sabato 28 aprile 2012

NO ,NON SE NE VANNO MANCU A' CANNATI



Vediamo di capire cosa può succedere in un Comune “ non normale” Succede che l’amministrazione comunale approva una delibera che approva un Regolamento il quale detta le linee per la utilizzazione di un importante bene culturale. Ad esempio una Cantina monumentale che essendo stata costruita dal re dei Borboni ha ,da sempre, assunto la denominazione di  “Real Cantina Borbonica”.Il  Regolamento in questione essendo stato congegnato da un gruppo di giovani amministratori del tipo “Francia o Spagna  purchè  se magna” ,prevedeva un uso blasfemo ,plateale ed anche plebeo del bene del tipo “Perché non lo affittiamo per matrimoni, battesimi, cresime e sagre dello stigliolo e del polipo? E perché non ne facciamo anche  il luogo di ritrovo per le nostre notti brave piuttosto che salire e scendere da locali collocati su luoghi impervi, anche se discreti, ed ovattati e soprattutto lontani dagli sguardi torvi dei comunisti  ? E perché tutto questo, infine,  non lo diamo in gestione ad alcuni gelatara del luogo che, però, al momento opportuno si sbrazzanu  ‘pi nutri e ‘nni fannu aviri puru  i voti ?” Tutti d’accordo,tutto tranquillo. Bisognava soltanto fare approvare da un’apposita Commissione consiliare, che si pensava addomesticata, il Regolamento che avrebbe dovuto sancire queste altissime e nobilissime volontà e, poi, “rien ne va plus” .Sembrava fatta . Ma il diavolo che fa le pentole qualche volta  dimentica di  fare anche i coperchi per cui non fu difficile agire ad un gruppo nutrito di cittadini nostalgici del passato,che piangono davanti le “pietre” ,che si commuovono davanti ad un capitello,uno stucco del Serpotta , un dipinto anche di anonimo ,un libro,una poesia. Piangono, addirittura, davanti la morte di un albero la cui chioma vide passare sotto di sé uomini e donne, epoche e tradizioni . E se qualcuno (o Rosa ,o Bruno, o Gnaziu o Cicciu) recitano o cantano  “Lamentu pi’ la morti di Turiddu Carnevali” sembrano un fiume in piena, inarrestabile .Cioé ,costoro, sono uomini assolutamente normali che però  hanno il vizio di portare rispetto a quanti avevano saputo costruire il futuro e che,oggi,  nella loro vita di “continuatori” si sono sempre spesi perché quel monumento, insieme ad altri ,potesse  rappresentare “la storia” oltre che la “memoria” di una comunità  verso la quale manifestare sempre rispetto e riverenza . E , costoro,  il 10 di agosto del 2009 piuttosto che andare a farsi i bagni e non rompere le scatole ai giovani “furbilli” manovratori che si sono impossessati saldamente del “comando”( chistu è nostru e ‘nnu ci su’ cazzi chi tennu !) ,che ti  fanno? Si riuniscono , discutono,s’incazzano pure ed, infine, pensano di dare vita ad un Comitato (l’unico strumento di democrazia partecipata che conoscono)  la cui Presidenza viene, giustamente,  affidata ad un’altra strapatita di beni culturali e della storia della città che il comando lo ebbe oltre che la capacità di acquisire quel bene al patrimonio pubblico perché partiva dal presupposto che “la città non è mia ,neppure nostra ma di tutti”. E che ti fanno costoro ?Dopo avere convinto, come si diceva, la Soprintendente ai Beni culturali della Regione che i furbilli stavano congegnando una vera e propria porcheria ,propongono un dignitoso uso del bene che ne potesse mantenere la sua destinazione originaria per la quale ottenne i finanziamenti che diedero il via al suo definitivo e completo recupero. In primis quale  Museo della civiltà contadina e ,in più ,accogliendo le proposte di un luminare della cultura vinicola mondiale, tale professore Giacomo Tachis,ritenne di accoglierne le illuminate indicazioni in quanto quella Cantina si prestava per la realizzazione di una  “Enoteca regionale” entro cui ospitare i produttori vinicoli della nostra regione e consentire ,durante l’arco dell’anno, attraverso tutta una serie di iniziative di costruire attorno al vino  momenti di incontro, scambio, vendita, esaltazione dei prodotti della nostra terra .Uno spazio, seppur modesto ,per dare un poco di respiro alla nostra asfittica economia locale .Restava il problema del “come” gestire tutto quel progetto .E allora proposero di dare vita ad una Fondazione dentro cui mettere insieme il Comune, le Associazioni che operano nel settore dei beni culturali e della vitivinicultura, le banche, i produttori di vino ,l’Istituto della Vite  e del Vino che già ,all’epoca della visita del professore Tachis, aveva dato la sua entusiastica disponibilità. Apriti cielo! Parti l’azione di contrasto e di diffamazione nei confronti del Comitato.Mandarono avanti i killer per dire che  “Costoro  vogliono impossessarsi della Cantina. Ne voglio fare oggetto di speculazione (sic!) .Ma quale Museo,quale Enoteca !.Non sia mai perché li’ noi abbiamo l’intenzione di far transitare vagoni di cassata siciliana, spaghetti al nero di seppia o alle vongole, confetti bianchi, celesti e rossi , birra e salsiccia oltre che ,appunto, stigghiola, purpu vugghiutu, grigliate di carni ri crastu a ‘ccu nni voli’ nnavi.”Parti l’attacco ma s’infranse sulla determinazione del Comitato coadiuvato dalla Soprintendenza regionale ai Beni Culturali ,sulla sensibilizzazione di alcuni consiglieri ,anche della maggioranza ,che manifestarono sensibilità e sopratutto dignità ed in più organizzò un partecipatissimo ed autorevolissimo Convegno durante il quale una fattispecie di Assessore al ramo ,che dà pubblicamente sempre la sua disponibilità a discutere ( lo fece, poi, anche di recente con il Consiglio cittadino che si occupa SERIAMENTE  della vicenda distilleria Bertolino ) pronto però a rifardiarisi nel senso che non convoca nessuno anche  perché non dispone (oggi ancor di più in quanto rimasto solo come Lollò ) di alcuna autorevolezza , autonomia d’azione ,capacità risolutiva . Se deve respirare ha necessità di chiedere l’autorizzazione a chi ,per misericordia , lo mantiene ancora in quel ruolo .Ed é anche obbligato a citare il suo mecenate tutte le volte che qualche misericordioso microfono si ricorda ancora di lui .Sono passati quattro anni da quell’agosto 2009. In una città non normale cosa succede? Succede che appropinquandosi le elezioni per la scelta del nuovo Sindaco,quello che ancora c’è  SCOPRE  che si’, le proposte di quel Comitato mi possono recare vantaggi e dunque posso farle mie .Mi giova sicuramente .E che ti fa il furbillo ? Ti chiama il Comitato e dice :“Cari amici, mi rendo conto che avevate ragione. Sediamoci e discutiamo”.ASSOLUTAMENTE NO ,perché in una città non normale quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio e quello che è vostro è pure mio. Si, siamo proprio nella repubblica dei furbilli  ca’ nun si nni vonnu iri mancu a’ cannati .
Toti Costanzo

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