giovedì 27 agosto 2009

CARO SINDACO ,VI FAREMO CORRERE,CORRERE FINO A SFIANCARVI!


Avremo, come Partito della Rifondazione Comunista, presentato al Sindaco di Partinico in questo suo oltre un anno di mandato almeno una ventina di Interrogazioni su problemi molto seri della nostra città .A queste nostre serie sollecitazioni né il Sindaco ,né altri in sua sostituzione ,hanno voluto rispondere manifestando cosi’ da parte di quest’ultimi un grado di servilismo che si può ritrovare soltanto nelle cronache politiche della cosidetta “prima repubblica” quando i servi e i ruffiani delle amministrazioni comunali si assommavano con la stessa rapidità con la quale si assommano,oggi, le vinacce all’interno della distilleria Bertolino.Ma , a quanto è dato sapere, sono tanti i consiglieri comunali che dal Sindaco non ottengono risposta alle loro interpellanze, interrogazioni ed anche mozioni. Consigliamo loro di rivolgersi ad un ufficio della regione siciliana collegato con l’Assessorato agli Enti locali perché è obbligo dell’Amministratore rispondere ,per legge,entro trenta giorni dall’intervento . In caso contrario scatta, su richiesta, l’ispezione assessoriale. Un modo ,anche per questa ragione, di obbligare questi presuntuosetti che le regole della democrazia vanno rispettate e loro non dispongono del governo locale a piacimento. Certo se non rispondono al nostro Partito o anche ai consiglieri della loro stessa maggioranza tuttavia “corrono” quando le questioni le solleva Tele Jato o anche le altre emittenti. Ovviamente TEMONO da questa “opposizione” che l’opinione pubblica venga a conoscenza, ad esempio, che mentre gli si aumenta il canone dell’acqua o la tariffa sui rifiuti solidi urbani, contestualmente si scopre di 60 telefonini( come denunciava oggi Pino Maniaci) assegnati "a cani e gatti" tanto cappiddazzu paga tutto e ,comunque a quanto pare , a personaggi del “giro” elettorale di questa maggioranza. O ,come sostiene il consigliere Giuliano, dei “progetti” a tinchité assegnati ai capi-settore lautamente remunerati che non vengono neppure tassati mentre con il tacito compiacimento di quanti, sindacalmente, dovrebbero difendere TUTTI I LAVORATORI DEL COMUNE, alcuni di costoro si limitano a contrattare per pochi intimi per lavori straordinari profumatamente pagati di cui nessuno relaziona sulla loro efficacia ed incidenza. Per non parlare degli “affari” ( si, AFFARI!) che ruotano attorno alla Policentro ,ma non solo a questa Società,e agli interessi anche di amministratori comunali

Adesso il nostro Partito ritiene che vadano rotti gli indugi per cui continueremo a fare cosi’ come è stato con l’esposto-denuncia alla Soprintendente ai Beni Archivistici sulle vicende degli archivi comunali( insieme ovviamente a quelle ripetute di Tele Jato) LE CUI INADEMPIENZE SONO PUNIBILI A NORMA DEL CODICE PENALE .Ragione per cui ,a tamburo battente, oggi si sono precipitati nello scantinato dei locali di Villa Falcone, avendo subito trovato la chiave per scoprire (sic!) che in quel luogo, incolpevolmente ,era stato sdivacato un patrimonio prezioso che narra della storia della nostra città. Né possono bastare i miseri tentativi di ammucciare ‘u suli cu’ crivu come ha tentato pietosamente Bartolo Parrino ,il quale ebbe a dichiarare che “solo oggi ne sono venuto a conoscenza grazie al consigliere Di Trapani Pietro ,Andrea Prussiano e Tele Jato...." D’accordo ,Bartolo ,grazie a Piero , a Pino e ad Andrea .Ma la nostra INTERROGAZIONE DEL 7 AGOSTO SULL’ARGOMENTO PERCHE’ , DI GRAZIA, NON TI AVEVA SOLLECITATO AD INTERVENIRE? Non ti occupi di sapere ,dal tuo Sindaco ,quel che una parte della città seppur minoritaria ma carica di dignità e di prestigio politico , ti chiede nella qualità di Assessore alle attività culturali ? Oppure il Sindaco non ha per te alcuna considerazione al punto che non sente neppure la necessità d’informarti di quel che accade nell’ambito delle tue formali competenze e tu sei come quel marito che tutto il paese sa che è cornuto tranne che il poveraccio? Si, certo,hai perfettamente ragione.Ci sono gravi responsabilità degli Assessori alle attività culturali sia dell'amministrazione Giordano che di Motisi. E le tue ? Pensi ,forse, di non averne avendo di già governato per oltre un anno e facendo come lo struzzo per non vedere, non sentire, non parlare?O pensi, forse, che chiamando il professore Casarrubea, il quale secondo te si dovrebbe "disobbligare" trasformandosi da storico in esperto archivista, dovrebbere risolvere il problema che costò a Gigia alcuni anni di lavoro affidato ad esperti del settore ? E pensi, davvero, di risistemare in quattro e quattr'otto anni di storia che da quei documenti trasudano ,con la nonclance che contraddistingue questa Giunta di improvvisatori ? E quanto pensi di mantenere li' quelle preziose carte? La verità che non avete un'idea, una intuizione,direi proprio un "interesse" per niente tranne che per il vostro modestissimo orgoglio di apprendisti stregoni e la politica rappresenta per voi soltanto uno "status" spasmodicamente inseguito ed ora fortunosamente raggiunto anche a costo della vostra stessa dignità .

