martedì 29 settembre 2009

APPUZZATI 'NTA MINNA

Con il titolo: Protesta: ”Il Sindaco non ci convoca per un confronto” il Giornale di Sicilia di Sabato 26 settembre e a firma MIGI con una “breve” dava l’impressione che il nostro Partito richiedesse a gran voce un incontro con il Sindaco Salvo Lo Biundo per discutere dei problemi della città. E siccome il Sindaco non ci convocava noi protestavamo. Ovviamente si trattava di una errata interpretazione di un post di Sala Rossa che parlava di tutt’altre cose e meno che mai di una nostro desiderio di incontrare Lo Biundo. Certo, non nascondiamo come fin dall’insediamento di questo Sindaco come forza politica seria e responsabile, pensavamo come fosse obbligo di chi governa la città di avere un dialogo con TUTTE le forze politiche, quelle dentro e quelle fuori il Consiglio comunale, ritenendo obbligo degli Amministratori di dare ascolto alla voce anche fortemente critica di chi pone problemi collettivi e per questi chiede soluzioni. Così come nostro obbligo, se interpellati, di dare il nostro contributo quale forza politica d’opposizione. Abbiamo atteso un anno per “capire”, come era nostro dovere, fino a quando non abbiamo compreso come Lo Biundo avesse manifestato fin dal suo insediamento un palese, incomprensibile, antistorico anticomunismo residuo di una cultura fatta d’ignoranza della storia del nostro Paese, del ruolo che i comunisti hanno avuto nella costruzione di uno Stato democratico all’interno del quale è stato garantito quel processo di avanzamento delle classi lavoratrici di cui hanno goduto tutte le nostre famiglie, comprese quelle di chi oggi governa la città. Senza i Comunisti in Italia e a Partinico la vita dei loro padri ed anche la loro, come la nostra, sarebbe stata sicuramente ben altra cosa. E, purtroppo, l’ingiustificato anticomunismo di Lo Biundo fa anche il paio con il trasformismo di alcuni, il voltagabbanismo e donnabondismo di altri senza nulla togliere al fastidioso ruolo di una ristretta, per fortuna, minoranza di cortigiani di professione, nati incorreggibilmente servizievoli, i quali ritengono che avendo avuto la possibilità per una serie di favorevoli circostanze di occupare un seggio in Consiglio, il mondo dovrebbe loro inchinarsi e pendere dalle loro labbra e decisioni. Comprendo come alcuni di questi pavoni senza penne non credono ancora ad oggi come sia loro capitata ciò che loro reputano “la fortuna” di una fortuita elezione non comprendendo, però, il ruolo che l’elettorato ha loro assegnato e cioè di essere rappresentanti della città non solo quella che loro piace perché li adula ma anche quella che loro non piace perché li critica. Si convincono, dunque, d’essere diventati l’ombelico del mondo quando invece il loro ruolo altro non è se non quello di modesti rastrellatori di qualche centiaia di euro mensili strappati al bilancio comunale per una inutile loro presenza in Consiglio e nelle commissioni di cui la nostra società ne farebbe sicuramente a meno.

Se fosse ancora vivo Cola mi direbbe: ”Caro Costanzo, costoro sono vuscapani e sunnu appuzzati ‘nta minna.E stai tranquillo che non la lasciano 'pi curtu".

No, caro Michele Giuliano. Ti assicuro che non abbiamo proteste da fare né il desiderio d’incontrare Lo Biundo anche se oggi è il Sindaco della città. E noi, pur essendo rispettosi del giudizio popolare, tuttavia riteniamo che la democrazia possa fare a meno di un Sindaco anche se giovane, bellino, gradevole a vedersi ma con un grave difetto: di non avere capito molto.


Toti Costanzo

domenica 27 settembre 2009

ATTENTION PLAISE, L'ASSESSORE NON E' IN SEDE..

Da almeno quattro giorni era scomparso dalla circolazione. Telefonini (ne ha più di uno che con maestria riesce ad utilizzare in contemporanea. Il primo collegato, tramite auricolare, all’orecchio destro; il secondo a quello sinistro; il terzo interconnesso con il primo ed il secondo e il tutto usato con una bravura stupefacente) muti come pesci. Le segreterie telefoniche ti davano una vocina registrata:”Attention plaise. L’Assessore non è in sede. Richiamare la prossima settimana”. Preoccupazione, diffusa. Qualcuno degli ormai sparsi collaboratori rimastigli non sapeva dare alcuna spiegazione. Niente, di niente. Si accennò ad una eventuale, repentina, estemporanea “fuga d’amore” con una dolce donzella conosciuta in un recente party a Montelepre. Qualche altro, malevolo, parlava di “depressione cavalcante” in ragione delle critiche irriguardose, irrispettose, e sopratutto ingenerose, di quei quattro scalzacani comunisti rimasti a Partinico che gli contestavano, di recente, alcune cose in particolare: tentativo di trasformazione della Cantina in una specie di pab-salaristoro-wine bar; trunzu di malafiura con la vicenda dell’Archivio storico; presenza dell’amianto a copertura del “Polizzi” per cui non sa che pesci pigliare. Ma il colpo, quello quasi mortale, correva voce, l’avrebbe avuto quando qualcuno dei suoi ex amici- oggi nemici - del suo ex Partito fece “riscoprire” le immagini riprese da Pinuzzu al tempo di Giordano e del suo vice Vincenzino Liolà (quello che appurpau, anche col suo silenzio ed accondiscendenza, circa 20 mila euro leanziani per una serata recente in piazza Duomo organizzata dal fedele “sancio pancia honesthaufen Sergio”) che lo vedevano protestare per la dismissione delle ottime cucine comunali dirette, allora, con maestria dall’economa Ciccina. In quelle immagini lo si vede protestare insieme ad altro campione di coerenza (di cui, allora, dividevano ovviamente lo stesso Partito) divenuta, poi Assessore con Peppone che si dimenticò subito delle cucine da riprisitnare e continuò con i lucrosi appalti “esterni” per fornitura di vaschette sottovuoto.

Dunque, in tanti si chiesero: dov’è andato a finire? L’interrogativo non avrebbe avuto alcuna risposta se uno dei tantissimi dipendenti che, non avendo alcuna cosa da fare per mancanza di indicazioni dirigenziali passa il tempo a “navigare”, non avesse scoperto una e-mail che il Nostro ebbe a scrivere all’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti nonché all’Agenzia internazionale “Artist Photografer”. Chiedeva, con l’e-mail, di sapere quale apparecchio auto scattante poteva utilizzare per una foto in “primo piano”. La risposta l’ebbe con immediatezza: la migliore, oggi, è la Radeon HD 5870 una vera e propria “bestia“ della fotografia professionale. La comprò senza alcuna indugio a Palermo da “Randazzo”: circa 600 euro e cioè l’equivalente di metà dell’indennità mensile che gli spetta di diritto per le sue alte, riconosciute e certificate dal Segretario Generale (che certifica di tutto e anche di più), prestazioni assessoriali. Trasformò la stanzetta virginale in un teatro di posa: luci soffuse e colorate, tendaggi acquistati su indicazioni di Kate (ignara in quanto le fu nascosta la ragione vera) piccola panca con reggi-collo e schienale a 90 gradi, poggiapiedi preso in prestito dalla cappelletta del Sacro Cuore per un dovuto doppio riconoscimento e cioè quello della recente, e a tamburo battente, intitolazione di una via a madre Teresa di Calcutta con bacio finale di Sal all’insegna e i prossimi festeggiamenti alla “Nostra Pina” di cui si pensa di sfruttare l’immagine per finalità turistiche. Una specie di "ultima spiaggia" in mancanza di altre idee.

