domenica 30 ottobre 2011

NENTI MUGGHERI MIA ,METTI A' PIGNATA E FUTTITINNI


Vincenzo ,Matteo avvicinatevi a me .Vito, Vituzzo , Assessore Vituzzo  per favore quà per la foto-ricordo . Geometra .No,no lei ma l’altro . Venga .C’è posto pure per voi. Oggi é una giornata storica .Vi rendete conto di quel che abbiamo fatto? Vi rendete conto che prima di noi nessuno si era occupato di realizzare opere per cui il lavoro era solo parassitismo?Gaspano, Gaspano accosciati.Ntrea, unné 'Ntrea? E Tandem unni iu a finiri ?. E JhonDesi? Glielo avevo detto che questa mattina non potevano mancare. Capite che c’è la televisione? Trecentomila euro abbiamo avuto dalla Regione per i cantieri e ci sono lavoratori scelti dall’Ufficio (una voce da lontano gridò:ammogghiala!!!) che si sono vuscati il pane con uno stipendio .Mai un’altra amministrazione aveva portato tanto lavoro a Partinico  Altro che passato? Altro che prima repubblica!”.
Jhonny non si poteva contenere. Saliva e scendeva lungo quel marciapiede del viale Moro incorniciato da quei meravigliosi e rigogliosi pini che furono l'orgoglio, a quanto pare, di tal "pizzetto" che giustamente ne portava vanto . Jhonny , intanto, invitava alcuni passanti,li’ per caso, a fermarsi e fari fudda. Una signora che lo conosceva da bambino ci parsi malu e non potendone fare a meno si fermò. Lui l’abbraccio con affetto sussurrandole”Signora  Ciccina ‘u viri chi ficimu? U viri ca ri  quannu ci semu nutri ,eu e ‘u Sinnacu Lo Biunnu ,comu canciaru i cosi?” La signora Ciccina annuiva non convinta ma annuiva lo stesso mentre Jhonnny preso da euforia incontenibile con slancio poggiando la mano sulla ringhiera anch'essa realizzata col cantiere  e a protezione , a suo dire, dei vecchi e dei bambini che si potrebbero sdirrubbari ,saltò dall’altro lato del marciapiedi con le gambe ‘nchitte come quello della pubblicità dell’olio Cuore. Olé,hoplà. Dall’alto del primo piano della villetta contigua ai marciapiedi del viale ,nascosta dietro un’ampia tendaggio stile impero, faceva capolino la testa del professore che fumava con comprensibile nervosismo . A tipu ti viu e nun ti viu. Il professore diceva tra sé e sé : “Affacciu e lancio contro costoro una sonora pernacchia alla Totò nel film “I due maresciallii”, oppure continuo con l’azione legale?Capite che il pino è ancora li’ davanti la mia casa e fa dannu supra e sutta? A cristia c’ammanciari-pensò . L’avvocato mi disse : professore non ti preoccupare .Loro non pagano e ogni giorno che passa gli interessi ammuttanu.Dunque, futttinni  picchi’ annu a esseri a ttia e tu ci farai iccari a’ sangata”.
L’arrivo della televisione scatenò l’adrelanina e con essa la bagarre. Jhonny si mise al centro . A destra Vituzzo s’infilò fendendo la calca , mentre a sinistra si contendevano il posto Gioacchino, Matteo, Gaspano e un altro passante che visto a fudda s’infilò per potere passare alla storia della città. Pensava: “ Minchia, oggi a me casa mi virino n’ta televisione di don Pinuzzu tiggej” . Jhonny intanto davanti ai microfoni prese la parola .Disse, ovviamente parole di circostanza.Emozione non prevista della signora Ciccina che non pensava che  Jhonny fosse cosi’ allittratu. Pensò tra se e se  :”Chi parra bedduuu. Mu vassassi tuttu comu quann’era picciriddu!” .Poi prese la parola un geometra-sindacalista o ,meglio, un sindacalista anche geometra che aveva curato uno dei cantieri .Per l’emozione aveva qualche difficoltà nell’esprimere compiutamente il suo pensiero  .D’altronde erano secoli  che non svolgeva quel lavoro di tecnico . Ma voi capite che Sal e Jhonny non potevano farsi sfuggire l’opportunità  di affidargli un incarico. E poi, la scelta dei direttore non era di competenza dell’Assessore e del Sindaco e dunque facoltativa ?Picciò ,amu a fari voti  - avevano detto al momento della nomina a direttore  -e i voti di quella “putia” piazzata in maniera strategica “o chianu di adduzzu”  e dunque quasi vicino di casa di Sal ,non poteva che fare gola per la prossima campagna elettorale .Un sindacalista , tintu tintu ,un t’accucchia almeno 200 voti ? Poi intervistarono un altro geometra e poi un terzo Alla fine la cerimonia si sciolse con un applauso autoconsolatorio in quanto la signora Ciccina,ammucciuni ammucciuni  ,aveva preso la via del ritorno, qualche operaio si defilò , le televisioni locali, fatto il servizio, corsero altrove e Jhonny restò come la barca del  ritornello della canzone  “E la barca tornò sola “ cantata da Giorgio Consolini che ripeteva in maniera quasi ossessiva “…mare crudele,mare crudele….”
Durante tutta la cerimonia ,seminascosto dietro un pino, un signore attempato scuoteva la testa e parlava con un vicino . Gli diceva  “ Ma chisti ,appena fannu un piritu tuttu stu burdellu organizzanu? Ma si rendono conto che Partinico, fin dagli anni ’50 cioè  fin dai tempi del Sindaco Mario Mancuso,  ha vissuto con migliaia di cantieri scuola? Ma lo sa l’assessorichhio che quasi tutte le opere pubbliche della città sono state realizzate con i cantieri di lavoro? E lo stadio comunale, e i primi interventi di restauro nel Palazzo dei Carmelitani,e la devastazione dell’ex Oratorio di Piazza Garibaldi e tutte le chiese restaurate della citta, e le centinaia di chilometri di stradelle di campagne a tinchité? .E lo sa che durante la prima repubblica non ci fu  sindaco, assessore o consigliere comunale che sosteneva le giunte della dicci’pissi'pisdipirripilli che non si fece realizzare ,con i soldi della Regione, la sua bella stradella nei pressi della proprietà o casetta di campagna ? E tutte le strade della città come  ci pari ca’ foru  asfaltate ?E l'acqua e i fognaturi ? Ma si rende conto come sui cantieri scuola ( ma perché si chiamavano cantieri scuola? Ma cosa dovevano imparare i poveri lavoratori disoccupati cronici lavorando cu' pala e picu? Mbooh) fecero ingrassare la mafia locale e  crescere qualche cancaruni da strapazzo che la spalleggiava ? Ma da dove vengono costoro che per avere ottenuto otto cantieri che la Regione ha dato a cani e gatti  ( Montelepre con meno di 6000 abitanti ne ha avuto addirittura  dieci ) suonano le trombe, si mettono la fascia ,radunano i lavoratori prima dell'inizio dei lavori e poi alla fine e si lanciano in pericolose affermazioni del tipo  : ma cosa ha fatto Gigia? E GiuGio? E Peppone? !
L’interlocutore del signore attempato ,  scuotendo la testa ,si avviò verso casa col capo chino comu un cani vastuniatu La moglie preoccupata :” Iachi? Ma chi ti successi?.”Nenti miggheri mia, metti a pignata e futtemuninni  –rispose Iachino- picchi'  a Partinicu semu propriu arriddutti cu’ culu ‘nterra”.
Sala Rossa 

