domenica 27 settembre 2009

ATTENTION PLAISE, L'ASSESSORE NON E' IN SEDE..

Da almeno quattro giorni era scomparso dalla circolazione. Telefonini (ne ha più di uno che con maestria riesce ad utilizzare in contemporanea. Il primo collegato, tramite auricolare, all’orecchio destro; il secondo a quello sinistro; il terzo interconnesso con il primo ed il secondo e il tutto usato con una bravura stupefacente) muti come pesci. Le segreterie telefoniche ti davano una vocina registrata:”Attention plaise. L’Assessore non è in sede. Richiamare la prossima settimana”. Preoccupazione, diffusa. Qualcuno degli ormai sparsi collaboratori rimastigli non sapeva dare alcuna spiegazione. Niente, di niente. Si accennò ad una eventuale, repentina, estemporanea “fuga d’amore” con una dolce donzella conosciuta in un recente party a Montelepre. Qualche altro, malevolo, parlava di “depressione cavalcante” in ragione delle critiche irriguardose, irrispettose, e sopratutto ingenerose, di quei quattro scalzacani comunisti rimasti a Partinico che gli contestavano, di recente, alcune cose in particolare: tentativo di trasformazione della Cantina in una specie di pab-salaristoro-wine bar; trunzu di malafiura con la vicenda dell’Archivio storico; presenza dell’amianto a copertura del “Polizzi” per cui non sa che pesci pigliare. Ma il colpo, quello quasi mortale, correva voce, l’avrebbe avuto quando qualcuno dei suoi ex amici- oggi nemici - del suo ex Partito fece “riscoprire” le immagini riprese da Pinuzzu al tempo di Giordano e del suo vice Vincenzino Liolà (quello che appurpau, anche col suo silenzio ed accondiscendenza, circa 20 mila euro leanziani per una serata recente in piazza Duomo organizzata dal fedele “sancio pancia honesthaufen Sergio”) che lo vedevano protestare per la dismissione delle ottime cucine comunali dirette, allora, con maestria dall’economa Ciccina. In quelle immagini lo si vede protestare insieme ad altro campione di coerenza (di cui, allora, dividevano ovviamente lo stesso Partito) divenuta, poi Assessore con Peppone che si dimenticò subito delle cucine da riprisitnare e continuò con i lucrosi appalti “esterni” per fornitura di vaschette sottovuoto.

Dunque, in tanti si chiesero: dov’è andato a finire? L’interrogativo non avrebbe avuto alcuna risposta se uno dei tantissimi dipendenti che, non avendo alcuna cosa da fare per mancanza di indicazioni dirigenziali passa il tempo a “navigare”, non avesse scoperto una e-mail che il Nostro ebbe a scrivere all’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti nonché all’Agenzia internazionale “Artist Photografer”. Chiedeva, con l’e-mail, di sapere quale apparecchio auto scattante poteva utilizzare per una foto in “primo piano”. La risposta l’ebbe con immediatezza: la migliore, oggi, è la Radeon HD 5870 una vera e propria “bestia“ della fotografia professionale. La comprò senza alcuna indugio a Palermo da “Randazzo”: circa 600 euro e cioè l’equivalente di metà dell’indennità mensile che gli spetta di diritto per le sue alte, riconosciute e certificate dal Segretario Generale (che certifica di tutto e anche di più), prestazioni assessoriali. Trasformò la stanzetta virginale in un teatro di posa: luci soffuse e colorate, tendaggi acquistati su indicazioni di Kate (ignara in quanto le fu nascosta la ragione vera) piccola panca con reggi-collo e schienale a 90 gradi, poggiapiedi preso in prestito dalla cappelletta del Sacro Cuore per un dovuto doppio riconoscimento e cioè quello della recente, e a tamburo battente, intitolazione di una via a madre Teresa di Calcutta con bacio finale di Sal all’insegna e i prossimi festeggiamenti alla “Nostra Pina” di cui si pensa di sfruttare l’immagine per finalità turistiche. Una specie di "ultima spiaggia" in mancanza di altre idee.

La stanzetta, rigorosamente insonorizzata, divenne un vero e proprio atelier da fare invidia, perfino, a quello dell’ottimo artista borgettano che della fotografia è divenuto un maestro. Quando la macchina fece “clic”, su di uno schermo collegato comparve una bellissima, esaltante immagine: occhi languidi e sorridenti, volto leggermente scavato con fossette laterali, fronte alta e spaziosa da persona sicuramente colta, intelligente e "per bene", labbra leggermente socchiuse espressione di personalità di certo non sguaiata ma raffinata e, comunque, sempre tollerante ed anche adeguatamente rispettosa; mascella volitiva, bianca camicia di cui si intravedeva parte del “colletto”, con lembo visibile di giacca rigorosamente bleu. Mancava la cravatta, ma si trattava di vera civetteria per mantenere una giusta dimensione giovanile e nel contempo una disinvolta e apparente disinteressata autorevolezza. La stessa che Sal, per esempio, non ha (cosa che gli crea non poca sofferenza ed anche una certa invidia) in ragione di discutibili camicie a doppio colore ai limiti del "baggiano", blue-jeans che non sempre risultano quale abbigliamento appropriato per un "primus inter pares" (anche se appare sempre più evidente che ha la vocazione soltanto del "primus"), che ha l’obbligo della continua rappresentanza. Un misto tra Al Capone anni 30 e il Marlon Brando di “Fronte del Porto”.

Lo scatto fu ripetuto ancora ed ancora fino a quando risultò il prodotto finale, quello giusto, da inviare segretamente a GradiGi per il suo giornale. Puntuale, Sabato 26, l’articolo e la foto. Ma, apriti cielo. Ci fu una vera e propria rivolta: perché, dissero Kate, Tanino, Nardo, Antonella, Vituzzu, Jhonnj I° (cioé Jhonnj -Jhonnj), Jhonnj II°, Jhonnj III° (questi ultimi due presentatori insieme ad Anthony, di comunicati sempre di “soddisfazione”), 'Ntrea e alcuni altri peones, lui a colori e noi quando capita (raramente) sempre in bianco e nero e, comunque, mai a mezzo busto? Ovviamente, attraverso ennesima interpellanza di Pino, Pietro e Diego si chiederanno spiegazioni con richiesta di cortese riscontro sia scritto che orale.


Sala Rossa

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