La stanzetta, rigorosamente insonorizzata, divenne un vero e proprio atelier da fare invidia, perfino, a quello dell’ottimo artista borgettano che della fotografia è divenuto un maestro. Quando la macchina fece “clic”, su di uno schermo collegato comparve una bellissima, esaltante immagine: occhi languidi e sorridenti, volto leggermente scavato con fossette laterali, fronte alta e spaziosa da persona sicuramente colta, intelligente e "per bene", labbra leggermente socchiuse espressione di personalità di certo non sguaiata ma raffinata e, comunque, sempre tollerante ed anche adeguatamente rispettosa; mascella volitiva, bianca camicia di cui si intravedeva parte del “colletto”, con lembo visibile di giacca rigorosamente bleu. Mancava la cravatta, ma si trattava di vera civetteria per mantenere una giusta dimensione giovanile e nel contempo una disinvolta e apparente disinteressata autorevolezza. La stessa che Sal, per esempio, non ha (cosa che gli crea non poca sofferenza ed anche una certa invidia) in ragione di discutibili camicie a doppio colore ai limiti del "baggiano", blue-jeans che non sempre risultano quale abbigliamento appropriato per un "primus inter pares" (anche se appare sempre più evidente che ha la vocazione soltanto del "primus"), che ha l’obbligo della continua rappresentanza. Un misto tra Al Capone anni 30 e il Marlon Brando di “Fronte del Porto”.

Lo scatto fu ripetuto ancora ed ancora fino a quando risultò il prodotto finale, quello giusto, da inviare segretamente a GradiGi per il suo giornale. Puntuale, Sabato 26, l’articolo e la foto. Ma, apriti cielo. Ci fu una vera e propria rivolta: perché, dissero Kate, Tanino, Nardo, Antonella, Vituzzu, Jhonnj I° (cioé Jhonnj -Jhonnj), Jhonnj II°, Jhonnj III° (questi ultimi due presentatori insieme ad Anthony, di comunicati sempre di “soddisfazione”), 'Ntrea e alcuni altri peones, lui a colori e noi quando capita (raramente) sempre in bianco e nero e, comunque, mai a mezzo busto? Ovviamente, attraverso ennesima interpellanza di Pino, Pietro e Diego si chiederanno spiegazioni con richiesta di cortese riscontro sia scritto che orale.


Sala Rossa

sabato 26 settembre 2009

OGGI CON PEPPINO A PONTERANICA E A PARTINICO.

Alla manifestazione nazionale che oggi avrà luogo nel Comune leghista di Panteranica il nostro Partito sarà presente anche con il Segretario Paolo Ferrero e non solo perché Peppino era nostro compagno ma in quanto eroe della lotta alla mafia fino al sacrificio della vita. Peppino, rimosso ignobilmente da un Sindaco leghista, deve ritornare la dove la sua immagine ed il suo nome si vorrebbe cancellare. E si vorrebbe cancellare non certo e non solo perché meridionale ma in quanto comunista. Si, perché ancora ad oggi i comunisti fanno paura agli imbecilli. Noi saremo idealmente lì in quella piazza e in quel corteo. E saremo insieme a tanti compagni e a tanti democratici. Insieme al Comune di Borgetto che con sempre più determinazione percorre le vie del riscatto civile e sociale diventando esempio per tanti pavidi, tanti donabbondio, anche tanti imbecilli di nostra conoscenza. Ma noi saremo, oggi, alle 17 a Partinico con Peppino perché a lui intitoleremo, con una targa, la via che porta anche al nuovo Liceo Scientifico. Quella via e quelle vie che su nostra sollecitazione l’ex Commissario straordinario del Comune di Partinico, Saverio Bonura, volle intitolare, con un atto deliberativo, non solo a Peppino a ma Cola Geraci, a Turiddu Termini, a Danilo Dolci e ai nostri due compagni uccisi dalla banda Giuliano il 22 giugno del 1947, Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono e che si vuole rimangano nell'oblio. Lo dobbiamo alla sua memoria, a quella di tanti uomini massacrati a difesa della legalità per consentire, anche agli imbecilli nostrani, d’avere in questa nostra Società diritto di cittadinanza, di parola, di azione. In una parola diritto d'esistere.