sabato 29 ottobre 2011

INTITOLATA UNA VIA A TURIDDU TERMINE, SINDACALISTA E COMUNISTA

Ieri sera non potevo non pensare a Turiddu Termine e non solo perché oggi con una pubblica cerimonia gli veniva intitolata una via della città a riconoscimento della sua straordinaria figura di sindacalista e comunista.
Foto di alcuni lavoratori della
Camera del Lavoro di Partinico
Conobbi Turiddu Termine nel 1970 quando venivo eletto consigliere comunale del PCI. E conobbi Turiddu, glorioso fondatore della Camera del Lavoro di Partinico nel 1944 e prestigioso dirigente comunista, quando oramai la malattia lo aveva fortemente menomato. Viveva su di una sedia a rotelle e il 29 ottobre del 1973 ci lasciava.
E pensavo a Turiddu perché dai compagni di quella generazione, sopratutto da Nino Cinquemani "u russu", avevo appreso tra le tante battaglie quella memorabile  che condusse anche da consigliere comunale comunista perché il servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani venisse trasferito alle competenze del Comune. Quel processo portò alla costituzione di un forte nucleo di lavoratori all'interno del Comune che furono comunisti e sostenitori della CGIL per tanti anni rappresentando un baluardo contro lo strapotere della DC.  E mi stupivo, ma capivo le ragioni per cui quando alcuni di questi “spazzini” parlavano con me di Turiddu, ne parlavano con le lacrime agli occhi. Turiddu si crucciava del fatto che era reso fisicamente quasi impotente a continuare a difendere gli interessi dei lavoratori che furono sempre al centro di tutta la sua esistenza.
Termine fu un sindacalista che pose al centro del dibattito politico, subito dopo la fine della guerra, la vita, gli interessi, le condizioni dei lavoratori soprattutto della terra, da sempre indifesi e alla mercé dei padroni e padroncini locali che li usavano a loro piacimento per i lavori più umili ed anche i più degradati a volte compensati neppure con un “grazie”. Schiavi, subordinati, bestie da sfruttare e nulla più.
E Turiddu, di costoro, fu “il difensore" per antonomasia.
Umile con gli umili ma forte, determinato, inflessibile con quanti, prepotenti, condizionavano la vita di uomini e donne che disponevano soltanto delle loro mani da cui trarre sostentamento. Costruttore di futuro per tante famiglie di “banditi” come Danilo definì coloro i quali non possedevano null’altro se non la loro vita fatta di stenti, miserie e malattie e che lui descrisse in quella sua memorabile pubblicazione, “Banditi a Partinico”, un libro che fu per tantissimi anni introvabile ma recentemente ristampato a cura di Amico Dolci.
E Turiddu Termine fu protagonista, insieme a Danilo ed altri compagni dirigenti comunisti, a braccianti e manovali di quella stupenda pagina, "lo sciopero alla rovescia" del 2 febbraio del 1956, che loro scrissero e rimasta viva nella memoria di questa nostra città, che li vide arrestati e processati solo perché volevano difendere l’articolo 4 della Costituzione e cioè al diritto al lavoro per tutti gli uomini.
E penvavo a Turiddu colpito duramente quale dirigente sindacale per il massacro dei compagni dentro la Camera del Lavoro in quel 22 giugno del 1947, massacrati solo perché comunisti e dai banditi in combutta con la mafia locale.
Ma Turiddu Termine fu anche protagonista di grandi manifestazioni popolari contro le tasse e per la costruzione della diga sul fiume Jato. Dunque una personalità speciale, un uomo di altri tempi, un uomo semplice ma carico di determinazione e carisma rimanendo, per questo, nei cuori della gente umile. 
Oggi il Sindaco Lo Biundo ha fatto un discorso ricordando ciò che era stato Turiddu Termine nella storia della città. Disse, tra le altre cose, che Turiddu era un uomo che sapeva conciliare le forze opposte e differenti dal punto di vista politico quando si trattava del bene della città. E disse anche che oggi le condizioni gravi della vita del nostro Paese richiederebbero unità e non divisioni. Giusto e condividiamo.
Solo che, quando il nostro Partito chiede di sapere, NON OTTIENE RISPOSTE.
NE', DURANTE QUESTI OLTRE TRE ANNI DELL'AMMINISTRAZIONE LO BIUNDO, I COMUNISTI DI PARTINICO SONO STATI MAI CONVOCATI, INVITATI, INTERPELLATI CONSULTATI SUI PROBLEMI DELLA NOSTRA CITTA'. 
Dunque il confronto che Turiddu Temine cercava sempre, anche in ragione del suo ruolo di sindacalisti avvezzo alla ricerca delle soluzioni, era il metodo che riusciva, a volte, a  risolvere  i problemi e si chiamava come si chiama ancora oggi IL METODO DELLA DEMOCRAZIA  e non certo dell'autoritarismo e dell'arroganza del potere.

Toti Costanzo

giovedì 27 ottobre 2011

SI, ARISTOCRATICI, POPOLANI E PER DI PIU' VETERO-MARXISTI ED ANCHE GIACOBINI

CON IL POST DAL TITOLO: "SI, CARI EX ARTIGIANI, SIAMO COMUNISTI, ARISTOCRATICI E POPOLANI" IN POLEMICA SENZA FRONZOLI CON IL GRUPPO DEGLI EX ARTIGIANI CHE SOSTENGONO LO BIUNDO, AVEVAMO FATTO UNA RICHIESTA E POSTO DUE DOMANDE AGGIUNGENDO CHE SE AVESSIMO AVUTO UNA RISPOSTA DALL’ASSESSORE D’AMICO O DAL MOVIMENTO DEMOCRATICO PER PARTINICO, SAREMMO ANDATI DA LORO COL CAPO COSPARSO DI CENERE A CHIEDERE UMILMENTE SCUSA. PERCHE’ QUANDO RITENIAMO D’AVERE SBAGLIATO SAPPIAMO FARE ANCHE QUESTO. CON TANTA UMILTA’. MA, COME ERA PREVEDIBILE, PER TUTTA RISPOSTA ABBIAMO RICEVUTO SOLTANTO UNA CATERVA DI MALE PAROLE CON L’AGGIUNTA D’ESSERE DEFINITI, OLTRE CHE VETERO-MARXISTI, ANCHE GIACOBINI.
PAZIENZA VUOL DIRE CHE CONTINUEREMO A MANTENERE I NOSTRI CONVINCIMENTI SENZA DEFLETTERE..
INTANTO COSI’ ABBIAMO LORO RISPOSTO ATTRAVERSO TELE JATO.

Egr.Direttore, non possiamo darle torto. Il rischio è che la polemica con gli ex artigiani possa trasformarsi in una telenovela e noi questo non lo vogliamo per una semplice ragione: questo  scontro è una cosa assai seria per la vita politica della nostra città, per la sua pulizia morale, per il suo futuro e soprattutto per differenziare la Politica dagli Affari. E, ribadiamo, l’unica ragione che ha messo insieme alcuni soggetti di provenienza politica diversa è l’interesse solo e soltanto per gli affari personali. Quello che a noi appare stupefacente è la definizione che costoro danno della loro collocazione politica. Dicono: siamo un Movimento riformista di centro sinistra vicino al PD. E il PD, egr. Direttore, non è quel Partito, come Lei giornalmente e giustamente sostiene, che non prova alcuna vergogna a sostenere un rinviato a giudizio per voto di scambio con i mafiosi e che si chiama on. Raffaele Lombardo? E sul piano locale costoro non  sostengono  ora anche il PDL  di Berlusconi, del senatore Dell’Utri condannato per mafia in secondo grado di giudizio e del senatore Schifani su cui i riflettori dell’antimafia hanno da tempo puntato la loro vigile attenzione? E il Sindaco non si vanta e si onora dell’amicizia con un rinviato a giudizio per voto di scambio come l’on. Antinoro ma SOPRATUTTO col Ministro dell’Agricoltura Romano indiscutibilmente, secondo gli inquirenti, uomo sostenuto dalla mafia criminale e sanguinaria di Provenzano e compagni su cui c’è una richiesta in tal senso nel Parlamento nazionale?
No, non è una telenovela. Si tratta di una cosa molto grave e molto seria. Si tratta di una vera  questione morale che coinvolge non solo il Sindaco e parte della sua amministrazione ma soprattutto questo pseudo Movimento che non prova vergogna a stare là dove sta.
Lei e i suoi telespettatori siete  abbastanza intelligenti per non capire le vere ragioni per cui costoro dal 1994 ad oggi sono sempre stati dentro tutte le amministrazioni a prescindere dalla loro collocazione politica. E la loro collocazione ha un ben preciso nome: Policentro e 285 ettari di contrada Margi. Noi saremo anche giacobini e vetero comunisti, come lo furono Cola Geraci e Turiddu Termine di cui ci vantiamo d’essere eredi morali e politici. E gli ex artigiani di chi sono eredi?
Ultima annotazione: non hanno risposto né alla richiesta  che abbiamo inviato a Motisi e a Guarino sulle illegalità che hanno portato all’approvazione del progetto del centro commerciale, né alle due semplici domande che abbiamo posto sia per il Piano di lottizzazione n. 6 che per l’area della terza zona PEEP in mano da tempo ai privati. E allora facciamo come Lei ha fatto con la vicenda del Consorzio di Bonifica Palermo due quando rivolgendosi a Ferrandelli e Colletti diceva loro che si erano appropriati delle risorse del consorzio  per fini personali  e li invitava  a querelarsi perché diffamati. Noi vogliamo fare alla stessa maniera e dire che un gruppo di ex artigiani e commercianti hanno messo le mani sull’area di contrada Margi per fini speculativi.
Ci querelino e saremo lieti di vederci in giudizio.
Egr. Direttore, noi contrastiamo la distilleria più grande d’Europa fin dal 1984 e non abbiamo avuto né timore riverenziale né tentennamenti. Figuriamoci se possiamo piegarci all’arroganza di un gruppo che nasconde dietro una sigla che potrebbe anche essere una cosa seria, la vera ragione della sua esistenza.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “Peppino Impastato” di Partinico
Partinico 27 ottobre 2011  