Dunque ,abbiamo capito. Abbiamo capito che costoro hanno timore soltanto del Codice penale per smuoversi e procedere legalmente e con responsabilità .Va bene.Da questo momento vi faremo ricorso tutte le volte che il dialogo, la proposizione, il ragionamento della politica non sono argomenti suffcienti ,che non intendete recepire ostacolando i processi di LEGALITA’. E , SIATENE CERTI ,CHE VI FAREMO CORRERE, CORRERE FINO A SFIANCARVI.

Toti Costanzo

sabato 22 agosto 2009

IERI SONO STATO A S.CATALDO...

Ieri il mare di S. Cataldo ( ma era già capitato qualche altra volta in questa estate) aveva un colore verdastro simbolo dell’immissione enorme di sostanze che trasformano l’acqua del mare da limpida,pulita, in opaca e dunque sporca .E di fronte ad un pezzo di mare cosi’ fortemente violentato non potevo non riflettere sul fatto che sono trascorsi 25 anni da quell’estate del 1984 quando si apri’, PER LA PRIMA VOLTA , nella nostra città una forte vertenza soprattutto contro la distilleria Bertolino, perché acqua, mare, aria venissero salvaguardati da ogni forma di inquinamento. 25 anni sono UNA VITA durante la quale tu diventi sempre più disilluso e dunque più vecchio, i tuoi figli sempre più uomini, tanti amici che non trovi più vicino a te cosi’ come è stato per tanti anni,tanti valori scomparsi, tanti desideri repressi ,tante ragioni consumate.