Toti Costanzo

mercoledì 23 settembre 2009

I FURBETTI DEL QUARTIERINO

Quando Gioacchino Albiolo fu eletto Presidente del Consiglio comunale di Partinico volle incontrare anche il mio Partito ritenendo che, seppur Rifondazione Comunista non avesse alcun rappresentante in Consiglio, tuttavia considerava utile che le istituzioni “sentissero” anche i Partiti organizzati della nostra città in un confronto con al centro i problemi della comunità. Ci lasciammo con l’impegno che a quell’incontro ne sarebbero seguiti altri. Abbiamo, allora, ritenuto opportuno darne comunicazione alla stampa auspicando che anche l’Amministrazione comunale potesse seguire l’esempio del Presidente Albiolo. Ovviamente, e come non avevamo previsto, non fu così nel senso che quell’incontro restò UNICO mentre si esplicitava ogni giorno e sempre più come l’anticomunismo di Lo Biundo (ma anche di alcuni suoi accoliti) fosse talmente e profondamente viscerale da preoccupare, ad esempio, anche uno come me che l’anticomunismo aveva subito per decenni sulla sua pelle. D’altronde solo l’anticomunismo, quale prodotto di una avversa ideologia o della mediocrità culturale ,porta il rappresentante di TUTTI a ritenersi quello di UNA SOLA PARTE. Devo ammettere che per un pò me ne sono personalmente doluto ma poi, come soliamo dire noi Comunisti “scarpe rotte eppur bisogna andare..”. Eppure il giovane Lo Biundo, che nel 2005 diventò Presidente del Consiglio SOLO PERCHE’ LO VOLLE il mio Partito (è una “storia” che racconterò a breve) non disdegnò, PER LA SUA ELEZIONE, anche il voto del compagno Ottavio Puleo CHE NON ERA IL VOTO DI UNA PERSONA MA DEL RAPPRESENTANTE DEL PARTITO. Dunque i Comunisti, avrà pensato Lo Biundo oggi che è Sindaco, sono stati degli utili idioti mentre io che sono “un furbetto del quartierino” della casa Santa ho preso i voti e poi sono scappato. E’ chiaro che Salvo Lo Biundo non ha fatto i conti con la storia dei Comunisti di Partinico (almeno quei pochissimi della passata generazione che hanno resistito a tutte le tentazioni piccolo-borghesi del cosidetto “potere”) e al quale qualche suo sostenitore “di sinistra” convertitosi al moderatismo e soprattutto all’opportunismo non gli avrà raccontato. E per evitare ogni equivoco dico che non si tratta di Bartolo Parrino. Ho fatto questa lunga premessa perché succede che nel giro di qualche mese avvengono altri due fatti quasi analoghi e che, comunque, si legano a quanto riportato nella premessa. Questi fatti hanno bisogno non solo di esplicitazione ma devono preoccupare tutti coloro i quali, ancora ad oggi, hanno capacità di analisi, passione democratica, interesse per i problemi collettivi. Il primo ha avuto luogo qualche mese prima che avessero svolgimento le elezioni europee. Il Consigliere provinciale del PdL,Vincenzo Di Trapani, si fece promotore di una iniziativa che sembrò, allora, molto utile. Nell’aula magna dell’Istituto “C.A. Dalla Chiesa”, per ragioni che si legavano all’acqua dell’invaso Poma e alla inefficienza manifesta del Consorzio di Bonifica Palermo 2 che l’acqua gestisce, fu convocata una partecipa assemblea con rappresentanti istituzionali, coltivatori, lavoratori ed Amministratori della Cooperativa “Consorzio irriguo Jato” oltre che rappresentanti dell’Assessorato regionale all’Agricoltura ed il Commissario straordinario del Consorzio Palermo2. Una iniziativa corale che avrebbe dovuto UNIRE le forze presenti. Invece quelle forze, quella sera, si vollero, per miopia politica proprio del consigliere Di Trapani, DIVIDERE. Si consentirono, cioè, le cosidette “passarelle istituzionali” mentre si volle, deliberatamente, impedire al Presidente della Cooperativa Consorzio irriguo Jato, Pino Lombardo, di intervenire e portare il contributo di un organismo che ancora ad oggi resiste e che porta vanti l’idea che fu di Danilo Dolci e cioè che l’acqua è un bene di tutti e va gestita DEMOCRATICAMENTE. Un errore politico molto grave tant’è che poi ebbe la stessa sera quale effetto, la conclusione “’a cura di surci” cioè lo scioglimento come neve al sole di un possibile Movimento che si poteva costruire. Gli effetti sono ancora visibili: disorganizzazione del Consorzio Palermo 2, mancata distribuzione dell’acqua durante l’estate, danni incalcolabili alle colture ed anche all’ambiente, dannazione dei coltivatori.

Dunque le divisioni portano al disastro. Quella lezione, tuttavia, non servì e si è puntualmente ripetuta Lunedì 21 presso la Cantina Borbonica. Due Consiglieri comunali, Piero Di Trapani e Diego Campione, si fanno promotori di un incontro prima con i Presidenti dei Consigli comunali del Partinicese e del Corleonese e poi, appunto il 21, si va ad un Consiglio comunale APERTO con tutti i Consiglieri di questi territori. Presenti, ovviamente rappresentanti di forze politiche, sindacali, coltivatori e produttori. Ma ancora una volta, per miopia, si volle impedire che a intervenire fossero anche coltivatori, produttori, operatori economi legati al mondo dell’agricoltura. Due nomi per tutti: Mimmo Provenzano ed Antonio Lo Baido che oltre ad essere un importante produttore vitivinicolo è anche vice presidente della Cooperativa Consorzio irriguo Jato e membro del Comitato a difesa dell’acqua dell’invaso costituitosi in un’Assemblea presso la sala consiliare del Comune di Trappeto giorno 31 agosto.

La storia, dunque, si ripete. Albiolo non convoca più le forze politiche che sono dentro e fuori il Consiglio comunale, lo stesso fa Lo Biundo che si reputa “autosufficiente” al punto da acuire fortemente lo scontro politico , Vincenzo Di Trapani fa morire un Movimento prima che questo possa dire “bau”, mentre Albiolo nella veste di “padrone di casa” E IN UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO, non dà la parola a quanti LOCALI ne fecero richiesta.

Concludiamo: la cosidetta Prima Repubblica ebbe tanti difetti e noi Comunisti non la rimpiangiamo. Ma vorremmo che almeno di quella stagione si fosse mutuata quantomeno una sola cosa: che quando si trattava di difendere l’acqua o il lavoro degli agricoltori non c’erano barriere ideologiche o steccati perché forte e prevalente era il senso dell’UNITA’. Una parola di cui costoro, purtroppo, sconoscono il significato.

Toti Costanzo

domenica 20 settembre 2009

CARO LO BIUNDO, E' LO STILE CHE FA L'UOMO


E’ risaputo che quando ad amministrare la nostra città fu Giuseppe Giordano noi comunisti non fummo teneri con lui e la sua Giunta . Le ragioni, assolutamente politiche, ci spinsero a costruire una forte opposizione, dentro e fuori il Consiglio comunale . Era, quello, il ruolo che ci aveva affidato il nostro elettorato. Di quella Giunta fu Assessore Salvatore Rizzo Puleo che oggi è in Consiglio in una posizione autonoma rispetto al suo Partito e, comunque, in PALESE opposizione a quest’Amministrazione. E ,quale oppositore, noi riteniamo che Rizzo Puleo abbia il diritto-dovere di esprimere forti critiche nei confronti di chi amministra specie se le critiche sono assolutamente motivate. La “politica” vuole, pretende da un lato chi decide e dall’altro chi critica. Questo semplice assioma ,che è nella comprensione anche dei bambini, pare non volere entrare nella testa di chi oggi amministra la nostra città .

Di Rizzo Puleo ,amministratore, siamo stati forti oppositori .Lui appartiene ad un parte politica che non è la nostra, ci divide una visione della società e, molto probabilmente, le soluzioni da dare ai problemi della stessa .Quindi, nessuno può rimproverarci d’essere “partigiani” e di intervenire, come si suole dire, per “partito preso”.

