mercoledì 20 marzo 2013


Giù le mani da Cala Rossa!


di Redazione (19/3/2013)


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PREMESSA 
CHI CONOSCE CALA ROSSA COMPRENDE LE RAGIONI PER CUI 
DALL'ARTICOLO PUBBLICATO DAL GIORNALE ON-LINE "LINK 
SICILIA" ,CHE NOI CONDIVIDIAMO E PUBBLICHIAMO.ESPLODE
 LA RABBIA DI QUANTI HANNO DA SEMPRE DIFESO I BENI NATURALI 
ED AMBIENTALI  DI TERRASINI .GLI SPECULATORI DI OGGI,
 DOPO GLI AMMINISTRATORE MIOPI DI QUELLA CITTA ' ,CI RIPROVANO 
SEPPUR IN MANIERA SPECULATIVA COSI' COME EBBERO A 
TENTARE CON LA COLLOCAZIONE IN QUEL SITO 
DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE.UNA COSA SCONCIA  ALLA QUALE 
ANCHE NOI CI OPPONIAMO COSI' COME FU IN QUELLA ESTATE
 CHE CI VIDE INSIEME AI CITTADINI DEMOCRATICI DI TERRASINI 
CHE NON INTENDONO RINUNCIARE AL RUOLO DI DIFENSORI DELLA
 STORIA E DEI BENI DI QUELLA COMUNITA' CHE DA ANNI HA SUBITO 
UN FORTE DECLINO ED UNA EMARGINAZIONE CHE LA VEDE DA POLO
 TURISTICO DI GRANDE LIVELLO AD UNA CITTA' CHE ARRANCA E 
VIVE UNA CRISI ANCHE DI IDENTITA'  .