mercoledì 26 ottobre 2011

DAI GIUGIO, CHE SEI TUTTI NOI!


Carissimo GiuGio. Hai visto come ti finì? Ti finì come Turi cha-cha di cui si diceva che avendo nella sua vita fatto sempre  “il bene” si è ritrovato con quella cosa nel di dietro. Tu li hai coltivati, alimentati, sostenuti, aiutati, sollevati, cresciuti, pasciuti, blanditi e perfino idealmente cullati. Quante volte li invitasti alle tue discrete ed eleganti notturne cene (ovviamente nulla a che vedere con quelle volgari del Cavaliere) presso locali raffinati in compagnia della tua notevole ed osannante corte dei miracoli fatta da capi settori, capi area, capetti, caporali di giornata, questuanti, accattoni, lecchini, zuini, sciacquini (ora costoro si sono trasferiti armi e bagagli tutti con Sal), a cui tu allora avevi sempre qualcosa da dare o da promettere.
Tra questi svettava per presenza anche  lui, Sal, il Pinocchio come tu l’altro ieri lo hai definito in un crescendo di giuste, sacrosante contumelie che mandavano in sollucchero don Pinuzzu tiggej e, in verità, anche le nostre modestissime, umilissime persone che tifammo sicuramente per te. Bene, dicevamo. Bravo GiuGio. Ben gli sta al Pinocchio, paradossalmente col naso lungo (in senso metaforico), ma in verità come diciamo dalle nostre parti “senza nasu" cioè mancante di quella  giusta riconoscenza che ti doveva avendogli  tu sempre aperto la tua porta. Ma che dico la porta. Tu gli hai aperto ‘a porta a carrittaria. “Cicatrici di pietra su falsi spergiuri…” scrive il poeta Antonio Lo Nardo. La frase pari pittata supra r’iddu! Te lo ricordi a tutte le ore dietro la tua porta con la mano sempre stesa ai limite dell’anchilosamento? E te lo ricordi  sempre dietro la porta di Filippino Faremo? Non aveva il tempo di ricevere da te che si precipitava nella stanza di Fili. E Fili sempre generoso, sempre pronto ad assecondare fino a quando anche lui fini’ come Turi. Presentatosi candidato al Consiglio comunale nel 2005, Fili che di quel gruppo rappresentava il Capo, arrivava quarto dietro  Sal, Jhonny e Gianfry che entravano in Consiglio “comu Nofrio ‘ncarrozza”. Mai umiliazione fu tanto umiliante! Oggi Fili che, sembrava e si diceva, sarebbe rientrato in Consiglio di riversu quagghiu dopo una lunghissima quarantena, resta fuori ‘u quararuni con la testa china come un cane bastonato essendo arrivato al terzo posto nella lista dopo Totò il Giovane e Leo. E Leuccio che fu anche tuo indiscutibile attivo collaboratore nel settore culturale, ha già giurato e si inserisce nel gruppo di Totò II che ti accompagnò nell’azione amministrativa per tanti anni fino a quando non squagghiasti comu ddà cosa da zzà Bittidda.  Si, carissimo Giugio, oggi quelli che tu hai esaltato si lassanu iri pi ttia in maniera sconveniente ed anche irriverente. Hai sentito ieri Sal ai microfoni di don Pino? Disse l’ingeneroso:” Siamo preoccupati per la salute di GiuGio al punto che stiamo provvedo per un TSO, (o qualcosa del genere), che tradotto in soldini (no, volevamo dire “in soldoni" perché i soldini interessano sempre di più agli ex artigiani che ne sono licchi e hanno scelto come motto del loro Movimento: "ININTERROTTAMENTE DAL 1994"significa che tu altro non sei se non un pazzo da ricovero” . GiuGio, capisci? Capisci come ti considera? Tu che ti avventurasti insieme al tuo vice Vincenzino Liolà (l'hai visto a fini che Sal ha fatto fare a quel galantuomo del brother Mimmo cutra? Sal é proprio cani senza patruni!) sfidando siccità e locuste, sulle sponde del Mar Rosso dentro le cui acque limpide e fresche ti immergesti  per ricevere nuova vigoria in vista dei tuoi impegni sempre più onerosi (nel senso dello spreco “dà sardella” ), accolto dalla tribù dell’ex Re Hailé Sellassié con tutti gli onori che si riservano ad un capo di Stato, che ballasti al chiarore della luna del deserto eritreo coperto da un lunga, bianca tunica e godesti del giusto riposo che meritano gli uomini come te avendo cura di coprire il capo con una berretto tipo cacciatori di teste della jungla e pantaloncini alla Gregory Peck nel film "Il ritorno di Tarzan", ora vieni insultato in maniera così beffarda dal primo piunco che si è intrufolato dentro il Salone degli Specchi approfittando delle tue umane e comprensibili debolezze. In quel Salone che ti vide giganteggiare, tu congegnasti le più difficili quanto tortuose alchimie, studiasti le mappe del potere in tutte le sue articolazioni, seguisti i percorsi più difficili per sconfiggere i tuoi nemici ed anche i tuoi amici avendo scelto il celebre motto di don Gabriele: ”Memento audere sempre”. E tu ostasti.. Sempre.   Caro GiuGio non ti curar di lui ma guarda e digli:”Passeddà” così come dicono a Cinisi per esaltare, appunto,  la loro vacca autoctona che dà tanto latte, ma è in via di estinzione. E Sal, te lo assicuriamo noi, appena quel poco di latte figurato che gli resta ancora da distribuire si sarà definitivamente consumato, si estinguerà ben presto (ovviamente in senso politico) e tu potrai nuovamente rientrare con gli  hippi, hippi, hurrà e accompagnato da’ fanfarra  al canto di  “A’ suppa che cotta, a’ suppa che cotta, ritorniamo  a mangiar!”.

Sala Rossa 

domenica 23 ottobre 2011

SI, CARI EX ARTIGIANI: SIAMO COMUNISTI, ARISTOCRATICI E POPOLANI


IERI A FIRMA DEL MOVIMENTO DEMOCRATICO PER PARTINICO E’ STATA INVIATA UNA NOTA A TELE JATO QUALE RISPOSTA AD UNA NOSTRA LETTERA FATTA PERVENIRE AL DIRETTORE DELL'EMITTENTE, PINO MANIACI, E PUBBLICATA SU QUESTO BLOG.
RIPORTIAMO DAL COMUNICATO DEGLI EX ARTIGIANI ALCUNE “PERLE” A NOI RIVOLTE E SCRITTE, SICURAMENTE, DA UN PENNIVENDOLO CHE DA SEMPRE PENSA, AGISCE E SCRIVE SU COMMISSIONE  SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI COMPARIRE.
LE “PERLE” : …"Per finire con una sprezzante quanto esilarante dichiarazione di superiorità culturale degna del piu’ elitario dei padroni… A Partinico ormai abbiamo un partito comunista affetto da turbe aristocratiche che disprezzano il popolo che non capisce perché considerato volgare ed inferiore moralmente e culturalmente, sembra più l’approccio cinico di un nobile conservatore dell’800 che quello di un partito che si dice solo a parole popolare. La nota dei nostri aristocratici rifondaroli  prosegue con ILLAZIONI  su presunte lottizzazioni di carattere speculativo… Noi la mafia la combattiamo con i fatti… Ci consideriamo un Movimento di CENTRO SINISTRA, NATO DAL BASSO……” 
E POI PER CONCLUDERE IN CRESCENDO SCRIVONO ANCORA: "Con questa amministrazione (cioè quella di Lo Biundo, n.d.r.) abbiamo contribuito alla rottura dei vecchi schemi, questo certamente da fastidio a molti, ma per noi è motivo in più per andare avanti."
Capite cosa hanno fatto gli ex artigiani in tutte le Giunte dal 1994 ad oggi ed ora anche con Lo Biundo? Hanno contribuito alla rottura dei "vecchi schemi" (sic!!!)