Ora si da il caso che il Consigliere ,nella sua qualità ma soprattutto nel suo DIRITTO, abbia sollevato nell’ultima seduta del Consiglio dure critiche all’Amministrazione comunale e in particolare critiche in relazione ad un’attuale organizzazione dei Servizi e degli uffici della macchina comunale. Disse ,in sintesi, Rizzo Puleo che questa Amministrazione, a suo parere, dovrebbe ridurre i Settori e ciò al fine di esercitare un’azione di risparmio economico per evitare che le casse comunali vadano al collasso e poi per razionalizzare meglio un rapporto tra i Settori e gli Assessori. Una dignitosissima opinione nell’esercizio del suo DOVERE di oppositore alla quale opinione ne andava contrapposta un’altra espressione dell’attuale governo della città in un confronto che poteva anche essere aspro, durissimo ma dialettico e, comunque civile e rispettoso dei ruoli . Rizzo Puleo non l’avesse mai fatto! Piuttosto che ottenere una seria e chiara risposta dal Sindaco gli fu sdivacato addosso una quantità enorme di contumelie, accuse del suo passato ruolo,di quel che fece e di quello che non fece, dei danni provocati alla città. Sconvolti dalla pesantezza e dalla virulenza delle parole di Lo Biundo ,che Tele Jato crudamente riproponeva , del suo non apparire almeno in quell’occasione il Sindaco di tutti e al di sopra delle parti -seppur anche un Sindaco ,ci mancherebbe, debba avere la sua opinione di contrasto che, però, va manifestata CON STILE , direi quasi con una certa SIGNORILITA’ e, soprattutto, NEL RISPETTO di quanti sono stati delegati a rappresentare interessi di pezzi della città dentro ed anche fuori il Consiglio comunale ,mi convinsi ancor più che l’elezione di Salvo Lo Biundo ha rappresentato un forte arretramento culturale ,una involuzione di tutti quei processi civili che negli anni si era faticosamente tentato di costruire .E’ ,solo, attraverso questa chiave di lettura, ad esempio che appare chiaro come sia possibile concepire che un bene come la Cantina Borbonica si possa utilizzare con finalità che farebbero inorridire qualunque Sovrintendente , affermare come ha dichiarato Bartolo Parrino al Giornale di Sicilia “che Partinico non ha un Archivio Storico” ,che a Trappeto ieri sera presso la palestra della scuola media dichiarare ,come ha fatto Lo Biundo ,che “Danilo Dolci era architetto,sociologo,scrittore: cioè un tuttologo”(sic!).

Sò di esprimere giudizi severi ,e me ne dispiaccio in quanto vorrei che quanti,oggi, hanno responsabilità di governo della nostra città abbiano SEMPRE conoscenza,rispetto per la storia della città e dei suoi patrimoni ,rispetto per le generazioni che hanno tentato di costruire con la lotta ,l’impegno , la passione e tanti sacrifici una comunità civile, tollerante, rispettosa, legale,liberata dalla mafia ma soprattutto dalla piccola e grande prepotenza, dall’arroganza e dall’ignoranza che ti prende e ti ti fa perdere il senso della misura, la dimensione delle cose, il valore delle parole e dei gesti. Chi governa, governa OGGI ed è oggi che deve dare le risposte che la società ed i problemi richiedono e per i quali ha avuto un mandato. Non serve, e comunque non li sottrae alle loro odierne responsabilità ,tentare d’intimorire ( o blandire come hanno fatto e tentano di fare in maniera infantile con altri ) con le contumelie l’avversario politico ,come è stato con il consigliere Rizzo Puleo o con altri consiglieri comunali che gli chiedono OGGI E A LUI conto e ragione dell’azione amministrativa. Io capisco l’irrazionale paura che Lo Biundo ed altri suoi piccoli satelliti hanno “del lupo comunista” perché (e in questo non gli dò torto) noi siamo ben altra cosa. Mi riesce difficile, però, comprendere le ragioni che lo spingono a litigare con quanti, come Rizzo Puelo tutto sommato hanno,o dovrebbero avere, una stessa idea della nostra società e dei meccanismi con i quali la si deve guidare .La capisco,non la giustifico e mi rendo conto , ancor di più ,del ruolo che noi abbiamo in questa nostra società . Piaccia oppure no a quanti , come Lo Biundo, ne vorrebbero una accondiscendente, accomodante,silenziosa, ossequiante,in una parola SENZA COLONNA VERTEBRALE dico, come soliamo dire dalle nostre parti : “ Caro Lo Biundo e satelliti vari,spiacenti ma non vi possiamo servire”.

Toti Costanzo

giovedì 17 settembre 2009

ALLAGAMENTI CON "BUMMIATA " FINALE


Non c’è alcuna necessità d’essere esperti in meteorologia per sapere che dopo il 15 di agosto e la prima decade di settembre, sono assolutamente probabili i forti acquazzoni di fine estate accompagnati ,quasi sempre, da una copiosa precipitazione. Dunque ,qualunque accorto amministratore tra quelli che in testa ogni giorno hanno un’idea chiara del come si amministra un Comune e quindi “programmano” gli interventi specie quelli preventivi, è a conoscenza che durante l’estate si devono pulire tombini, cunette e caditoie perché con l’acqua si possa attenuare il danno che accompagna l’inizio dell’autunno. E’ piovuto per qualche ora e a Partinico e gli “allagamenti” hanno provocato, al solito,danni e soprattutto disagi in alcuni quartieri “storici e strategici” della città. Pensa tu se avesse piovuto per quaranta giorni come fu per il diluvio universale! La verità è che la questione degli allagamenti , seppur non nasce oggi, tuttavia a seconda delle Amministrazioni in carica non trova soluzione preventiva . Ovviamente il problema ha bisogno di interventi radicali su pezzi di rete fognaria ritenendo gli interventi estivi di prevenzione come utili ma non certamente definitivi . Sono tanti quelli che si ricorderanno quando le piogge invadevano le abitazioni “d’u’ pantanu ‘o tronu” ( l’area dove sorgono la piazzetta e la scuola “Maggiore Guida”) o la via oggi intitolata a Giovanni XXIII( quella che dall’ufficio della Posta centrale porta all’attuale Piazza Ascone) .E qualcuno ricorderà anche quando con Cola ,e subito dopo le prime violente piogge, ci portavamo nei pressi di piazza Ascone , tiravamo provocatoriamente le canne da pesca per dimostrare in un modo colorito che Partinico era nelle mani di amministratori inetti. Erano gli anni ’70 ma la situazione è ancora per certi versi simile a com’era allora. Eppure l’attuale Amministrazione - l’Assessore di Rifondazione Franca Tranchina ,nel breve tempo che Motisi glielo consenti’ ,ci provò a risolvere parte della questione - dispone di un progetto dell’ingegnere Salvatore Rappa che ,se realizzato, risolverebbe almeno l’allagamento di tutta l’aera di Piazza Ascone che nelle immagini di Tele Jato di ieri ci dava l’idea chiara ,che se avesse piovuto ancora, il disastro per le abitazioni di quella zona sarebbe stato tragico. Mi domando se c’è qualcuno tra gli attuali amministratori che si sia posto ed abbia posto alla città l’interrogativo: “Come ne usciamo?” Al contrario abbiamo ,ieri, visto il Sindaco Lo Biundo precipitarsi negli studi di Tele Jato per dire sostanzialmente questo : Noi non c’entriamo niente . Se i tombini, le cunette, le caditoie non sono state ripulite la colpa è dell’ATO rifiuti “. Devo dire che ci sono rimasto male non certo perché si è trattato di un pietoso,infantile giustificarsi quanto quello d’avere cercato l’occasione di dare corpo a quella colorita espressione della nostra lingua che recita: “A iddu, a iddu ca è cani arraggiatu!” Un po’ come quando, per il colera, si dava la caccia agli untori di manzoniana memoria.E poi si scopriva che gli untori non esistevano. No, per i tombini no. L’Avvocato Palazzolo, che avrà tante altre e sicure responsabilità , con i tombini, le cunette e le canalette non c’entra. C’entra, invece l’Amministrazione comunale ( Pantaleo?D’Orio?Lo Porto ? Fate voi) tant’è che ,a dire il vero, avevano iniziato con gli operai comunali accompagnati da alcuni del servizio civico. Li incontrai un giorno, credo di luglio, in via Fratelli Diliberto all’incrocio con via Principe Umberto e poi in via Kennedy. Mi ero personalmente compiaciuto perché, pensavo ,che si era sulla strada giusta. Poi non si sa come e perché la cosa, dopo quell’inizio ,ebbe ad avere ingloriosa,repentina fine . Non sarebbe il caso che il Sindaco lo Biundo ritornasse da Pino Maniaci per dare alla città una più seria motivazione ? Lo farà? No, sono certo che non lo farà. Intanto si preparano alla cosidetta “bummiata”. Arriveranno dei finanziamenti al Comune di Partinico. Il Sindaco ,in una recente intervista ,in maniera quasi misteriosa ,lo preannunciò. Di che si tratta. Si tratta di un finanziamento per la palestra della scuola “Ninni Cassarà”. Progetto redatto dall’Amministrazione Giordano, rielaborato dall’Assessore Tranchina , da questa inviato all’Assessorato regionale per il finanziamento , ritenuto idoneo ed inserito in una utile graduatoria anche se per l’anno 2007/2008 non fu possibile ottenere il finanziamento per mancanza di fondi . Oggi ,in virtù di quella felice posizione in graduatoria, la palestra sarà finanziata e ,dunque, realizzata. Lo Biundo, come per altre opere anche di più modesta entità , farà una conferenza stampa con accanto Bartolo, Giovanni e Caterina e ,come al solito, dirà: ” bla,bla,bla… l’inettitudine delle passate amministrazioni…. Santantonello…. noi che siamo bravi….bla,bla,bla,bla.” E poi ci sarà anche la definizione finale del finanziamento per realizzare il “costone roccioso” della Collina Cesarò ( progetto e finanziamento richiesto sempre da precedenti amministratori) e ,poi, a quanto è dato sapere il finanziamento per un’altra opera .Ed anche per questi finanziamenti bla,bla,bla.Ora noi ci chiediamo :”e il progetto dell’ingegnere Rappa per risolvere la questione “largo Ascone” che ne facciamo? Lo presentiamo per il finanziamento?Glielo chiediamo ad Antinoro o Leanza che non abbiamo necessità di qualche miserevole migliaia di euro, roba da accattonaggio da usare per spettacoli e spettacolini,e ,invece,necessitiamo di finanziamenti per opere utili alla nostra comunità?”. Noi, fiduciosi come QUASI sempre, attendiamo qualche segnale di speranza .