L'ARTICOLO DI LINK SICILIA 

Il piano è semplice e studiato sin nei minimi dettagli: impadronirsi 
di Piazzetta Belvedere, il lungo mare “Peppino Impastato” che si 
affaccia su Cala Rossa. Anzi, per la precisione, accaparrarsi il terreno 
sottostante, fino ad oggi miracolosamente sfuggito alla ‘cementificazione’, 
grazie al vincolo di non edificabilità. Chiedere la concessione 
per 2990 mq, cioè appena dieci in meno dei 3.000 mq. previsti 
dalla legge e chiudere lo spazio per costruire una specie di 
solarium con l’aggiunta di quello che in Sicilia si chiama “gibbiuni”, 
un vascone precostruito di 4 metri per 8 che ricordi vagamente 
una piscina. Quindi metterci un bel posto di ristoro, con vendita 
di bibite e di alimenti e predisporre un posto dove, con un po’
 di musica, far passare le sere estive al fresco ai cercatori di sballi e 
divertimenti.
A denunciare quest’ennesimo
tentativo di massacro del
territorio
 è il sito
http://www.peppino
impastato.com
Dove, nel silenzio
generale, va
in scena un’operazione che,
se dovesse riuscire,rischierebbe di compromettere
l’integrità di uno degli angoli più belli della Sicilia.
Ma vediamo che cosa potrebbe succedere.
L’operazione è semplice: si crea una società tra amici terrasinesi, la
si chiama DUEGGI srl, con un capitale sociale di 10 mila euro e si disegna
il progetto su 2995 mq di terreno, visto che non si può andare oltre i tremila
per ottenere la concessione. La norma prevede che un decimo, cioè
300 mq, potrà essere occupato da strutture di copertura. Ma poi, sai com’è,
se il vento se la porterà via, si potrà sempre ricomporne un’altra più grande,
non se ne accorgerà nessuno, così come nessuno potrà obiettare se, a
margine dell’area che divide l’impianto dalla strada, si metterà una fila di
grosse piante che impedirà ai passanti di curiosare guardando chi c’è dentro,
 Superfluo aggiungere che tutta questa futura ‘creatura’ impedirà alla gente
 comune di guardare il mare: e quindi addio belvedere, addio al panorama
mozzafiato di cala Rossa.
Domanda: a chi è venuta in testa questa bella idea? Una quota del
25% appartiene all’amministratore unico della società e alla moglie.
L’amministratore ha un fratello consigliere comunale recentemente passato,
guarda un po’, dall’opposizione alla maggioranza. Un altro 25% della 
società fa capo alla sorella di un architetto attualmente responsabile 
del Piano di sviluppo economico del territorio- area VI del Comune
 di Terrasini. L’architetto è, inoltre, amministratore unico di una 
cooperativa che gestisce uno stabilimento balneare sulla spiaggia 
Magaggiari di Cinisi.
La terza quota della società è di un giovane con notevole esperienza
nel campo dell’intrattenimento serale e notturno da discoteca. La quarta
quota è di un facoltoso giovane figlio di una famiglia di orefici.
E’ dall’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso che il Piazzale del Millennio
è il belvedere più suggestivo di tutta la fascia costiera che si snoda tra il
golfo di Carini e Balestrate. Si affaccia su un panorama incomparabile
che permette di osservare tutta la fascia costiera che, dall’interno
del Golfo di Castellammare, arriva ad Ustica, e consente inoltre di ammirare
la bellezza dell’insenatura della già citata Cala Rossa, le sue falesie a
strapiombo sul mare, i suoi colori, i suoi tramonti e tutte le sue bellezze
naturalistiche e paesaggistiche.
Un luogo unico, incantevole, classificato, dal 2000, come Sito
di Interesse Comunitario
 (zona SIC).
Un’area che non può
essere sacrificata dalle
speculazioni..
Per non parlare, poi,
dell’importanza che Cala
 Rossa
 riveste dal punto di vista geologico:un vero laboratorio scientifico
a cielo aperto. Nessuno può minacciare l’integrità del sito e
 del suo habitat floro-faunistico. 
A nessuno deve essere permesso di alterare, distruggere o 
comunque mettere le mani su un bene che appartiene, oltre 
che alla comunità di Terrasini, all’umanità.
Attorno al progetto si notano altri nomi, come quello di un geologo,
componente della Commissione tecnica comunale che ha dato
parere positivo alla valutazione di incidenza ambientale del sito, non
preoccupandosi se si tratta di marne friabili, dove hanno già perso la vita,
qualche mese fa, due ragazzi, forse a causa di un crollo del costone su cui
erano seduti.
Parliamo della zona P3 ad elevato rischio di pericolosità. Questo geologo 
adesso è incaricato di curare l’aspetto geologico del Piano regolatore 
di Terrasini. C’è anche un ingegnere che ricopre il ruolo 
di dirigente dell’Urbanistica e che, assieme al geologo e a un tecnico 
forestale, è il firmatario della citata relazione geologica.
La manovra avrebbe dovuto passare dal Consiglio comunale, dove nessuno
sa niente, o forse fingono di non sapere niente. Avrebbe dovuto essere
 subordinata al Piano di utilizzo del Demanio marittimo, che avrebbe
dovuto essere approvato entro il febbraio 2012. La passata amministrazione,
 nel 2008, aveva sottoposto al Consiglio comunale un progetto di
sistemazione e utilizzo delle spiagge e degli accessi a mare, che non è
stato approvato.
Il progetto del Solarium è in bella mostra in un sito Internet, senza avere
ottenuto il parere favorevole della Capitaneria di Porto. Si tratta di
concessione rinnovabile ogni sei anni, approvata dopo il parere tecnico
seguito a un sopralluogo della Guardia di Finanza, dell’architetto citato e
di uno degli azionisti. Tutto pronto per essere realizzato, a meno
 che non intervenga la magistratura a frenare i conflitti d’interesse 
e a fermare l’ennesimo massacro della zona costiera, dopo i divieti 
di balneazione alla Praiola e alla Maidduzza.
Anche
Il Wwf,
interpellato,
ha dato
parere
contrario. Prima che lo scempio sia irrimediabile, com’è successo per
gli alberi della Piazza, è necessario intervenire per fermare il progetto.
L’Associazione intitolata Peppino Impastato (il giovane militante di
sinistra ucciso dai mafiosi nel maggio del 1978) ci sta provando
per via politica e giudiziaria, e invita i cittadini a mobilitarsi: lo scippo
è fatto a loro e ai loro figli.
Su un volantino diffuso dall’Associazione Peppino Impastato si legge:
“Giù le mani da Cala Rrossa
No allo stabilimento balneare sullo strapiombo di Cala Rossa
Sì alla salvaguardia di un Patrimonio Naturalistico
Si annetta alla Riserva Naturale Orientata di Capo Rama 
tutto il SIC di Cala Rossa”.


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