PUBBLICHIAMO LA NOSTRA RISPOSTA CHE INVIEREMO DOMANI A TELE JATO

Egregio Direttore Maniaci,
siamo costretti ad approfittare ancora della sua generosità e disponibilità. E, poiché vogliamo essere coerenti con quanto scritto nella nostra precedente nota, non solo non rispondiamo all’Assessore D’Amico ma neppure al Movimento degli ex artigiani di Partinico, che si definisce di ispirazione di centro sinistra quando per la verità – ed è cosa ormai acclarata - trattasi  di un aggregato nato per concentrarsi solo ed esclusivamente su ben circoscritti, corposi ed articolati  interessi  quali, ad esempio quelli che ruotano e ruoteranno attorno al Centro commerciale di contrada Margi frutto di raggiri, inganni, condizionamenti, illegalità. Senza dimenticare, ovviamente, gli interessi che ruotano e ruoteranno attorno alla  revisione del Piano Regolatore Generale su cui sicuramente si saranno già concentrati i riflettori di speculatori e profittatori di ogni specie.
E’ vero, egregio Direttore, noi siamo comunisti inguaribili e persino presuntuosi. Confermiamo d’essere anche “aristocratici” . Confermiamo e diciamo però che lo siamo nel senso più corretto del termine cioè di "signorili e nobili sentimenti" per cui ci viene facile sostenere le ragioni dei ceti popolari perché essendo il nostro un popolo di “signori” per questo non hanno ancora preso i forconi contro costoro. Per cui la nostra concezione aristocratica della vita ci porta naturalmente a stare mille miglia lontani dal plebeismo infarcito di trasformismo speculativo, di scandaloso, palese, appariscente affarismo i soli credi che guidano questa Amministrazione comunale con tutto il contorno di  sostenitori, quelli palesi e quelli occulti. E tra questi il Movimento degli ex artigiani di Partinico.
Se fosse ancora in vita don Cola Geraci direbbe come soleva dire:
“Cari compagni costoro credono soltanto nel dio denaro!”. Mai affermazione fu più felice per potere definire la cricca che guida oggi questo nostro Comune di cui costoro sono parte integrante ed essenziale!
Detto questo, egregio Direttore, e volendo mantenere il nostro impegno, ci rivolgiamo a lei quale nostro interlocutore riconoscendogli  levatura politica e culturale, stile ed aristocratico pensiero.
Le proponiamo: se Lei garante, l’Assessore D’amico, il Sindaco o il Movimento degli ex, risponderanno pubblicamente ad una richiesta e a due nostre precise domande fra le tante che potremmo fare, noi siamo pronti non solo a batterci il petto tre volte recitando il mea culpa, ma andremo in ginocchio a Canossa cioè dagli ex artigiani  col capo cosparso di cenere, alla stessa stregua di come d’altronde hanno fatto costoro  quando si sono rivolti, nel loro qualunquistico girovagare, all’Assessore del PD Venturi  per avere finalmente un SI' e potere concretizzare L’ILLEGALE PROGETTO DEL CENTRO COMMERCIALE DI CONTRADA MARGI.
E' chiaro quel che diciamo? POLICENTRO UGUALE PROGETTO ASSOLUTAMENTE ILLEGALE.
E andiamo alla richiesta:
- L’Assessore D’amico, la Giunta Lo Biundo e il Movimento degli ex artigiani, vogliono farci  pervenire a stretto giro di posta, finalmente e pubblicamente dopo oltre tre anni una risposta ampia e chiara su di una nota da noi inviata in data 27 gennaio 2007 (di cui le faremo pervenire copia) all’allora Sindaco Motisi e al   segretario generale dell'epoca, Guarino, con la quale DIMOSTRAVAMO IN MANIERA INOPPUGNABILE COME IL PROGETTO DELLA POLICENTRO FOSSE UN CONCENTRATO DI ILLEGALITA’?  

E per concludere  ci limitiamo soltanto a porre due sole , semplici  domande:
La prima domanda: vogliono rispondere e dirci se il Piano di lottizzazione n. 6, tanto per fare un esempio tra i tanti che potremmo, e cioè quello accanto all’Ospedale di Partinico sia stato realizzato cosi’ come da progetto? In particolare ci vogliono dire se hanno acquisito, e quando, al patrimonio pubblico l’area che i privati proprietari avrebbero dovuto cedere per la realizzazione di una scuola in quell’area? E visto che non hanno niente da nascondere vorrebbero, per piacere, relazionare pubblicamente e in un pubblico ed aperto Consiglio comunale  sulla regolare esecutività degli altri Piani particolareggiati di privati approvati negli ultimi anni? 
La seconda domanda: ci vogliono dire pubblicamente se tutta l’area della 3a zona PEEP e confinante ad est con la scuola materna“Rodari” a due passi dalla Stazione dei Carabinieri e a nord con l’impianto sportivo polivalente “Ninni Cassarà”, area su cui avrebbe dovuto sorgere l’Isola ecologica finanziata dall’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente, sia di proprietà comunale o di privati che l’hanno da tempo ormai occupata?
Egregio Direttore il pennivendolo estensore della nota al servizio degli ex artigiani ci invitava a loro nome a rivolgerci eventualmente alla Magistratura. Il locale Commissariato di Pubblica sicurezza e la stazione dei Carabinieri  che ascoltano hanno ampia facoltà di inoltrare, se lo reputano opportuno, tutta la documentazione sull’illegale progetto della  Policentro alla Procura della Repubblica di Palermo. Di questo noi gliene saremmo infinitamente grati. 
Ringraziandola sempre della ospitalità, Le porgiamo distinti saluti

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “Peppino Impastato” di Partinico
Partinico 24 ottobre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

CARO ASSESSORE CU' NUATRI UNN'ATTACCA!



GIGIA CANNIZZO ,IL SINDACO CHE PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DELLA CITTA' PORTO' IN PORTO IL PROGETTO DI DOTARE PARTINICO DI UN PIANO REGOLATORE GENERALE.CHE ERA STATO UN OBIETTIVO DA SEMPRE INSEGUITO DALLE FORZE CIVILI E PROGRESSISTE DELLA NOSTRA CITTA', PER AVERE RILASCIATO UNA INTERVISTA A TELE JATO ATTRAVERSO LA QUALE MANIFESTAVA LA SUA PREOCCUPAZIONE PER IL SILENZIO CHE SULLA REVISIONE DELLO STRUMENTO URBANISTICO E' CALATO, HA AVUTO QUALE RISPOSTA UN PESANTE INTERVENTO INVIATO A TELE JATO -SCRITTO OVVIAMENTE DA ALTRI-  DA PARTE DELL'ASSESSORE VITO D'AMICO IL QUALE HA APPROFITTATO PER LANCIARE ACCUSE E CONTUMELIE SU RIFONDAZIONE COMUNISTA. CHE LA PENSA ESATTAMENTE COME LA DOTTORESSA CANNIZZO.GLI ABBIAMO RISPOSTA CON LA NOTA CHE SI PUO' LEGGERE. 