Toti Costanzo

martedì 15 settembre 2009

CARO PINO, LA COMMISSIONE ANTIMAFIA NON TI CONVOCHERA'!


E’ la seconda volta che Pino Maniaci va a Palermo per essere udito dalla Commissione regionale antimafia e per due volte tale udienza non ha avuto luogo . Nel servizio di Tele Jato di oggi il Presidente della stessa, Speziale del PD ,ha addotto a mio modesto parere, ragioni abbastanza vacue . Dice Speziale al microfono di Pino che avrebbe sottoposto la sua richiesta alla Presidenza della Commissione e poi avrebbe fissato la data dell’eventuale incontro .Devo dire che la fine del servizio di Tele Jato sulla vicenda mi lasciò abbastanza confuso per cui mi sono chiesto: ma se Pino è andato a Palermo per ben due volte , io non penso che si sia auto convocato.Qualcuno gli avrà detto di presentarsi nei giorni e nelle ore stabilite . Ed allora perché Speziale deve ancora chiedere alla Presidenza di accogliere la richiesta di audizione di Pino ?Ascoltando l’intervista di Speziale ne ho ricavato il convincimento che costui tergiversa, prende tempo, non decide, diluisce. Perché? Ma perché io sono assolutamente convinto che Pino NON SARA’ MAI RICEVUTO DALLA COMMISSIONE .E la ragione è che "questa" Commissione essendo un organismo SOLTANTO POLITICO nel senso che non ha i poteri che sono stati attribuiti a quella Nazionale ,esiste in quanto assolutamente formale e non sostanziale incapace ,dunque, di azioni decise e forti .Ed esiste perché risulterebbe incomprensibile alla pubblica opinione che una terra come la nostra, terra di mafia ,non abbia nemmeno uno straccio di Commissione che alla mafia dovrebbe fare “la lotta”.Il giudizio non è mio ma di un autorevole compagno che fu deputato all’ARS per tanti anni e della Commissione anche membro. Si tratta dell’on. Francesco Forgione il cui spessore culturale, morale ed anche politico nulla aveva a che vedere con tanti che di questa Commissione facevano ed ancora fanno parte (ovviamente con le dovute eccezioni) e che di quell’organismo conosceva limiti ed anche debolezze. Perché Pino non sarà “audito”? Ma perché la Commissione dovrebbe occuparsi delle irregolarità palesi ,inoppugnabili che coinvolgono l’Amministrazione Lo Biundo oltre che la Commissione che assegnò il bene confiscato di via Fermi e confiscato alla mafia , ad un’ATI ( associazione temporanea d’imprese) con dentro non tanto l’Associazione “Gatto silvestre” che non conta niente e che fu soltanto usata quale "strumento" ,quanto l’Associazione dei Carabinieri in congedo oltre che i combattenti non so di quale guerra .E alla luce delle inconfutabili irregolarità, la Commissione antimafia, dovrebbe esprimere un giudizio severo o, quanto meno, di biasimo per le irregolarità e favoritismi . E voi pensate che un sindaco ,oggi collettore di voti insieme alla sua numerosa claque a favore di uno spezzone dell’UDC ,quello più compromesso, quello di Antinoro indagato per acquisto di voti dei mafiosi e Cuffaro già condannato in primo grado, possa avere una condanna, seppur morale e politica, da una Commissione che la “politica” controlla e che ha tutto l’interesse a proteggere piuttosto che accertare la verità? .Dunque il fu “rivoluzionario comunista” onorevole Speziale, Presidente della Commissione regionale antimafia ed ora passato nelle file di quel Piddi siciliano che, tranne qualche rara eccezione tra i deputati regionali, “ è tutto un programma “ come soleva dire la buonanima di don Peppino Mazzanobile ( lui ,però, si riferiva ad una bella donna di cui era un noto, sempre entusista estimatore ) pensate che non vorrà sfuggire alla “trappola” che seppur involontariamente gli è stata imbastita da Pino Maniaci sulla “questione via Fermi”? Speziale sà che Pino ha ragione ma DOVRA’ , appunto, tergiversare, dilazionare, prendere tempo , e poi si vedrà. D’altronde come è finita l’udienza richiesta a viva voce dall’eclettico, colorito, effervescente, disarmante, loquace, quasiconvincente onorevole Salvino Caputo che tuonò sulla “questione” via Fermi avendo quale tromba d’accompagnamento l’altrettanto eclettico, colorito, una volta effervescente ( ma ora evanescente) Vincenzino Di Trapani ? Intanto il tempo scorre,i problemi si accavallano e ,dunque, (pensano gli “amici di Salvo” che fanno il paio con quelli di Maria De Filippi ) mettiamo tempo picchi’ ‘u mettiri è saluti…. Di mafia in Sicilia si muore ma ,scriveva Danilo negli anni ’60 ,che da noi si muore anche di BUROCRAZIA. E quella “politica” è la più pericolosa. Caro Pino io so che tu sei un “testardo” e non mollerai la preda. So che tu non ti fermerai davanti alle paludi della pseudo politica siciliana fatta di ascari, traditori, finti rivoluzionari, corrotti e corruttori .Noi siamo con te anche in questa, come in tante altre battaglie che sono giuste perché, lo sappiamo, siamo in un fronte di lotta difficile ,tanto difficile che però ci spinge a resistere un minuto più dei nostri avversari ed, a volte, anche nostri nemici .E i nostri avversari ,e a volte anche nemici ,non pensare siano solo all'interno di quella inutile Commissione. Sono qui', davanti a noi, quotidianamente a porre ostacoli all'avanzamnto della nostra società.
Toti Costanzo

