , e con loro anche Giovanni Pantaleo, erano stati eletti nella lista di un certo Ciccio Nicolosi saltatore provetto e di altissimo livello Abbiamo visto ,in seguito, quanti salti da un Partito all’altro , da un gruppo all’altro senza soluzione di continuità hanno totalizzato i suoi allievi . Dunque trasferiamo con forza nel Consiglio comunale una forte battaglia di moralizzazione. Cosa era accaduto? Alcuni consiglieri eletti nelle tre Commissioni consiliari avevano scoperto come fosse possibile frodare il Comune e dunque la nostra collettività e le sue modeste risorse facendo finta di partecipare ai lavori che devono servire non solo per conoscere i problemi della città ma per proporne le soluzioni . Ovviamente non tutti i consiglieri ,e neppure tutti quelli della maggioranza che sostenevano Giordano, agivano senza decoro. Alcuni di loro invece si e per di più avevano scoperto che convocare GIORNALMENTE  le Commissioni faceva raggiungere loro due ben precisi obiettivi: non andare a lavorare con l’aggravante che il Comune doveva rimborsare gli enti pubblici o anche privati da cui costoro dipendevano oltre che percepire il gettone di presenza. Il trucco era abbastanza semplice: c’è un funzionario del Comune che svolge il ruolo di segretario della Commissione e c’è anche un Presidente della stessa, ovviamente appartenente alla maggioranza viceversa l’imbroglio non sempre ha possibilità di funzionare , che per spirito servile ,si prestano.Ovviamente anche tra i segretari vi sono le eccezioni  nel senso che non tutti e non sempre si prestano . Dunque il trucchista arriva in sede, appone la sua firma su di un registro che raccoglie le presenze e se ne va. In tal modo ,e senza colpo ferire ,si fotte il gettone della cosiddetta “presenza” che presenza ovviamente non è , non va a lavorare e va  farsi i cavoli suoi. Bello, bellissimo ma alla faccia dei contribuenti. Con Ottavio solleviamo la questione rendendola pubblica. Miserabili ,‘nfami e sbirri ri comunisti.Sempre iddi sunnu a fari ‘i sconsaiocu . Ma che cosa gli interessa ? Perché hanno sempre da dire e si mettono sempre di traverso? Vai a spiegare a questi saccunara che i soldi della collettività sono sacri e servono per fare elevare la vita sociale, culturale ,civile, economica e perfino democratica di una città ridotta in macerie. No ,loro vogliono continuare cosi’.E allora cosa fai ?Ti  rivolgi, come è giusto, ad una figura seppur sbiadita,debole,donnabondiesca che ancora esiste all’interno dei Comuni : la figura del  Segretario generale che ,ancora, dovrebbe rappresentare IL GARANTE  della LEGALITA’ per tutti gli atti ed anche i comportamenti di amministratori e consiglieri dimenticando, per un solo momento, d’essere stato “chiamato” a quell’incarico dal sindaco di turno verso il quale non bisogna avere alcun "OBBLIGO"  .E il Segretario che fece? Intervenne,redargui’ i lestofanti ,chiari’, impose, sottolineò la giustezza dell’azione del consigliere comunista e del suo Partito sostenendone le giuste ragioni? Ma quando mai! Il Segretario redargui’, bacchettò non i saccunara ma i comunisti  nascondendo la testa sotto la sabbia come lo struzzo .Ma i comunisti figuriamoci se demordono facilmente .Loro considerano la “politica” ancora una cosa seria, sono convinti che questa debba essere al servizio della collettività e non certo di affaristi, ricattatori, inquinatori e nullafacenti ,in più, hanno pure il pallino di leggere le carte, documentarsi e trovare anche le leggi che regolano la vita civile e democratica di un Comune .E trovano, tra le altre norme e all’interno dello Statuto comunale ,l’articolo 13 che in maniera INDISCUTIBILE  cosi’ recita :”Il Consigliere comunale HA IL DOVERE  di partecipare alle sedute delle commissioni consiliari permanenti  di cui fa parte PER L’INTERA DURATA DEI LAVORI .Qualora, PER IMPROROGABILI MOTIVI ,un consigliere dovesse abbandonare la seduta del consiglio comunale o della commissione di cui fa parte PRIMA CHE I RELATIVI LAVORI SIANO CHIUSI ,ha il dovere di fare inserire in verbale i motivi  di tale abbandono”. Dunque, dissero i comunisti, che le leggi vanno rispettate ,punto e basta .Come si concluse quella battaglia?. Non solo quei questuanti furono costretti a piegarsi (volevano, addirittura, attribuirsi uno stipendio per l’attività di consiglieri comunali ) ma dovettero,obtorto collo , rispettare la legge  nel senso che quanti partecipavano ai lavori ,E SOLO PER QUESTI,  vi é diritto all’obolo .
Sono passati dieci anni da quell’episodio disgustoso. Voi pensate che sia acqua passata? Ma quando mai. Siamo punto e a capo .Perché ancora una volta la “storia” ,ed oggi l’ha egregiamente raccontata il giornalista Giuliano , si è ripetuta come se il tempo si fosse fermato. Davvero, non ci sono parole! Che pena!

Toti Costanzo 

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