Egr. Direttore Maniaci
 noi non sappiamo se la persona  che ieri ha inviato all’emittente una nota carica di astiosità  nei confronti non solo  del nostro Partito ma più platealmente nei confronti dell’ex Sindaco Gigia Cannizzo a proposito della revisione del Piano regolatore Generale  ,sia la stessa dell’Assessore D’Amico perché siamo sicuri che  trattasi di soggetto  diverso .In caso contrario davvero dobbiamo pensare come la gratitudine sia un sentimento assolutamente sconosciuto a D'Amico  la cui esistenza politica e di alcuni suoi sodali ,oltre che le loro personali fortune, le devono  ad un Sindaco che li prelevò da un limbo nel quale la società partinicese li aveva storicamente e socialmente  relegati .Noi difendiamo Gigia Cannizzo perché ne conosciamo l’elevatezza morale, lo straordinario bagaglio culturale ,l’onesta intellettuale tutte qualità che non albergano in quanti oggi governano la nostra città .E tra questi D’Amico .Difendiamo Gigia ma non il nostro Partito che notoriamente all’Assessore  non risponde per ovvie quanto comprensibili ragioni.Noi , caro Direttore,  abbiamo una rigorosa regola:  i nostri avversari devono sempre essere del nostro stesso livello politico e soprattutto culturale in caso contrario preferiamo rivolgere altrove le nostre attenzioni. E non si tratta ,ovviamente, né di presunzione né di mancanza di riguardo per le persone. Si tratta di ben altro  .Tuttavia dobbiamo ammettere   come la dott.ssa Cannizzo durante la sua sindacatura ebbe a commettere un  gravissimo errore politico di valutazione tra cui quello assai grave di non avere compreso -come ,in verità, non lo comprendemmo neppure  noi-  le vere ragioni che spingevano alcuni  artigiani a trasformarsi, nel giro di qualche anno, da Movimento per lo sviluppo dell’impresa artigiana locale  in qualcosa di assai diverso . Questo avveniva  a scapito di un progetto al quale anche noi avevamo per decenni creduto e  che era quello di utilizzare  285 ettari cioè l’intera area di contrada Margi destinata dal Piano Regolatore che volle Gigia Cannizzo , soltanto per lo sviluppo della nostra imprenditoria locale .Pensavamo allora  esattamente quel che pensavano gli amministratori di Alcamo che si sono guardati bene dal fare saccheggiare il loro territorio dagli affaristi lombardi in combutta con quelli del luogo .All’Assessore D’Amico sarebbe per  noi  facile chiedergli conto e ragione - e noi ovviamente lo faremo in altro momento – del suo operato ,di quel che avviene –ad esempio- all’interno delle aree interessate dai  tanti  Piani di lottizzazioni approvati ed oggetto di gravissime speculazioni che lui tollera , in quelle  particolareggiate e dunque oggetto di varianti soltanto per opera del Consiglio comunale e non della Giunta come le aree di edilizia economica e popolare che si vogliono stravolgere insediando quel che non si può e non si deve , le aree  di proprietà comunale su cui ogni giorno di più si estende il possesso di clienti elettorali di questa Amministrazione, il miliardo destinato dalla Regione alla realizzazione dell’Isola ecologica,il progetto di bonifica dell’ex discarica di Valguarnera, la realizzazione della discarica per inerti al ponte Finocchio .E potremmo continuare mettendo in serio imbarazzo l’Assessore il cui  interesse primario non  coincide con quello della stragrande maggioranza dei nostri concittadini quanto in quello che si sta sviluppando  a distanza di pochi chilometri dalla nostra città lungo l’asse viario Partinico-Alcamo e al quale lui è fortemente interessato .E’ vero, ha ragione la dottoressa Cannizzo: la revisione del Piano Regolatore Generale si sta concretizzando sotto traccia e nel silenzio perché altri affaristi ,compresa la vecchia e nuova mafia ,possano trarne vantaggio. Affaristi sicuramente  clienti ,se non direttamente interessati, di questa Amministrazione comunale che li userà nella prossima campagna elettorale a sostegno di un un progetto di squallido e squalificato Governo della città. .
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “Peppino Impastato” di Partinico”
Partitico 21 ottobre 2011



lunedì 17 ottobre 2011

GLI FAREMO FARE LA FINE DEI PROCI


No, non c’è un ricordo che attraversa la mia memoria e che mi possa riportare a quel che ho visto e sentito oggi sulle  tivvù locali.Un Sindaco bardato della sua fascia tanto per dare e darsi “tono” ;uno scialbo funzionario che non conta dentro il Comune di Partinico assolutamente niente ( di esempi lo potremmo inondare senza alcun tema di  smentita) che registrava come fanno i notai “un affare” “un’accatta e vinni “ come suole dire Pino Manici, con tanto di firme  tra intimi che si spartivano i resti di un patrimonio che altri con sacrifici, impegno e serietà avevano costruito durante la lunga storia dal dopoguerra ad oggi ; una piccola corte di clienti politici e no,gente  anche di lungo corso la cui presenza in quel luogo e in quel momento mi risulta sempre più inspiegabile ,insieme ad altri  esperti in volteggi, salti mortali carpiati ,con tuffo ed atterraggio da un Partito all’altro ,da un gruppo all'altro senza provare vergogna alcuna tanto “fan tutti cosi’”   che ascoltavano non emozionandosi le sciocchezze scritte in buon italiano ,e dunque non scritte dal Sindaco  ,ma che dovevano rappresentare ,nel  contenuto ,“il rilancio” di una amministrazione comunale la più insipida, incolore ed insapore mai vista nella storia della nostra comunità cittadina.Si dice rimpasto . E Lo Biundo non ha fatto altro che rimpastare. E mai espressione fu cosi’ appropriata. “Rimpastare”,infatti ,significa “rimaneggiare la pasta”,e la pasta è alimento con il quale si può vivere ed anche sopravvivere.E alcuni di costoro con la pasta ci vivono ed altri sopravvivono o integrano dilapidando quel che resta di un Comune ridotto allo stremo, spesso anche ad un  bivacco in cui a tanti lavoratori non si chiede più di lavorare ma di utilizzare il “posto” quale integrazione di altro salario percepito altrove e con altre attività che sono assolutamente necessarie in un cosi’ grave periodo di crisi che stiamo attraversando.Quel che conta è ,poi, ottenere da costoro i voti per continuare.Per continuare a far cosa? “A governare -è la risposta di Lo Biundo- con senso civico ”. Dice Maniaci :”Cosa sarebbe il senso civico?” E qui’  Lo Biundo si inerpica su di un ripido quanto  scivoloso terreno .Dice” Nel senso delle liste civiche che sono aperte a tutti e cioè al centro , a destra e anche a sinistra.” “E allora –continua don Pinuzzu - lei si ricandiderà?” Risposta rapida ed inequivoca:”Io già sono candidato perché ho esaurito preventivamente in questi tre anni quasi tutto il programma elettorale”.” E quale sarebbero le realizzazioni? continua tiggej “. “Abbiamo esaurito tutti beni confiscati, abbiamo ottenuto un mare di finanziamenti per i beni confiscati, abbiamo assegnato i beni confiscati e poi da tre anni ci riuniamo con la signora Bertolino ,io e l’assessore D'Amico ,perché si deve trovare un’area per delocalizzare  la distilleria “. A questo punto Maniaci avrebbe dovuto dire ma non l’ha detto per cui lo diciamo noi : “ Ma quale area dovete trovare per delocalizzare ? Ma se l’area già esiste e si trova  lungo lo scorrimento veloce Partinico-Alcamo in direzione monte la dove di già si dovrebbe completare il mattatoio intercomunale ? E allora perché il Piano Regolatore l’ha scelta ed indicata col simbolo D1 ? L’ha indicata proprio perché li si potesse trasferire  la Bertolino e  cioè in un’area per l’insediamento di industrie insalubri di Prima Classe come è la distilleria”.L’intervista a questo punto , avrebbe detto la buonanima di Nino Amato ,diventa  veramente allucinante. Rinunciamo alla sua intera trascrizione per evitare di precipitare in una depressione profonda. Ma andiamo alla “corte” che fa da contorno ormai da oltre tre anni essendosi stabilita stabilmente dentro quella gloriosa "Sala degli specchi" come fecero i Proci dentro la reggia di Itaca . Come fini’ la storia ? Ce lo racconta il grande Omero nell’Odissea . Disse Ulisse impugnando l’arco :”Voi mi pensavate morto e quindi siete venuti a corteggiare mia moglie e le mie ancelle , ma adesso che sono tornato morirete per mano mia”.  A costoro finirà come fini’ con i Proci in senso, però, figurato? Lo vedremo ,ed anche assai prestro. Dunque  la corte c’era quasi tutta . Mancava  'Nntrea per completare il trio lescano con Jhonny 1 e Tandem .E poi c’erano Jhon Desy, Nucciteddu ,Batassanu , Gigetto, Totò da Vicari-a ,Totò Vice, Gioacchino Non Rispondo perché io sono io e voi comunisti non siete un cazzo ,insieme a Niculicchiu,Vartulicchiu (mischineddu ,un dormi cchiù picchi' ci occallaro ‘a  Bertolinu !) , Vituzzu Poli, Giacomineddu sempriiddu   ,Giulianeddu ,la rediviva Kate (che pensavamo ,per ovvie ragioni ,più  pienotta invece nni sta squagghiannu comu ‘a cira di Santa Rusulia)  e le new entry (ti viu e nun ti viu  )Francuzzu accompagnatore ufficiale del cugino, tal FrankMotisi ( una dinastia destinata a continuare a turbare i nostri sonni ) illustrissimo sconosciuto ai più insieme ai conosciutissimi per tradizione di famiglia Totò1 e sopratutto Totò2 "della PDL" dice il Sindaco  ( ma perché Lo Biundo quando cita questo Partito usa il femminile e dice "LA PDL?") . Chiedo venia se  dimentico qualche altro dei presente ma come ebbe a dire sempre don Pinuzzu Tiggej -che é una inesauribile fonte di battute ,osservazioni, commenti, giudizi, espressioni- di recente e a commento di questa nuova Giunta :“Essicci o nun essici è a’ stessa cosa!”.Infine ci chiediamo : che fine fecero "Mimmuzzu cutra" e "don Peppino Barby enza infamia e senza gloria "? A' fini di' surci!
Ma ora bando agli scherzi e concludiamo seriamente .  E questa volta ci rivolgiamo a quelli che a Partinico non vedono molto  ,sentono poco  e sono di pochissime parole e sopratutto non agiscono . E non ci riferiamo ai cittadini che potremmo anche giustificare per tante ragioni ,ma a quanti dovrebbero rappresentare seriamente lo Stato nella nostra città, vigilando ed intervenendo .
AL PRIMO PUNTO DEL NUOVO PROGRAMMA “ DI RILANCIO” DELLA GIUNTA LO BIUNDO E DEGLI EX ARTIGIANI ( ED ORA ANCHE PALESEMENTE DEL PDL) VI E’ LA REALIZZAZIONE DELLA POLICENTRO. Ora noi ci chiediamo e lo chiediamo ai rappresentanti dello Stato quelli che a Partinico, e non da ora , non sentono molto, vedono poco e sono di pochissime parole e sopratutto non agiscono (repetita iuvant)  :Spiegateci voi come sia possibile che un’opera ASSOLUTAMETE PRIVATA,CHE SI REALIZZA SU DI UN'AREA DI PRIVATI, CON CAPITALI PRIVATI  possa entrare a fare parte di un Programma di governo politico cittadino il cui ruolo è quello di occuparsi SOLO ED ESCLUSIVAMENTE  delle cose PUBBLICHE . E allora i casi sono due: o costoro sono degli sciacalli che intendono appropriarsi di una cosa che non è la loro PER RAGIONI DI MISERABILE E VOLGARE CLIENTELA OPPURE ,COME NOI PENSIAMO, COSTORO SONO DENTRO L’AFFARE DELLA POLICENTRO (,UN'AFFARE DI MILIONI DI EURO) DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE ATTRAVERSO PRESTANOMI. Ovviamente per trarne il massimo vantaggio e non solo elettorale  . No, a Partinico non è più tollerabile che i rappresentanti locali dello Stato siano  assenti, lontani e come Pilato intendano  lavarsene le mani.
Toti Costanzo