giovedì 10 settembre 2009

PANI , PANELLE E CURSA DI LI UTTI

Partinico, è risaputo, ha quale simbolo un’aquila con sulla parte superiore una corona regale e in quella inferiore una d’alloro. La corona dovrebbe esaltare le nostre opulente ,signorili e regali discendenze. D’altronde i Borboni non ci hanno lasciato un simbolo indiscutibilmente regale che è la Cantina Borbonica ovverossia “'a Cantina du Re?” E se la Cantina fu del Re ,appare a tutti evidente che quanti per tantissimi anni l’hanno lasciata alla mercé di vaccara e picurara oltre che negli ultimi decenni alla mafia da’ casasanta ,ebbero della regalità tutta una loro personale quanto scarsa considerazione.Per cui ,se per tantissimi decenni la Cantina fu il luogo dove indisturbati soggiornavano le mandrie ,una volta recuperata ,risistemata e spruvulazzata da altri perché- avranno detto Lo Biundo e i suoi- non dovrebbe ospitare cerimonie che esaltano l’aspetto profano della religiosità del matrimonio, la gioia per una laurea conquistata col sudore degli studi oppure il ringraziamento per avere scelto di fare parte dell’esercito di Dio? Purché tutto a pagamento .E’ sempre meglio questo-avranno pensato- che la paglia e lo sterco simbolo del mondo contadino che della Cantina se ne servi’ alla faccia di Franceschiello,dell’esperto vitivinicolo Lioj , di quelli che per circa quarant’anni ci siamo battuti per farne il simbolo del riscatto cittadino.E perché no ,anche alla faccia di Gigia Cannizzo che quale Sindaco di questa città pensava ,dopo avere assicurato al Comune la proprietà di quel bene ,che affidando il suo voto di cittadina partinicese a questi “giovani” e insieme al voto anche la Cantina costoro l’avrebbero tutelata avendone cura come si ha delle pupille dei propri occhi. Infatti Lo Biundo ne ha talmente interesse che ,come affermano in tanti che lo testimoniano ,ne è innamorato al punto che non manca occasione in cui non dica:”Picciotti, sia chiaro che la Cantina è cosa mia!” nel senso che pensa di farne quel che lui e qualche suo protettore reputano più opportuno . Se non fosse che l’espressione si presta a qualche equivoco non nascondo che gli direi ,se lo affermasse davanti a me,con determinazione e forza : “Mio caro giovane Sindaco ,puoi stare tranquillo che la Cantina non è cosa tua, ma cosa nostra!” . E ,dunque, suoni, ballitti, schiticchi, e chi più ne ha più ne metta mentre ad amici, zuini ,clienti,richiedenti, pietenti, striscianti e lecchini pensiamo già di affidare a chi il bar,a chi la fornitura dei rinfreschi, a chi le visite guidate ,a chi i catering in un’allegra girandola che si aggiunge agli già avvenuti “ piazzamenti” in società d’affari, assunzioni di esterni alla faccia delle casse comunali , beni confiscati alla mafia a chi ci ha sfacciatamente sostenuto durante la campagna elettorale. Senza provare alcuna vergogna .

Però, va ricordato, che insieme alla corona regale posta sull'aquila , il simbolo della nostra città presenta in basso ,cioè al di sotto dell’aquila ,una semicorona composta da foglie di alloro che gli antenati usavano per comporre le corone da poggiare sul capo di atleti, poeti, filosofi, scrittori .Cioé uomini di spessore, come si direbbe oggi. Ma che oggi ,purtroppo, è divenuta anche simbolo delle funeree cerimonie alle quali sempre più siamo costretti a partecipare. E sono la morte della dignità, del decoro, della serietà ,della nostra debole democrazia locale , della politica , del senso del pudore .

“Vuoi vedere- mi dice un conoscente dopo la strombazzata “Notte bianca” durante la quale le persone disertavano la Cantina, le mostre e i dibattiti, le piazze di Casa santa e via Mattarella e le ville restavano desolatamente chiuse ,per gioire con gli “Amici di Maria De Filippi” e fare la fila davanti la tenda del “Grande Fratello”che diranno che si è trattato di un successo? Che una iniziativa cosi’ va riproposta e rifatta il prossimo anno alla faccia degli sprechi ,della confusione, dell’inconcludenza ,del plebeismo?” Che potevo rispondere? Infatti non ho risposto ma pensavo dopo la Notte bianca durante la quale ,come riporta il Giornale di Sicilia di Domenica 6 settembre –- “ alle 23- dice Schirò dell’Antica panelleria del Corso- ho dovuto chiudere perché ho esaurito tutto nel senso che aveva venduto 400 panini e 4000 panelle, se non fosse opportuno sostituire l’attuale aquila con un bel panino con panelle su cui sopra far troneggiare sempre la corona regale e sotto al posto della corona d'alloro ,la costantiniana scritta “In hoc signo vinces”, simbolo nuovo del nostro tanto atteso risveglio culturale ed anche economico. Sarebbe un’idea da suggerire a Bartolo che alcune malelingue già chiamano “U’ uttaru” solo perché ha partecipato insieme al Sindaco ( il quale dopo la performance del bacio affibbiato con trasporto e vigore religioso alla toponomastica dedicata a Santa Teresa di Calcutta pare che venga chiamato “Totò Dalmazio” nel senso d’avere anche lui delle mistiche “visioni” ) al Palio nazionale della spinta delle botti ,manifestazione originalissima che ogni anno ha luogo in una città del Veneto e dove ci siamo classificati sesti .

“ Primi però -dice con orgoglio il partecipante consigliere Vito Giuliano- nella pigiatura dell’uva" .

Uva, botti, vendemmia ,pigiatura …Ma non sarebbe un’idea se insieme a matrimoni, battesimi cresime ed altre festicciole , farli esibire ogni anno di questi tempi alla Cantina Borbonica per manifestazioni con lo scopo dichiarato di propagandare la nostra tradizionale vitivinicultura? Una rinnovata riedizione della “Festa dell’uva” per fare uscire il settore dalla crisi in cui è precipitata. Non sarebbe uno spettacolo? E se lo facessimo a pagamento? Pensateci su e, per favore, fatemi sapere.

