giovedì 31 marzo 2011

E BART DISSE A SAL: "TI FUTTIVI PALUMMEDDA!"

L'alto specchio a tre ante era arrivato , nei secoli passati, anche nella lontana Cina. Pare che i “mandarini”, notoriamente osservatori attenti del pavone quasi ai limiti dell'ossessione , abbiano studiato prima , per imitarlo dopo questo splendido animale che all'apice del suo autogodimento suole far girare la lussureggiante coda perché tutti possano vederlo ed esclamare: ohhh!.E per imitare i pavoni i mandarini si guardavano,appunto, negli  specchi.

Dunque a distanza di secoli, dicono i bene informati, che ancora ad oggi simili specchi sogliono essere utilizzati dai “pavoni nostrani” .E, addirittura, lo fanno arrivare direttamente da Merano non più seguendo la vecchia via della seta ma quella più modesta du' matapollu che inondò ,nel primo dopoguerra, le case di mezza Partinico. Infatti tale tessuto arrivava da “lassù”, come si diceva una volta.

Ma ora lo specchio arriva su richiestae assai velocemente  . Arriva tramite un corriere speciale che opera solo di notte perché alla luce del giorno sarebbe oggetto dell'attento occhio ed orecchio di alcuni sparlacchieri locali professionisti chiazzalora ,sempre appostati vicino la dimora del Nostro tra il bar e l'area antistante una banca meta di incontri domenicali dove primeggia ,per esuberanza manifesta in ragione delle tante balle che spara ,la splendida figura di Vincenzino liolà, cosi' come quella però più defilata di Vituzzu .Loro ricevono li' settimanalmente anche per appuntamento
Lo specchio trova immediata collocazione nella stanzetta -dicono 'i' mmiriusi- ancora virginea seppur siano già trascorsi quasi tre anni durante i quali ,oltre alle trasferte al Nord per partecipare alle “Sagre delle Botti “ ( é cosa nota che fuori si può, se si vuole, saltare la cavallina .E mutu cu' sapi u' iocu) ,continue sono state le pubbliche relazioni ed occasioni d'incontro che lo hanno visto spaziare ,indifferentemente, dalla poesia, alla musica, al canto, alla danza, allo scrittura, alla pittura ,alla scultura avendo anche il tempo di addestrarsi , addirittura,nell'esercizio dell'uso dei pupi di Canino da poco trasferiti nella residenza estiva dove,pare, che il Nostro eccelle nel recitare ,da dietro le quinte , la parte di Angelica quando costei si abbandona nelle braccia di Orlando al flebile quanto rauco grido di “ Merci, merci beaucoup mon amour...”
Lui  si collocò davanti gli specchi . Un brivido l'attraversò “da qui' a qui' “ come ebbe a dire in un indimenticabile comizio del '64 la buonanima di don Nitto candidato al Consiglio comunale .Don Nitto voleva pubblicamente smirdiari un giovane democristiano che iniziava ,all'epoca, la sua carriera politica manifestando di già una dose tale di cinismo che sconvolse il malcapitato. E don Nitto , avversario della DC,per rendere evidente queste negative doti che già quello manifestava, raccontò di quando dovette prodigarsi per curargli il padre recandosi anche di notte mentre pioveva a dirotto per “faricci una gnizione”. Disse dal palco don Nitto :” Io non guardai quella sera niente. Corsi mentre sdilluviava e l'acqua mi entò da qui' e mi usci' da qui “ E cosi' dicendo portava la mano destra a toccarsi u' chicchiriddu e quella sinistra il fondo schiena .
Lo specchio a tre ante con funzione tridimensionale proiettava una figura assai gradevole: profilo con mascella decisa,capello tagliato cortissimo anche se non molto folto ,fronte larga sintomo di spiccata intelligenza, naso gradevole nella forma e nella sua dimensione . Disse a se stesso: “ Ma non assomiglio proprio a lui ,a Gianni primo collaboratore di Silvio? Si, sono proprio la sua contrafigura”- Indossò la fascia , girò attorno al suo asse come fanno i pavoni . “ Okkei,disse” ed andò a dormire assai soddisfatto.
Il giorno successivo l'aspettava la cerimonia di inaugurazione di quella sala ad uso multiplo e di alta tecnologia cui aveva dedicato tempo, competenza e passione. Era tutto pronto:amici, parenti, dipendenti, zuini, lecchini, pagnottisti,attendisti, opportunisti , sciaccquini  e portaborse  .Era sul punto di tirare fuori la fascia tricolore indossarla e dare il via alla cerimonia. Fu un attimo. Dalle retrovie si precipita al grido “Arrivoooo!” Si precipitò lui, Sal già armato di fascia e pure di forbice. Bart agghiacciò. Sal taglio il nastro ma Bart  come un kamikaze , questa volta, si lanciò davanti a tutti ,davanti anche alla santa chiesa.Allargò i due pezzi di nastro reciso e come un razzo per primo guadagnò la sala attrezzata al grido di : “Ti futtivi. Ti futtivi palummedda!”
Sal restò spiazzato e si dovette accontentare del bacio purificatore della santa chiesa
N:B: Non ci credete? Basta andare su Telejato WEB di  don Pinuzzu.Provare per credere . 
Sala Rossa

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che ridere!

Antonino Partinico ha detto...

Se fosse vivo l'avvocato Zi - Zi direbbe " picciò, ma veru riciti "