giovedì 13 ottobre 2011

DI BAFFO E PIZZO TI SEI ADORNATO!



"Di baffo e pizzo ti sei adornato. Il tuo cervello si è offuscato. Forse per interesse privato?” E cosi’ dal suo posto di consigliere comunale dopo avere chiesto la parola ,don Cola Geraci il Comunista per antonomasia, recitava quei pochi versi e concludeva strofinando il pollice e l’indice rivolgendosi ad un giovanissimo Assessore ,cui l’attenzione letteraria di Cola era indirizzata ,che in quel momento entrava (era l'inizio del 1970)  nella sala del Consiglio comunale di Partinico e si accomodava al tavolo occupato dagli altri suoi colleghi .Il personaggio cui Cola si rivolgeva rappresentava la nuova generazione dei dirigenti democristiani locali le cui aspirazioni anche sfrenate , seppur legittime, furono bene presto rese evidenti  e venivano costruite con la scelta ragionata non solo di un esasperato anticomunismo ma anche nella gestione concreta dell'enorme  potere amministrativo di allora . Quell'anticomunismo  , a volte  fuori luogo se non addirittura rasentante la pesantezza e sfiorando in alcuni momenti anche la volgarità, caratterizzava quei tempi di forti contrasti e tensioni . Si era ancora  in pieno clima sessantottino che vedeva un forte conflitto  tra pezzi del PCI e della DC rappresentativi di quella stagione fatta di permanente contrapposizione .Dunque ,Cola ,aveva  immediatamente colto la trasformazione subitanea del Nostro giovane Assessore che si era fatto crescere un  baffo ed un pizzo che, allora faceva tanto “spavalderia”  e successivamente, avendone mantenuto la condizione di stabile supporto all’effige ma avendo perso la giovanile chioma  lo facevano somigliare( i paradossi o forse, " le cattiverie “della storia ) sempre più al Lenin ultima versione cioé quella assai conosciuta dalle masse popolari ed esasperata dalla propaganda di quel regime cosi’ tristemente passato, poi, alla Storia della nostra umanità quale tradimento delle aspirazioni e soprattutto dei diritti dei popoli che costituirono col sangue l’Unione Sovietica dopo la Rivoluzione d’Ottobre . E Cola questo lo percepiva dall’alto della sua cultura anche se soleva dire che “ io sono arrivato appena alla quinta elementare e mi guadagno da vivere col lavoro di mediatore di vino”. Infatti Cola suoleva ,in Consiglio comunale,  portare con se un “quadernetto” del tipo che all’epoca era in uso nella scuola perché gli alunni potessero li’ appuntare le notizie ed informazioni a loro utili. Quel quadernetto Cola lo aveva circondato con un elastico che tratteneva anche un matita con la quale appuntava oltre “le partite di vino” che trattava con i suoi clienti ,riflessioni,  poesiuole ed epigrammi che dedicava “all’ampu” soprattutto agli avversari politici. Ne compose una per Salvatore Cintola che restò memorabile. Non ricordo più le parole ma il senso era questo: la natura quando concepi’ Salvatore non fece il suo dovere nel senso che lo congegnò “ cosi’ nero” ( cioé non di animo buono) che anche il Padreterno se ne dispiacque. Altri tempi, altri personaggi, altre passioni.Altra storia 
Dunque sono trascorsi quarant’anni e il baffo ed il pizzo ritornano di scena in Consiglio . E il baffo ed il pizzo incarnatisi in quell'anno sul volto del Nostro democristiano ,oggi si reincarnano idealmente sul volto di un giovane che,se non erriamo, veniva alla luce  proprio in quell’anno se non , chissà forse,lo stesso  giorno  .Vedi le cose della nostra vita! Ma Cola non c’è più per stigmatizzarlo , sottolinearlo ,tratteggiarlo con efficacia e poche parole com'era suo solito .E non  c’é neppure Salvatore Cintola scomparso prematuramente che di quella stagione fu anch’esso un protagonista ,anche se ci siamo ancora tanti di quell’epoca cosi’ come il personaggio che Cola allora immortalò. Cosa avrebbe scritto Cola se oggi fosse ancora tra di noi? Cosa avrebbe scritto del giovane Sal ? Che dietro questo suo nuovo look facciale si incarnano i corsi ed i ricorsi della storia? Che il giovane Sindaco intende cosi’  “sotto mentite spoglie” dare vita, rinnovare,  una nuova  stagione fatta di arroganza,  prepotenza, di nuovo e sempre vecchio ,sconcertante anticomunismo ? Ci fece recentemente sapere :” Se volete utilizzare il palco per la vostra festa di Liberazione dovete apporre sugli inviti il logo del Comune come “patrocinio!Roba da far accapponare la pelle. Capite? Una festa di Partito che in quanto utilizza un palco di proprietà comunale -che è poi di tutta la collettività -dovrebbe farsi sponsorizzare dal Comune .Perché il Comune ,ovviamente ,è “cosa loro” .Come la Cantina Borbonica,il Plazzo Ram ed altro ancora . Una cosa mai vista e mai sentita e neppure concepita nelle menti più torbide dei vecchi democristiani che dell’anticomunismo ne fecero, allora,  una religione. Cola avrebbe detto:”Roba da manicomio criminale”. Dunque se Cola fosse ancora tra di noi avrebbe riscritto sicuramente cosi' : “ Sal, di baffo e pizzo ti sei adornato. Il tuo cervello si è offuscato. Forse per interesse privato?” Ovviamente in questo "interesse privato"  non c’entrano né la Policentro né il nuovo business collegato alla produzione di  energie alternative.
Toti Costanzo