Toti Costanzo

lunedì 7 settembre 2009

E PIERO E DIEGO DISSERO: MI OPPONGO!

A Piero Di Trapani mi lega un’amicizia che affonda nel tempo.Con Giuseppino suo fratello , prematuramente scomparso, divenuto medico avevamo fatto il percorso del Liceo insieme e poi la comune militanza nel PCI. Mentre io venivo eletto nel Consiglio comunale di Partinico, lui diventava Consigliere provinciale ad Udine . Piero non fu dello stesso avviso. Scelse la Dc di cui divenne consigliere ed anche Assessore . Dico questo perché seppur tra le nostre vite ,soprattutto quella “politica” ,ci sia stato una sorta di parallelismo tuttavia siamo sempre stati opposti dal punto di vista dell’appartenenza, delle scelte politiche, dell’impegno. E tuttavia Piero ,insieme a Tanino La Corte e Gioacchino Catalano, che di quel Partito è stato anche Sindaco della città, sono rimasti l’unica espressione rappresentativa di un mondo politico che non esiste quasi più .Da Piero mi divide la visione di fondo della società,i rimedi per i mali di questa ,gli strumenti per guidare i processi che lui ha trovato nel moderatismo del centro e della destra mentre io ho scelto altre strade seppur più difficili,fatte di grandi sacrifici, amarezze e rinunce .Potrei dire le strade del “perdente” se vincere in politica significa avere facili riconoscimenti, percorsi di vita e di lavoro altrettanto facili , “potere” da disporre, uso dello stesso in direzioni che però ho quasi sempre contestato . Tuttavia,oggi, devo dire che abbiamo finalmente qualche cosa in comune. Non certo la fede politica o la visione dei problemi o le soluzioni da dare. Quelli restano irrimediabilmente alternativi in quanto su quel terreno le distanze non sono colmabili .Ci accomuna , però, la identica qualifica di “perdente” e ciò , per lui, è cosa assolutamente paradossale in quanto si può essere perdenti in un piccolo Partito come il mio e per di più ancora “comunista”ma, mi chiedo, come è possibile che uno lo sia uno in un grande Partito, cioè un Partito che ad ogni elezioni raccoglie migliaia di voti risultando sempre primo nella nostra città come in tante altre? E’ possibile . E’ possibile quando un Partito non è più tale ma un insieme frastagliato di interessi, dove ciascuno dei suoi componenti si muove in conflitto permanente con altri della loro stessa parte . E quando dico “loro” mi riferisco specificatamente ai capi-corrente , ai vari deputati ( regionali o nazionali) e senatori ciascuno dei quali si muove all’insegna degli stessi colori ma solo ed esclusivamente per interessi di gruppi ristrettissimi. Per cui Cammarata fa cordata con Schifani, altri sono con Micciché, altri ancora con Dell’Utri, e cosi’ via. E, dunque, in questa articolazione sul piano provinciale o regionale , a scendere ne deriva che a Partinico Piero Di Trapani avrà fatto la campagna elettorale per uno, Giordano per un altro, Campione per un altro ancora e cosi’ via . Risultato: primi alle elezioni ma incapaci, per mancanza di unità, di conquistare il governo della città per cui ,oggi, alcuni si trovano all’opposizione di Lo Biundo, altri che gli fanno l’occhiolino ed altri ancora che si sono trasferiti “armi e bagagli” col vincitore . Una babele di posizioni .

Facevo queste semplici considerazioni ascoltando quanto recentemente dichiaravano Piero Di Trapani e Diego Campione in una conferenza stampa. In buona sostanza dicevano di stare ancora nel PdL ma ,a Partinico, si definivano “autonomi”da questo . E dalle loro parole veniva fuori la “tragedia” di consiglieri comunali a cui si riconosce soltanto il ruolo di “portatori d’acqua”. Cioé ,in una parola, portatori di voti perché quando si è trattato di affidare “potere” questo beneficia , a loro dire,sempre gli amici e i parenti stretti di questi politici palermitani. E con amici e parenti anche “i figliocci”. Non ci vuole molto per capire a chi si riferivano i due consiglieri !Ma quel che mi ha colpito di più é stato il ragionamento-sfogo di Piero Di Trapani. In sostanza lui diceva questo: Partinico è rimasta ai margini del potere politico ad alti livelli . Niente più deputati nazionali, niente senatori, niente deputati o assessori regionali. E auspicava “un ritorno al passato” , ovviamente alquanto illusorio , di quando la città riusciva ad eleggere gli Avellone,i Chimenti,i Bacchi, i Giuliana e cosi’ via. Capisco Piero dal punto di vista umano ma mi permetto di invitarlo alla riflessione . Per prima cosa: Partinico non potrà MAI PIU’ eleggere un senatore in quanto il collegio elettorale che consenti’ ad Avellone o Chimenti d’essere eletti é stato sostanzialmente modificato immettendo ,nello stesso, Comuni di grande peso elettorale come Marsala, Castelvetrano ed Alcamo. Il risultato è che ad essere eletti ,ovviamente,sono sempre i candidati della provincia di Trapani. Per quel che riguarda la eventuale elezione del deputato nazionale,ma davvero si crede che qualche partinicese possa aspirare ad essere inserito ,dai vertici del PdL,nella graduatoria”utile” per una elezione tenuto conto che non si vota più con la preferenza?.E questo partinicese chi sarebbe? Cioè: chi dovrebbe sostituire un Micciché,un Cammarata,un Terranova o un Fallica, cioè personaggi che dispongono di un ruolo costruito con una rigidissima nomenclatura al di fuori dalla quale non c’é “trippa per gatti”, come suole dire il Sindaco di Terrasini? E alla Regione? Forse alla Regione potrebbe anche succedere. Ma se poi Di Trapani, Campione, Giordano, Rizzo Puleo, Paradiso, Aiello ,Lombardo e compagnia non sono nella condizione di scegliere un candidato unico per il governo della città ,ma come si pensa di potere eleggere un deputato regionale?

Per ultimo devo dire che la conferenza stampa di Di Trapani e Campione ha deluso anche me seppur questa delusione potrebbe lasciare indifferenti i due consiglieri. E lo posso capire. Ma penso che abbia deluso tanti i quali pensavano, forse, che volessero con la loro “uscita” costituire un gruppo autonomo per rilanciare una forte politica d’opposizione all’attuale amministrazione comunale di cui la città ha bisogno. Invece ho capito che vogliono fare l’opposizione …..al loro stesso Partito. Confesso che mi sforzerò di capire .Tuttavia ammetto che avrò parecchie difficoltà e, per questo ,chiedo venia ai due amici consiglieri .

