domenica 9 ottobre 2011

MANENTI,CATALANO,CUFFARO,IACOLINO, CIRIGNOTTA: UNA STORIA TUTTA SICILIANA DELLA SANITA’ AI TEMPI DI CRACOLICI ,LUMIA ,MASSIMO RUSSO E DON RAFFAELE DI GRAMMICHELE



Chi mi  conosce bene ed è , dunque, scevro da pregiudizio  sa che l’ipocrisia non è una qualità che  mi appartiene. Di “difetti” in senso psicologico  ne avrò tanti ma questo certamente no .Ed anche se capita spesso che qualche familiare mi dice con tono di rimprovero ,ed anche dal suo punto di vista  a ragione :”Ma a’ virità  pi’  forza l’ha ‘ddiri o l’ha scriviri ?, tuttavia tiro dritto .Si ,la verità non consce scorciatoie e meno che mai volute omissioni, anche se dire SEMPRE  la verità “non paga” e ti mette contro non solo tanti in perfetta buona fede ma l’esercito infinito degli ipocriti di coloro, cioè, che non manifestano mai il loro vero volto,la natura del loro animo.  Dunque, se si è “comunisti” ,non si può né si deve essere ipocriti. In caso contrario si tratterebbe di altra cosa ,si apparterrebbe a quella lunga schiera anche di persone per bene che tuttavia qualche eccezione ,qualche debolezza durante la loro vita se la possono pur concedere .Si tratterebbe,per loro,  di peccato veniale mentre per un comunista quel peccato sarebbe davvero mortale .Si perderebbe la fiducia di quanti ai comunisti si  affidano per la difesa degli interessi più elementari: il lavoro, i diritti, e tra questi soprattutto la sete di giustizia.Dunque bisogna sempre dire LA VERITA’ e seguire  un itinerario etico che non cambia, né si adatta ai tempi o alle circostanze.  Ma d’altronde che comunisti saremmo se non fossimo “diversi”? E non si tratta di diversità antropologica o dell’essere “comunisti ideologici” cioè di sbandierare prosopopea e retorica identitaria  ma quelli che al “comunismo dal volto umano ” , quelli che come me  ci sono arrivati dopo una lettura della realtà in cui si é vissuti . E ci sono arrivati  “con i loro piedi”  e non certo per necessità ,opportunità o convenienza e meno che mai per tradizioni familiari. Costoro non hanno bisogno di costruire la propria identità e idealità  sulla finzione.E dunque  per essere comunisti non è necessario partire neppure dalle proprie necessità materiali o per tradizione di famiglia .Per cui  se penso al mio percorso umano e di  tradizione familiare dovrei essere ,per come per certi versi sono stato da ragazzo e per comprensibili ragioni ( l’appartenenza alla Chiesa-istituzione, ,l’indottrinamento che è cosa diversa dall’educazione religiosa, )  all’opposto. Se penso poi alla religiosità della famiglia della nonna materna dove per alcuni anni ho vissuto per ragioni di frequenza alla scuola media di Partinico ed erano gli anni dell'adolescenza in cui "si assorbe" tutto ,circondato non solo da una quantità indefinibile di immagini sacre o libri di preghiera che circolavano in via Fornace in quel di Casa Santa (oltre che la ingombrante presenza - in senso religioso- della zia Gabriella Terrasi sorella della nonna,  che fu anche Madre Superiora del Collegio di Maria di piazza Municipio)allora la storia culturale e politica della mia vita avrebbe avuto una sorte ben diversa. Dunque i comunisti anche quelli non ideologici sono “diversi”? Si lo sono per le poche cose che mi sono sforzato di scrivere . Oppure non sono comunisti e ,dunque, sono  altra cosa: sicuramente opportunisti. Mi chiedo : quanti  comunisti-opportunisti ,dal 1970, anno in cui mi iscrissi per la prima volta nel PCI, avrò conosciuto a Partinico, nel circondario e a Palermo? Un esercito di “compagni” scomparsi per ragioni diverse quando ,come nei  casi più vergognosi, non hanno ceduto volontaristicamente “ vendendosi al padrone” : il datore di lavoro,  il capo ufficio, l’uomo politico che gli poteva essere di utilità appunto per una occupazione ,  un avanzamento, una carriera o anche altro. Insieme a tantissimi di questi scomparsi, inghiottiti dal silenzio o dalla coltre dell’opportunismo ,altri hanno avuto l’impudicizia di tradire resistendo alla  vergogna  e sono ancora in servizio effettivo permanente nei ranghi di affossatori, manutengoli del potere, profittatori, vessatori, camaleonti. I nomi? Voglio fare , almeno per una volta ‘u partinicotu e ,dunque,mutu e di' panza .