domenica 9 ottobre 2011

MANENTI,CATALANO,CUFFARO,IACOLINO, CIRIGNOTTA: UNA STORIA TUTTA SICILIANA DELLA SANITA’ AI TEMPI DI CRACOLICI ,LUMIA ,MASSIMO RUSSO E DON RAFFAELE DI GRAMMICHELE



Chi mi  conosce bene ed è , dunque, scevro da pregiudizio  sa che l’ipocrisia non è una qualità che  mi appartiene. Di “difetti” in senso psicologico  ne avrò tanti ma questo certamente no .Ed anche se capita spesso che qualche familiare mi dice con tono di rimprovero ,ed anche dal suo punto di vista  a ragione :”Ma a’ virità  pi’  forza l’ha ‘ddiri o l’ha scriviri ?, tuttavia tiro dritto .Si ,la verità non consce scorciatoie e meno che mai volute omissioni, anche se dire SEMPRE  la verità “non paga” e ti mette contro non solo tanti in perfetta buona fede ma l’esercito infinito degli ipocriti di coloro, cioè, che non manifestano mai il loro vero volto,la natura del loro animo.  Dunque, se si è “comunisti” ,non si può né si deve essere ipocriti. In caso contrario si tratterebbe di altra cosa ,si apparterrebbe a quella lunga schiera anche di persone per bene che tuttavia qualche eccezione ,qualche debolezza durante la loro vita se la possono pur concedere .Si tratterebbe,per loro,  di peccato veniale mentre per un comunista quel peccato sarebbe davvero mortale .Si perderebbe la fiducia di quanti ai comunisti si  affidano per la difesa degli interessi più elementari: il lavoro, i diritti, e tra questi soprattutto la sete di giustizia.Dunque bisogna sempre dire LA VERITA’ e seguire  un itinerario etico che non cambia, né si adatta ai tempi o alle circostanze.  Ma d’altronde che comunisti saremmo se non fossimo “diversi”? E non si tratta di diversità antropologica o dell’essere “comunisti ideologici” cioè di sbandierare prosopopea e retorica identitaria  ma quelli che al “comunismo dal volto umano ” , quelli che come me  ci sono arrivati dopo una lettura della realtà in cui si é vissuti . E ci sono arrivati  “con i loro piedi”  e non certo per necessità ,opportunità o convenienza e meno che mai per tradizioni familiari. Costoro non hanno bisogno di costruire la propria identità e idealità  sulla finzione.E dunque  per essere comunisti non è necessario partire neppure dalle proprie necessità materiali o per tradizione di famiglia .Per cui  se penso al mio percorso umano e di  tradizione familiare dovrei essere ,per come per certi versi sono stato da ragazzo e per comprensibili ragioni ( l’appartenenza alla Chiesa-istituzione, ,l’indottrinamento che è cosa diversa dall’educazione religiosa, )  all’opposto. Se penso poi alla religiosità della famiglia della nonna materna dove per alcuni anni ho vissuto per ragioni di frequenza alla scuola media di Partinico ed erano gli anni dell'adolescenza in cui "si assorbe" tutto ,circondato non solo da una quantità indefinibile di immagini sacre o libri di preghiera che circolavano in via Fornace in quel di Casa Santa (oltre che la ingombrante presenza - in senso religioso- della zia Gabriella Terrasi sorella della nonna,  che fu anche Madre Superiora del Collegio di Maria di piazza Municipio)allora la storia culturale e politica della mia vita avrebbe avuto una sorte ben diversa. Dunque i comunisti anche quelli non ideologici sono “diversi”? Si lo sono per le poche cose che mi sono sforzato di scrivere . Oppure non sono comunisti e ,dunque, sono  altra cosa: sicuramente opportunisti. Mi chiedo : quanti  comunisti-opportunisti ,dal 1970, anno in cui mi iscrissi per la prima volta nel PCI, avrò conosciuto a Partinico, nel circondario e a Palermo? Un esercito di “compagni” scomparsi per ragioni diverse quando ,come nei  casi più vergognosi, non hanno ceduto volontaristicamente “ vendendosi al padrone” : il datore di lavoro,  il capo ufficio, l’uomo politico che gli poteva essere di utilità appunto per una occupazione ,  un avanzamento, una carriera o anche altro. Insieme a tantissimi di questi scomparsi, inghiottiti dal silenzio o dalla coltre dell’opportunismo ,altri hanno avuto l’impudicizia di tradire resistendo alla  vergogna  e sono ancora in servizio effettivo permanente nei ranghi di affossatori, manutengoli del potere, profittatori, vessatori, camaleonti. I nomi? Voglio fare , almeno per una volta ‘u partinicotu e ,dunque,mutu e di' panza .
Perché questa lunga premessa ? Perché  chiunque comprende come la storia ambigua ed equivoca dei tanti cracolici partinicesi ,palermitani e siciliani (o i tanti  Garraffa,Crisafulli, Speziale, Fassino, Veltroni, D’Alema e cosi’ via ) hanno  rappresentato l’elemento che ha contribuito ad affossare anche la nostra terra, ad allontanare dalla “Politica” masse sempre più consistenti di cittadini , a creare sfiducia ,a far dire a tante persone per bene : “Sunnu tutti ‘i stessi!” . E i cracolici ex comunisti-opportunisti non hanno nulla a che vedere, per il mio ragionamento, con quanti oggi si trovano e per loro insindacabili ragioni nella stessa parte politica ,essendo approdati li' proveniendo da  un percorso , da una storia politica-culturale diversa di quelli cho ho citato : i Provenzano a Partinico,   i Lumia a Termini Imerese o gli Scala o Papania nella vicina Alcamo. Costoro hanno tutto il diritto di costruire il  Partito che vogliono e le Associazioni  culturali che più gli aggada .Avrebbero ,però, più credibilità se dicessero quello che tutti pensano e io dico, appunto, senza ipocrisia : si tratta di vere e proprie CORRENTI, cioè gruppi, frammenti organizzati e strutturati  all’interno di un Partito,il PD, (certamente correnti anche culturali,di pensiero ma anche di POTERE ) cioè la RIEDIZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO DELL’ANTICA, VECCHIA, DEMOCRAZIA CRISTIANA che pensavamo d’avere definitivamente sconfitto con la “rivoluzione” del 1992 e che tanti ex comunisti hanno, paradossalmente, riedificato ripristinando un sistema sociale di relazioni e di interessi assai fruttuoso per la crescita di nuovi centri di potere gestiti da nuovi quanto vecchi potentucoli e distruttivo della nostra società democratica e di impedimento alla crescita complessiva della nostra isola .Questo quantomeno ritarderà alla nostra terra quel processo di liberazione definitiva dalle clientele, dalla subordinazione, dal bisogno DI SEMPRE  .
E a Palermo per ragioni anche le più nobili. come quelle di dare solidarietà ad un manager della sanità, Cirignotta, colpito da un pesante avvertimento o di discutere di sanità ,venerdi’ 7 all’Astoria  ,la “corrente” di Cracolici e Lumia ha sperimentato la sua capacità d’attrazione dividendo,però,il palco con un personaggio quale l’ex magistrato Russo , il quale, va ricordato, fino ad oggi HA SOLO LUI IN MANO LA SANITA’ SICILIANA ED E’ UOMO,politicamente,  DI LOMBARDO .
E si è anche ri-sperimentato- ammesso che questo non fosse il deja vue - come attorno agli interessi concreti della “sanità” (cliniche private, primariati, ospedali, gestione di ASP, servizi consistenti con migliaia di dipendenti ) fatta di tanti medici,tecnici, personale dipendente e dell’indotto a vario titolo ,si  muovono miliardi di euro e potere elettorale cosi’ come fu ai tempi delle gestioni democristiane o socialiste della prima repubblica e cosi’ come è stato con i Cuffaro e le appendici dei Manenti , dei Catalano  e ultimo per citare Partinico e l’ASP 6 ,la marea di presenze con l’ex manager , Salvatore Iacolino, nell’aula magna dell’Istituto “Savarino”della nostra città per consacrare la sua candidatura e successiva elezione all'europarlamento .Nessuno si illuda: la SANITA' ,quella fatta di uomini ( ovviamente con tante eccezioni) si muove come una massa di manovra alla ricerca della protezione politica temporale e di momentanea opportunità. 
Lumia e Cracolici hanno voluto ,Venerdi',  bruciare i tempi ,organizzare e misurare la forza di attrazione e le alleanze in vista di una eventuale scissione del PD in Sicilia utilizzando quale opportunistico scudo  l'ex magistrato Russo ?Un messaggio a Bersani "il temporeggiatore" e alla più battagliera e determinata Rosy Bindi che su quel che accade nel PD in  Sicilia ha le idee assai chiare ?  Staremo a vedere mentre noi non vogliamo perdere tempo: abbiamo da costruire l’alternativa ai Cracolici,ai Russo, ai Lombardo e al centro destra berlusconiano.Compreso “il  sudista al frappé di arance " Gianfri Micciché.
Toti Costanzo  