Toti Costanzo

domenica 6 settembre 2009

LA NOTTE SEMPRE PIU' BIANCA DI LO BIUNDO E DI ANTINORO

L’incontro di ieri, casuale, all’interno di un supermercato di recente apertura (e con questo a Partinico siamo a quota 8 e cioè circa 8/9 mila metri quadri di vendita senza contare i due della vicina Borgetto che ne assommano altrettanti e quelli di Trappeto e Giardinello) con una persona che conosco da tanti anni e che ancora svolge l’attività di paramedico all’ospedale di Partinico, non mi trovò entusiasta. Non perché mi infastidisse la persona quanto l’argomento sul quale chiedeva il mio parere. Lui mi apostrofò dicendo: “Panem et circenses, è vero Toti?“ sfoggiando la conoscenza scolastica di una lingua, il latino, che fu il tormento per tanti studenti della città compreso, ovviamente, il sottoscritto.”Come è possibile - continuò- che a Partinico si possa organizzare una manifestazione durante la quale certamente la gente si diverte ma è un monumento allo spreco, all’offesa per le risorse pubbliche, all’intelligenza dei nostri concittadini, al tentativo di annullare un benché minimo senso critico, che ti propina eventi pseudo-artistici mutuati dalle nostre televisioni nazionali, che hanno inquinato le coscienze al punto che il qualunquismo, il convincersi del facile arricchimento, la possibilità che si “può tentare per cambiare la nostra vita perché, io provo non si sa mai..” e altro ancora, rappresentano un TRAGUARDO DA RAGGIUNGERE AD OGNI COSTO”. Imbarazzato, tentai qualche risposta di circostanza ma devo ammettere che la conversazione proprio non mi andava non perché non fosse interessante e piena di spunti ma, via, eravamo all’interno di un supermercato e lì non è il luogo per affrontare questioni impegnative e che, ad ogni buon conto, hanno necessità di approfondimento. Non potevo, e non certo per snobismo, iniziare una conversazione di quelle che una volta avevano allocazione (Bartolo e Salvo direbbero “location”) dentro il salone di Masino il barbiere o Pino il calzolaio. Dissi qualcosa di circostanza e ci congedammo con un reciproco sorriso davanti la pescheria con l’impegno che la questione poteva essere oggetto di qualche, eventuale, ulteriore approfondimento. Tuttavia quell’incontro non mi lasciò indenne nel senso che più tardi e davanti alle notizie dei telegiornali locali (successivamente dirò perché) mi trovai ad interrogarmi e chiedermi: LA GENTE HA ANCHE IL DIRITTO DI DIVERTIRSI? Sicuramente, anche perché passavano davanti a me i ricordi delle “Feste dell’Unità” cioè “a’ festa di comunisti” come diceva la gente, quando ancora esisteva il PCI. La musica in piazza, le rappresentazioni teatrali alla Villa comunale, le mostre dei pittori locali e di denuncia attraverso la fotografia dei compagni del ruolo negativo delle amministrazioni comunali d’allora, la corsa dei cavalli, il calcetto,la pallavolo, il basket e, addirittura ,il tennis in piazza. Per non dire della sensibilità verso l’ambiente che iniziava con la “pedala per la salute” (che non è una invenzioni del prof. Caronna che, comunque, fa bene ogni anno a riproporla anche se con ben altri scopi, così come non è invenzione del Sindaco, come ebbe a dire una tivvù locale, la Notte bianca che nasce nel 1997 a Berlino) e con dentro i dibattiti con le forze politiche e sociali della città sui problemi e le soluzioni da dare agli stessi, le bancarelle, lo zucchero filato, i giochi per bambini. Dunque, pensavamo, la gente si deve divertire ma deve anche pensare alla sua vita, a quella dei figli, al presente come al futuro, a come i problemi devono essere affrontati e risolti. E poi la conclusione in piazza con un “comizio” quale elemento che deve toccare la sensibilità politica dei cittadini, per finire con la musica e il ballo popolare sotto il palco. UNA FESTA DI POPOLO E PER IL POPOLO E FINANZIATA CON I SOLDI DEI CITTADINI CIASCUNO DEI QUALI DAVA IL SUO PICCOLO CONTRIBUTO PERCHE’ DI QUEI MOMENTI FOSSERO ANCHE PROTAGONISTI.

Oggi non è più così: ci sono i nuovi boss politici che con i soldi della Provincia e della Regione (cioè soldi di contribuenti) pensano che si possano, anche in tal modo “accattare” i voti, che si può avere il consenso. E si presentano, tronfi, pieni di sé, freschi di rinnovata nomina elettorale, spavaldi, e soprattutto lontani da eventuali pericoli per "incidenti di percorso" quasi obbligatori nella nostra terra. E costoro irradiano piccoli poteri anche a piccoli e piccolissimi boss locali che in una scala gerarchica sarebbero l’equivalente dei valvassini cioè un dipendente di un valvassore, a sua volta subordinato ad un vassallo che risponde al Sovrano di turno. E così, in una notte, in una sola notte si bruciano importanti risorse economiche e umane che potrebbero essere diluite in un arco più lungo di tempo come dice Maniaci, si portano i cittadini “all’ammasso” nel senso di “costringerli” ad invadere per una notte strade e piazze, ubriacarli di “cose” (45 eventi, dichiarava con una certa soddisfazione l’Assessore Parrino!), storditi dalla confusione, dai decibel, dal nulla. Tu non devi pensare, divertiti é la parola d'ordine, e non pensare soprattutto alle miserie dei governi locali. TU NON DEVI PENSARE MAI ,PERCHE' PER TE PENSIAMO NOI!

Semel in anno licet insanire. E la notte bianca diventa una notte nella quale si può anche diventare insani purché ci si diverta con le vacuità. Una specie di “carnevalata”, mentre le mostre degli artisti restavano deserte e l’incontro con un autore, che doveva presentare un libro sul bandito Giuliano, miseramente annullata per mancanza di ascoltatori. Pensavo a questo mentre scorrevano davanti a me le immagini di un’Amministrazione comunale, quella di Borgetto, che proprio quel giorno ospitava con una grande atto di solidarietà, bambini d’Abruzzo utilizzando modeste risorse (si, caro assessore Davì, hai ragione tu: Borgetto non è più, per fortuna vostra, “colonia” dei partinicesi!), mentre i precari della scuola protestavano disperati per il lavoro che un miserabile Governo sostenuto da ancor più miserabili deputati e senatori siciliani non intende dar loro e la Provincia di Palermo e la Regione dilapidano i nostri soldi in feste, festini ed eventi per promuovere trombette e tromboni della politica, ma stracarichi di voto popolare, che quando parlano in tivvù pare che recitino una parte imparata a memoria senza vita e senza entusiasmo. Intanto, sempre in quel giorno e sempre le immagine delle tivvù locali ti dicevano che nella vicina Alcamo, una pista di atletica di quella città aveva ospitato un importante evento (che ci dici, Nardo, della pista nostra?) consentendo ad un atleta di Castellammare del Golfo di realizzare un eccezionale 10,12 nei 100 metri mentre allo stadio comunale La Franca, ridotto ad un catorcio buon per squadre di terza categoria ed eccellenti lanciatori di martello, si concludeva una lunga sceneggiata con botti e tric-trac. E' proprio vero che questa notte bianca di Lo Biundo ed Antinoro col tempo diventa sempre più bianca cioé senza alcun colore e, dunque, senza alcuna anima.

Toti Costanzo