In quell’estate dell’84 alcuni ristretti ceti politici ed intellettuali posero a Partinico e con forza una questione di fondo e sempre attuale per le comunità, e cioè il diritto ALLA VITA in tutte le sue forme ed articolazioni. La vita , ad esempio, di quei cinque bambini mai nati in quest’ultimo anno nell’Ospedale di Partinico , degli anziani soli e senza sostegno neppure materiale,di tanti giovani senza lavoro e senza speranza . E se non si vive se non c’è il lavoro, se non funzionano le strutture sanitarie , non si vive se l’aria non è pulita,l’acqua non inquinata,il mare capace di continuare a far sussistere tutte quelle specie che danno lavoro e risorse ai pescatori della nostra costa. Diciamolo con chiarezza: quella battaglia di dignità, di civiltà,che metteva al centro non gli interessi di pochi ,i loro affari, i profitti ,le violenze non sempre palesi ,ma quelli di una intera comunità AD OGGI E’ SOSTANZIALMENTE PERSA. Riapre la distilleria, i marmifici che producono polveri dannose continuano,quasi tutti ad operare all’interno della città alla faccia dei Piani Regolatori, delle norme urbanistiche ed igienico-sanitarie e a scaricare dentro i collettori fognari, le cantine fuori da ogni controllo, le periferie invase da montagne di rifiuti anche pericolosi e pericoloso per le falde il percolato , in tutta la nostra zona nessuna discarica,sopratutto per inerti, mentre il torrente Puddastri continua a vomitare nel mare di S.Cataldo milioni di metri cubi di materiale che certamente all’habitat marino bene non fa ,cosi’ come più modestamente alla balneazione . E si tratta di materiali che provengono soprattutto dalla città di Partinico, dalle sue periferie , dalle abitazioni nate i questi anni a valle e che non sempre ,e sicuramente non tutte ,dispongono di impianti autonomi di depurazione, che sversano abusivamente entro il Puddastri, che scarica nel Nocella, che finisce a mare. Per non dire di tutta la costa che da Trappeto porta a S.Cataldo priva di collettori, impianti fognari e di depurazione. Sono passati 25 anni dalle ragioni di quella e spinta che parti’ dal Partito Comunista di Partinico e che coinvolse tanti altri soggetti della società allora più dinamica, più disponibile al dialogo, allo scontro, anche alle risse politiche segno,però, di vitalità e non certo, come accade oggi, di rinunciataria assuefazione, MA DOBBIAMO AMMETTERE CHE SIAMO ESATTAMENTE AL PUNTO DI PARTENZA .Certo ,nessuno di noi dimentica le iniziative del Patto per la salute e l’ambiente, la grande manifestazione contro la distilleria del 14 maggio del 2004 che coinvolse migliaia di cittadini della zona ,né le oltre duecento querele a Pino Manici ( ma anche a quelle più modeste per numero spiccate contro alcuni di noi) ma nessuno può affermare oggi che qualcosa sia cambiato QUANTOMENO DAL PUNTO DI VISTA SOSTANZIALE e cioè il miglioramento delle condizioni complessive di vita nella nostra città e nel territorio circostante . Anzi. Abbiamo visto il tradimento, le ritorsioni, i cambi di casacca, lo sciacallaggio di alcuni, il dissennato pseudo ambientalismo di altri, gli evanescenti tentativi di “mettere pezze” , di non volere risoluzioni definitive. E ti viene una rabbia cosi’ forte che vorresti spaccare tutto, gridare che non è giusto, che non si ha il diritto, che non possono esserci ragioni maggiori e più sostanziali della vita degli esseri umani. Ma tu sai che è tutto inutile, che bisogna ricominciare daccapo , che non bisogna perdere la speranza ,che è certo che un nuovo mondo sia anche possibile nella nostra realtà ma duro da realizzare per cui non ti basta una sola vita. Ma intanto un pezzo di territorio , quello più suggestivo, più fortemente carico di storia a confine con due Comuni ( Trappeto e Terrasini ) continua ad essere terra di nessuno perché periferico, perché abbandonato al suo destino, perché lo si ritiene come nelle guerre conquistato dal nemico.E il nemico ha conquistato sopratutto le coscienze di tanti ,ha fatto breccia nella vacuità e nello stupido orgoglio di pseudo governanti,piccoli saltimbanchi da palcoscenico di periferia , riducendo un territorio, appunto, TERRA DI NESSUNO .Perché il nemico della costa, del mare, dell’aria , dei fiumi, delle periferie della nostra città , del suo centro storico, dei beni monumentali è sempre quello, quello di sempre e cioè IL MISERABILE PROFITTO DI UNO ,DI POCHI, DI TANTI mentre il donnabondismo si diffonde sempre più come le ramificazioni di un cancro che non perdona.

Toti Costanzo

giovedì 20 agosto 2009

LA NOSTRA "MEGLIO" GIOVENTU'


“Devi farlo chiudere a tutti i costi ne va della mia dignità di Sindaco”. Bart lo trovò sconvolto mentre telefonava a voce alta e tremante per l’ira e immediatamente tirò dalla tasca la boccetta con i sali che solevano utilizzare lui ed anche Kate ,in casi di emergenza .Dall’altro capo del telefono Tonino cercava di rassicurarlo e cioè che avrebbe fatto con immediatezza le dovute verifiche. “Credo, -disse Tonino- che si tratti di un equivoco. Tu lo sai che noi Balestratesi siamo pacifici ed anche accomodanti. E poi, noi vi siamo ancora grati ed obbligati .Dove si trovano, ad esempio, gli imbecilli più imbecilli di voi partinicoti che ci avete regato circa 300 ettari di territorio senza nulla chiedere?Nemmeno avete più voluto quell’acceso a mare contiguo alla foce dello Jato che eravamo disposti a concedervi quando a trattare con noi venivano da Partinico “quelli con quelle cose cosi’ . Altro che i susseguenti quaquaraquà .Si,sono sicuro che si tratta di un equivoco che io accerterò con lo scopo di rimediare ” .