mercoledì 5 ottobre 2011

TAL'E', AVEMU 'U FOTOVOLTAICU! E NUATRI NNI CI TUFFAMU




Tra una visita a quattro gabinetti scolastici costati oltre cento mila euro alle casse della Regione per dare un poco di lavoro ad alcuni disoccupati e consentire ai ragazzini di fare pipi’ e potersi lavare le mani ,una fascia che non si nega ad alcuna processione o funzione religiosa  e neppure alla inaugurazione di fontanelle-cimitero e centri fasulli della legalità su beni confiscati alla mafia , la visita obbligatoria, quasi giornaliera,  è al capannone di periferia che custodisce il futuro di famiglia. E il futuro si chiama energia alternativa per cui tu piazzi sul tetto quattro pannelli ed olé si accende la luce parte della quale puoi usare e parte da rivendere all’Enel. Facile, facile . Si fa una società ,vi si piazza qualche fedelissimo dimesso da altro ruolo ed il gioco è quasi fatto . Appare del tutto evidente che questo è sempre meglio che  sbarcare il lunario accontentandosi per tutta la vita ,passata la sbornia pseudo-politica-amministrativa , dello stipendio di passacarte o tentare col gratta e vinci. Perché poi dovrebbero goderne gli  altri quando avranno a breve ,e a portata di mano, tetti e spazi a tinchité ,imprese, lavori, cemento, e ciò quando sorgeranno i capannoni e si metterà mano alla grande mela di contrada Margi? E pensate che costoro che si sono giocati tutto  ( cioè dignità,legalità, serietà, moralità etc. etc. ) per fare approvare un progetto illegale possano non approfittare di questo treno che nella vita può passare soltanto una volta? Uno ,per la verità ci tentò prima di loro, o forse in contemporanea, perché aveva davanti un quadro ben chiaro di riferimento di quel  possa significare impresa, costruzioni, appalti,affari che girano attorno ad un centro commerciale che quando finisce male ti  ricicla gli immobili costruiti e fa sempre business. Alla faccia di quei quattro sprovveduti di ex proprietari che il loro terreno lo hanno ceduto per  quattro lire! Ma a “quello andò male perché, si dice, il diavolo fa le pentole ma dimentica il coperchio .E il coperchio era l'ingordigia sfrenata . Dunque costoro che la Policentro l’hanno sostenuta fino in fondo ne vogliono  i vantaggi .Perché i vantaggi sono solo nostri e  , come si dice dalle nostre parti, “vantaggiu un' sinni runa mancu ai zoppi”. Dunque a “tutto dentro” (piccoli politicanti da strapazzo, imprenditori ,professionisti ed altro ancora) come quelle pietanze che comprendono diversi  alimenti che poi si amalgamo risultando ,alla fine assai, gustose ! Però che imbecilli questi comunisti e questi ambientalisti ! Loro si battono da anni per le energie alternative(fotovoltaico,eolico ,solare, addirittura pensano pure alle maree ) fanno manifestazioni, qualcuno finisce all’ospedale o in galera per resistenza alla forza pubblica la quale (ovviamente con i dovuti distinguo tra le forze dell’ordine) per sfogare la rabbia per gli stipendi di fame che il puttaniere Patonza e i suoi ministrucoli elargiscono agli agenti , si accontenta di manganellare qualche operaio , qualche insegnante precario , qualche studente o qualche poveraccio disoccupato cronico ,e loro i nostri cazzetti locali ,alla faccia nostra, si pappano la “ciccia”.E allora, diteci ,perché mai avrebbero brigato per ricoprire il ruolo di sindaco,assessore o  consigliere portaborsa-pigliaboffe  in un Comune come quello di Partinico?Davvero qualcuno pensava che costoro pensassero al cosiddetto “bene del paese” come suole dire “cu’ 'a scuncica” Pinuzzu tiggej ?   Ma la città va in malora, i suoi problemi si aggravano ogni giorno di più, la distilleria più grande d’Europa ammorba e li rende ridicoli davanti all’opinione pubblica, il verde è un grande immenso campo di degrado, tasse e balzelli e multe che non se ne può più, macchina comunale inefficace,inefficiente, antieconomica ,il semaforo di via Benevento ( é vero Comandante!) che dopo lunga e penosa malattia aveva iniziato a lampeggiare ora rimane di nuovo muto alla nostra faccia. Che importa se in quel pericoloso posto qualche giovane vi lascia la vita come in quella strada è capitato? A loro non gliene  fotte niente perché hanno altro cui pensare. Per esempio  e fresca, fresca : dare un incarico di progettazione per un Palazzetto dello sport ,il terzo (il trucco è ereditato dai volponi,loro maestri,  della prima repubblica : si fa finta di affidare la progettazione ad un dipendente comunale perché non si possono pagare i progettisti se prima non si ha un finanziamento , ma il progetto lo elabora un tecnico amico esterno all’amministrazione e poi se finanziato ….aumma,aumma!) mentre gli impianti sportivi come lo stadio comunale , il pallone tensostatico e le palestre scolastiche vanno in malora . Dicono: “ E allora? Vanno in malora, li abbiamo abbandonati e noi ‘mpupiamu “ un terzo bel progetto di Palazzetto alla vostra faccia". E il progetto di Palazzetto dello sport ,progetto esecutivo dell'arch. Lucia , nei cassetti dell'ufficio tecnico  e l'altro pregetto di Palazzetto da Giordano affidato all'architetto De Caro Carella ?Semplice : gli  facciamo fare la stessa fine che Giugio fece fare al progetto profumatamente pagato per trasformare in  uffici il resto del  megaparcheggio annesso allo stadio comunale. Ma lo sapete che per quel progetto ,mai realizzato ,pure il nostro tecnico-assessore al verde capitò na’ ngagghidda di picciuli (oltre 16.000 euro)  in ragione sopratutto della sua appartenenza politica di allora ? Dice sempre il Maniaci: “A Partinicu funziona cosi’!”No, caro Pino, questa volta non siamo d'accordo perché  non funziona cosi’ e presto questi argiuti giovanotti cu' 'a cura longa quanti chidda di surci ri cunnuttu (a proposito: in quale  Istituto alcuni di costoro si sono "formati" conseguendo anche la maturità?) ne avranno concreta dimostrazione. Prima che sia troppo tardi per la nostra città,la sua storia ,la sua civiltà
Toti Costanzo