Perché questa lunga premessa ? Perché  chiunque comprende come la storia ambigua ed equivoca dei tanti cracolici partinicesi ,palermitani e siciliani (o i tanti  Garraffa,Crisafulli, Speziale, Fassino, Veltroni, D’Alema e cosi’ via ) hanno  rappresentato l’elemento che ha contribuito ad affossare anche la nostra terra, ad allontanare dalla “Politica” masse sempre più consistenti di cittadini , a creare sfiducia ,a far dire a tante persone per bene : “Sunnu tutti ‘i stessi!” . E i cracolici ex comunisti-opportunisti non hanno nulla a che vedere, per il mio ragionamento, con quanti oggi si trovano e per loro insindacabili ragioni nella stessa parte politica ,essendo approdati li' proveniendo da  un percorso , da una storia politica-culturale diversa di quelli cho ho citato : i Provenzano a Partinico,   i Lumia a Termini Imerese o gli Scala o Papania nella vicina Alcamo. Costoro hanno tutto il diritto di costruire il  Partito che vogliono e le Associazioni  culturali che più gli aggada .Avrebbero ,però, più credibilità se dicessero quello che tutti pensano e io dico, appunto, senza ipocrisia : si tratta di vere e proprie CORRENTI, cioè gruppi, frammenti organizzati e strutturati  all’interno di un Partito,il PD, (certamente correnti anche culturali,di pensiero ma anche di POTERE ) cioè la RIEDIZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO DELL’ANTICA, VECCHIA, DEMOCRAZIA CRISTIANA che pensavamo d’avere definitivamente sconfitto con la “rivoluzione” del 1992 e che tanti ex comunisti hanno, paradossalmente, riedificato ripristinando un sistema sociale di relazioni e di interessi assai fruttuoso per la crescita di nuovi centri di potere gestiti da nuovi quanto vecchi potentucoli e distruttivo della nostra società democratica e di impedimento alla crescita complessiva della nostra isola .Questo quantomeno ritarderà alla nostra terra quel processo di liberazione definitiva dalle clientele, dalla subordinazione, dal bisogno DI SEMPRE  .
E a Palermo per ragioni anche le più nobili. come quelle di dare solidarietà ad un manager della sanità, Cirignotta, colpito da un pesante avvertimento o di discutere di sanità ,venerdi’ 7 all’Astoria  ,la “corrente” di Cracolici e Lumia ha sperimentato la sua capacità d’attrazione dividendo,però,il palco con un personaggio quale l’ex magistrato Russo , il quale, va ricordato, fino ad oggi HA SOLO LUI IN MANO LA SANITA’ SICILIANA ED E’ UOMO,politicamente,  DI LOMBARDO .
E si è anche ri-sperimentato- ammesso che questo non fosse il deja vue - come attorno agli interessi concreti della “sanità” (cliniche private, primariati, ospedali, gestione di ASP, servizi consistenti con migliaia di dipendenti ) fatta di tanti medici,tecnici, personale dipendente e dell’indotto a vario titolo ,si  muovono miliardi di euro e potere elettorale cosi’ come fu ai tempi delle gestioni democristiane o socialiste della prima repubblica e cosi’ come è stato con i Cuffaro e le appendici dei Manenti , dei Catalano  e ultimo per citare Partinico e l’ASP 6 ,la marea di presenze con l’ex manager , Salvatore Iacolino, nell’aula magna dell’Istituto “Savarino”della nostra città per consacrare la sua candidatura e successiva elezione all'europarlamento .Nessuno si illuda: la SANITA' ,quella fatta di uomini ( ovviamente con tante eccezioni) si muove come una massa di manovra alla ricerca della protezione politica temporale e di momentanea opportunità. 
Lumia e Cracolici hanno voluto ,Venerdi',  bruciare i tempi ,organizzare e misurare la forza di attrazione e le alleanze in vista di una eventuale scissione del PD in Sicilia utilizzando quale opportunistico scudo  l'ex magistrato Russo ?Un messaggio a Bersani "il temporeggiatore" e alla più battagliera e determinata Rosy Bindi che su quel che accade nel PD in  Sicilia ha le idee assai chiare ?  Staremo a vedere mentre noi non vogliamo perdere tempo: abbiamo da costruire l’alternativa ai Cracolici,ai Russo, ai Lombardo e al centro destra berlusconiano.Compreso “il  sudista al frappé di arance " Gianfri Micciché.
Toti Costanzo  

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