venerdì 23 aprile 2010

E BARTOLO, COME I PIFFERI, ANDO' PER SUONARE E FU SUONATO

Devo francamente ammettere che mi è capitato più di una volta alla fine della stesura di un post e a commento di avvenimenti o dichiarazioni sia del Sindaco di Partinico ma anche dell’Assessore Bartolo Parrino, di chiedermi se in quell'occasione non fossi stato “pesante” nel giudicare ed esprimere giudizi politici sulle persone oggetto della mia attenzione. E devo confessare che mi è capitato di modificare in corso d’opera quanto già scritto ritenendo, forse, eccessivo quel giudizio o commento anche se assolutamente GIUSTO. Le parole, a volte si sa, sono pietre. E, dunque, ho operato i dovuti aggiustamenti. Non mi pento d’averlo fatto anche se oggi userò senza alcun tentennamento, e quindi con forza, determinazione e razionale lucidità i giudizi che il Sindaco di Partinico, ma ancor di più l’Assessore Parrino, meritano in relazione a quanto è accaduto in questo ultimo anno per quel che riguarda la Cantina Borbonica ed il suo utilizzo e che ha avuto un epilogo Giovedì sera durante la seduta del Consiglio comunale. La vicenda è assai nota: un bene di inestimabile valore architettonico oggetto per circa un quarantennio delle attenzioni di un insieme di personalità della politica e della cultura locale che lo hanno salvato dal degrado e dall'abbandono, un finanziamento di oltre sei milioni di euro per il suo restauro con le finalità di “realizzazione del museo delle tradizioni storico-culturali ed agricole di Partinico ” (nota della Sovrintendenza BBCCAA di Palermo del 20.4.2010 n.d.r.), una incredibile decisione dell’Amministrazione Lo Biundo che ha avuto quale testa d’ariete l’Assessore Bartolo Parrino, il quale ha voluto imporre ad ogni costo e contro ogni logica di buon senso l’approvazione di un Regolamento attraverso il quale trasformare quel bene in un baraccone dentro il quale consentire la scandalosa possibilità di realizzare a pagamento matrimoni, battesimi, cresime e cose di tal genere. Una cosa mai vista in una città come la nostra che di “cose sconce” ne ha viste ed anche sentite tante e non avrebbe mai pensato che a riproporle potevano essere giovani cresciuti, si pensa, in un contesto politico e culturale almeno diverso da quello generale fatto di conservatorismo becero, opportunismi sconsiderati, miserevoli clientele, plebeismo incrostato e trasmesso da generazione in generazione. A contrastare con immediatezza (agosto del 2009) un Comitato costituito in buona parte dalle stesse personalità che hanno salvato quel bene con l’aggregarsi di tanti altri giovani e non che ha lanciato un grido di allarme iniziando un lungo e laborioso lavoro di informazione di convincimento, incontrandosi anche nel pieno dell'estate con lo scopo di convincere i due sciagurati a desistere dal loro sconsiderato intendimento. E poi i documenti, le interviste, il Convegno al palazzo dei Carmelitani, gli incontri con consiglieri della stessa maggioranza (Aiello, Buscio, Scianna) e dell’opposizione (Giovia, Piero e Renzo Di Trapani, Campione, Governanti, Salvatore Rizzo Puleo) anche loro convinti che sarebbe stato grave errore annullare con un provvedimento privo di alcuna giustificazione anni di sacrifici, lotte, impegno al fine di mantenere la “nobiltà” della Cantina. Né fu tenuta in alcuna considerazione, nella prima seduta consiliare in cui si doveva approvare il Regolamento, una nota distribuita ai consiglieri da parte del mio Partito che si era fatto promotore di una ricerca per verificare se beni del nostro territorio di analoga valenza come il Castello dei Conti di Modica di Alcamo, il Castello della Bronessa di Carini, la Torre Ventimiglia di Montelepre, oltre che Palazzo D’Aumale di Terrasini fossero utilizzati con le stesse finalità proposte dall’amministrazione di Partinico. Ovviamente le Amministrazioni del territorio hanno in grande considerazione “la storia” delle loro comunità e, dunque, mantengono la gestione utilizzando il loro personale e le loro risorse. L’epilogo di questa vicenda dagli squallidi contorni (bugie continue e manifeste, ipocrisia, dichiarazioni di disponibilità MA SOLO A PAROLE, contorsioni verbali, minacce velate ai consiglieri dissenzienti) è stato quello di Giovedì sera: un Consiglio comunale convocato con lo scopo di approvare il Regolamento come era stato congegnato e caparbiamente sostenuto dalla presunzione e dall’ottusa arroganza del Sindaco e dell’Assessore Parrino (che ne aveva difeso i contenuti senza alcun “pentimento”) fa scoppiare nelle mani dei due maldestri, il giocattolo. L’Assessore ed anche il Presidente del Consiglio (il Sindaco era assente per ricostruirsi a Salerno una verginità legalitaria persasi nei meandri della quotidiana azione amministrativa) non informano l'assemblea dei contenuti della nota inviata DALLA SOPRINTENDENZA il giorno prima e da loro ricevuta e con la quale, esplicitamente, la dott.ssa Adele Mormino e il Dirigente del Servizio scrivevano che “Questa Sovrintendenza ritenendo quanto previsto nella Deliberazione di G.M. n.172/209 un “servizio aggiuntivo” NON COMPATIBILE con il carattere storico-artistico del complesso monumentale….non condivide le iniziative proposte dall’Amministrazione e PERTANTO … ESPRIME PARERE CONTRARIO....PERTANTO SI INVITA CODESTA Amministrazione AD ELIMINARE..…L’ATTIVITA’ DI CELEBRAZIONE DI NOZZE, BATTESIMI O COMUNIONI CON ANNESSA TENUTA DI CATERING E CON POSSIBILITA’ DI ALLESTIRE BANCHETTI". Una nota esibita al Consiglio dai consiglieri Aiello e Buscio che ne erano in possesso e che dava ragione a quanti avevano operato con lo scopo di dare dignità alla Cantina Borbonica. Parrino, di fronte all’evidenza, è stato costretto a chiedere il ritiro della delibera e come i pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati, abbandonò a capo chino la platea non prima di avere ripetutamente e continuamente informato dell’accaduto il suo sponsor politico trascinato anche lui in questa sconsiderata vicenda.
Voglio aggiungere una ultima mia personale considerazione. Reputo di non condividere la richiesta fatta dal consigliere comunale Renzo Di Trapani che é quella di far dimettere l’Assessore Parrino. E non sono d’accordo con lui per una semplice ragione: Parrino non deve andarsene ma deve stare al suo posto e continuare ad operare così come ha fatto fino ad oggi perché, alla fine del suo percorso politico-amministrativo, tanti che lo hanno votato in perfetta buona fede e in lui avevano posto anche, perché no, qualche speranza per un cambiamento possano avere chiaro come sia possibile, e soprattutto per quali ragioni, avvengono i processi politici e culturali INVOLUTIVI (vi ricordate la campagna elettorale a viso aperto e in maniera plateale a sostegno dell’inquisito per voto di scambio con la mafia, on. Antinoro?) di cui è cosparsa, purtroppo, la storia anche recente della nostra città e che tocca - questo sì che é cosa assai grave - impensabili fasce di giovani consiglieri che agiscono in ragione del proprio interesse e miope immediato tornaconto piuttosto che operare per un processo di EVOLUZIONE di cui hanno bisogno loro, noi e l'insieme della nostra collettività .
Toti Costanzo

