sabato 5 maggio 2012

CASPITA, LO BIUNDO, SEI COMUNISTA E NON LO SAPEVI?




Quando ragazzino ero ospite nella casa della nonna      Agostina per  potere frequentare la scuola media a Partinico, molto spesso mi  soleva dire :” Figghiu meu ‘nta vita  i sordi ‘un sunnu nenti. Chiddu che è ‘mportanti è aviri  surisfazzioni”. Ovviamente all’epoca poco comprendevo del reale significato di quel detto anche se crescendo  cominciavo a rendermi conto che per i poveracci “’a surisfazzioni” è poca cosa mentre quel che conta è avere la pancia piena almeno una volta al giorno. Tuttavia ,col passare degli anni, riflettendo sul senso di quelle parole , mi convincevo sempre più che racimolati almeno un paio di pasti giornalieri per sé e la famiglia, anche le soddisfazioni per una persona potrebbero  essere cosa utile . Dunque la nonna tutti i torti, alla fin fine, non aveva. 
Perché ricordo questo scorcio di quel lontano passato? Lo dirò a breve.
Dunque, ho fatto un calcolo sommario. Nel 1976,quando insieme ad altri compagni ( soprattutto con Salvo Scadurro già  corrispondente de “L’Ora” e prematuramente scomparso ) stampavamo il mensile  “Il Giornale della Valle Jato” che ci costava grandi sacrifici nel senso che scrivevamo i pezzi, raccoglievamo le foto,andavamo in una tipografia a Palermo,correggevamo  le bozze ,lo stampavamo, lo pagavamo e, infine, lo distribuivamo gratuitamente in Piazza Duomo,  il Sindaco Lo Biundo essendo nato nel marzo del 1970, aveva  6 anni . Cioè l’età che gli consentiva di iniziare a frequentare la prima classe della scuola dell’obbligo dove, come tutti gli altri bambini, cominciava a scrivere, leggere e far di conto.Sicuramente sarà stato un buon alunno, un bambino di buone maniere e di saldi principi che ,come quelli anche di altre  epoche, frequentava l’azione cattolica, giocava a calcio e andava al catechismo .Erano già da poco ancora in culla gli assessori Bartolo Parrino e Giovanni Pantaleo mentre si apprestava a nascere l’assessore Governanti.Vito D’Amico ,però, era già un giovanotto ventunenne e ,sicuramente, aveva già dato il suo primo voto(sarei curioso di sapere per chi!Io , ad esempio, votai DC)) , il primo bacio, la prima promessa oltre che  immettersi nel mondo del lavoro per cui aveva ben altro cui pensare , penso, che leggere Il Giornale della Valle Jato. Dunque mentre la mia generazione, soprattutto di comunisti ,si batteva con tutti gli strumenti di cui all’epoca  si disponeva sacrificando tempo, risorse economiche , affetti e spesso anche il lavoro a difesa dei  diritti dei lavoratori, contro i soprusi e le angherie, la corruzione ed il malgoverno( allora come ora) contro il saccheggio delle risorse, delle aree, dei beni monumentali (è proprio in quell’anno che la nuova mafia rampante di Partinico con la collusione del  governo locale abbatteva il palazzo di Piazza Duomo ) vedevamo la luce e iniziava a crescere la nuova generazione di governanti locali.E devo dire che ,tutto sommato, questi giovani sono cresciuti dentro un contenitore sociale che abbiamo costruito ( ciascuno con il suo livello di responsabilità)  e di cui qualche cosa, sicuramente,  avrà pure sedimentato nelle loro coscienze  . Dunque stampavamo e diffondevamo Il Giornale della Valle Jato dentro cui inserivamo le nostre riflessioni, le proposte, le denunce, i rilievi, le speranze.Ed è proprio nel numero di ottobre che insieme a Filippo Grillo rappresentavamo sul Giornale LA RICOSTRUZIONE DEL BORGO DI VALGUARNERA. Lo rappresentavamo cosi’ come era stato edificato fin dal 1600 , con le sue vie , la fontana,la  piazza ,la chiesa, le abitazioni dei contadini e prima che venisse definitivamente abbandonata e devastata e data alle fiamme  durante la ritirata  dei Borboni  inseguiti dai  Mille del generale Garibaldi. E non per il gusto estetico della sua ricostruzione quanto perché pensavamo che quella “città” potesse rappresentare una risorsa , “un modello” per  lo sviluppo di un “turismo culturale” che fosse antitetico a quello costruito a due passi in territorio di Terrasini e a poca distanza dalla splendida baia di S. Cataldo.D’altronde è nel 1979 che presentavamo, in occasione del Festival de L’Unità,anche una proposta per il recupero e valorizzazione di Borgo Parrini E ipotizzavamo la ricostruzione di Valguarnera , dunque,  in antitesi al modello “chiuso” di “Città del mare” cioè un luogo dentro cui il turista iniziava e concludeva al suo interno  la vita di ospite . Un pò quel che accade oggi  con i Centri commerciali ed i Centri commerciali naturali .Scrivevo di Valguarnera quale “Borgo aperto per uscire dall’isolamento” sul modello di Borgo di Dio a Trappeto realizzato da Danilo che ospitava i giovani di ogni parte dell’Europa che intendevano vivere,però,  un’esperienza di vita attraverso la conoscenza dei luoghi,le discussioni, gli incontri ,l’organizzazione dei tempi e dei modi del soggiorno , all’interno delle dimore che furono dei contadini che abitavano in via Serra,Craparo,Randisi Grillo, Ferro, Zafferano . Si trattava di semplice utopia? Di farneticazioni intellettualistiche di due comunisti (uno che si esprimeva attraverso “la politica” e l’altro attraverso la sua ” arte” unificati ,però, gli obiettivi )che guardano al passato con nostalgia e non certo convinti che non bisogna mai tranciare il cordone ombelicale che ci lega alla nostra storia? Sicuramente no. Si trattava di una visione di un mondo possibile dove arte e politica costituiscono un unicum cui fare riferimento per realizzare “SVILUPPO” e se vogliamo un’idea di turismo che si fonda sull’uso dei beni esistenti,recuperati, riadattati, ricostruiti.Dunque un “turismo alternativo” , un turismo possibile, che si fonda su  un insieme di risorse che collegano l’uomo con la sua storia , i suoi beni, le sue tradizioni, valori. Allora aveva ragione nonna Agostina sulla “surisfazzioni megghiu di’ sordi” ? Si, perché, vedete, è proprio vero che si può anche vivere di soddisfazioni . E per uno come me che 36 anni prima aveva ipotizzato, scrivendolo, quel che riporta oggi il Giornale di Sicilia e cioè che  Lo Biundo e D’Amico hanno scoperto “Il borgo seicentesco da recuperare” , ricostruire, utilizzare con finalità sostanzialmente analoghe a quelle già ipotizzate non è una gran bella soddisfazione?Tuttavia un dubbio mi rode.Perché i casi sono tre e cioè. Che i due siano in sintonia telepatica col sottoscritto? E non ci credo. Che i due abbiano letto Il Giornale della Valle Jato dell’ottobre del 1976 . E non mi pare possibile e per diverse ragioni .E infine , e questo, mi sconvolge  che I DUE SIANO DIVENTATI COMUNISTI E DUNQUE PENSANO COME PENSIAMO. NOI. Sono terrorizzato soltanto all’idea  .
P.S. Chi volesse avere contezza di quel che si scriveva del Borgo di Valguarnera nel 1976 può cliccare su “PRC-Partinico “ e alla voce DOCUMENTI troverà  I DOSSIER . E tra questi pubblicato il 19.11.2006 potrà leggere :” La città di Valguarnera :storia, abusi, degrado ,recupero di un bene pubblico” .
Toti Costanzo  .

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