1 commento:

antonino partinico ha detto...

Mi sbaglio o quando c'erano quelle riunioni interminabili che duravano fino a dopo la mezzanotte, in cui si discuteva dell'elaborazione del programma elettorale (ovviamente durante la prima fase) e non dopo, (cioè quando il "piffero", i pupari artigianali, con altre marionette come Gisella e Di Dia), presenti anche Franco Fermo, Totò Bono ed altri come il Partito della rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà , Antonio Lo Baido, veniva avanzata proprio da quest'ultimo la proposta di valorizzare la Cantina come "Centro Enoteco Regionale" unico in tutta la Sicilia per la pubblicizzazione dei vini del territorio?
E se non ricordo male, questa proposta, veniva accettata all'unanimità dai presenti, quindi, anche dal piffero. Tutto ciò non doveva servire per attrarre visitatori da tutti i cinque continenti e lanciare in grande scala la promozione dei nostri vini? L'atteggiamento attuale dell'Amministrazione Comunale, orientato a fare cassa con i banchetti, e non restutuire alla Cantina, (che brilla di luce propria), il valore che merita è veramente puerile, riduttivo come le menti che esercitano il potere nella città dei "Poveri Cristi" .
Al Prof. Costanzo che riporta la nota che riguarda i voti di scambio, vorrei dire che sono totalmente in dis'accordo perchè è importante, a mio avviso quell'analogia che fa un grande poeta iataliano del secolo scorso quando dice: "l'uomo è come le pecore, se una va, l'altra va, se una si ferma, l'atra ristà ...." e negli ultimi tempi non si può essere eletti se non si ha almeno un avviso di garanzia.
Ormai non mi stupisco più di niente, ho paura per il futuro, per i nostri figli, per i nipoti e per chi verrà dopo le nostre generazioni.