Sal ,prostrato, si abbandonò su uno dei divani rococò mentre Bart aveva preso l’abitudine che quando Sal si lamentava, per una ragione o per un’altra ,soleva guaire quale manifestazione di affetto e solidarietà accucciandosi come il cane Argo ai piedi del padrone Ulisse . Quando entrò Kate li trovò affranti e disperati. Con la rapidità e l’agilità che solo i cavallerizzi posseggono , chiamò al telefono lo zio che di materia sanitaria un po’ s’intende ,preoccupata dello stato pietoso in cui si trovavano i due. “Zio Pino- disse al telefono- vieni subito e porta “il rianimante” che tu sai.” Benina ,all’oscuro di tutto aveva,intanto, lasciato passare Vincenzino Liolà che memore dei suoi luminosi trascorsi da amministratore nel nostro Comune ,apri’ la porta non spingendola con le mani ma ,come soleva fare ai tempi di Giugio ,con i piedi e lanciandosi in scivolata al centro del Salone degli specchi.Roteò con una piroetta tre volte su se stesso concludendo con una “spaccata” al grido di "Olé" come in quella famosa vignetta che Giovanni Guerra alcuni anni or sono immortalò su Sala Rossa . Vincenzino ,che anche questa volta teneva tra i denti lo stelo di una rosa rossa ,è a tutti noto come sia anche un buontempone(ah, Mimi’,Mimi’ del tabarin ,dove sei? cosa fai?cosa hai lasciato quale eredità della tua più che dignitosa e lunga carriera politica ?) ed esercita la sua attività di “ politico per modo di dire e comunque sempre secondo e mai primo ” accompagnandola a quella di professionista della salute con allegria e tanta disinvoltura ,davanti la scena che sempre più rassomigliava alla famosa icona della madonna addolorata (Bart,intanto, si era abbandonato sul petto di Sal) si commosse e senti’ la necessità di chiamare, appunto, Mimi’. E Mimi’ chiamò Tanino ,che chiamò Nardo, che chiamò Jhonny, che chiamò quelli della manutenzione,che chiamarono Antonella ,che chiamò il papà e il Comandante, che chiamò il Direttore Generale, che chiamò il Segretario generale ,che chiamò il Ragioniere generale (cioè se stesso) , che chiamò Ntrea ,che chiamò quelli dei 108 alloggi, che chiamarono quelli della villetta di Padre Pio, che chiamarono il professore Scasso, che richiamò i ragazzi dello Zen e quelli coreani. Vincenzino , dunque,resosi conto della gravità della situazione si lancia su Sal con in mano lo stetoscopio , spinge con forza Bart che rotola a terra e ancora una volta, rotolando,rotolando toccò prima la parete nord e poi la sud del Salone con una tale velocità che non fu possibile a Nardo che era appena,appena arrivato di cronometrare il tempo , e registra la sequenza dei battiti cardiaci .”Tachicardia ,tachicardia – sentenziò Vincenzino –e il rischio c’è” .Dunque le pulsazioni erano al massimo e si temeva il peggio quando arrivò ,come nel film “Improvvisamente l’estate scorsa “con Burt Lancaster in maniera provvidenziale dal balcone spalancato per il caldo, una sufunata d’acqua fredda lanciata dal SUV di Totò Zito ,avuto recentemente in dotazione dalla protezione civile, e che lo stava provando in piazza Municipio per una esercitazione di routine .L’acqua ristoratrice arrivò ,benefica, sul boccheggiante Sal che si riprese quasi immediatamente .Ma la ripresa totale si ebbe solo quando lo zio Pino accostò alla sua bocca un beccuccio che fuoriusciva da una bottiglietta di quelle schiacciate che si vedono nei film western proiettati da don Gaspanu Cavaleri e utilizzati dai cowboy dopo le lunghe ed estenuanti cavalcate nelle praterie del West. .Era piena di un liquido ristoratore e rianimatore di cui Sal ha spesso necessità soprattutto nei casi come questi. “Mascalzoni- disse appena ripresosi- avete capito cosa hanno voluto combinarmi i sicciaroti? Hanno affisso a Partinico, nella mia città, i manifesti propagandistici di una spiaggia attrezzata e hanno avuto l’ardire di chiamarla “Lido Le Blond”.Tonino mi deve dare la testa di costoro, la testa e solo cosi’ mi potrò acquietare “ Fu a questo punto che Vincenzino Liolà bloccato l’incessante rullio di Bart e sempre con i piedi che lui usa al posto della mani ,disse:”Picciotti ,amici,compagni e camerati ,futtemuninni picchi’ semu ricchi! Ero venuto proprio per darvi la buona novella. Raffaeluzzu ,per nome e per conto mio, chiamò l’Assessore che ha preso il posto di Antonellino l’accattaturi il quale ci ha assegnato ‘a pila per l’estate. 40 mila euri pi festi, festini e schiticchi e 5 mila per i calici di stelle. A facci di’ contribuenti. Dunque prepariamoci .Tu Vituzzu ( Vituzzu era appena arrivato reduce da un incontro con gli emissari locali dell’Ingegnere) vistosi che sei l’Assessore al ramo ordina per il 4 settembre carni di crastu e sucu di magghiolu!Alla faccia di cu’ nni voli mali !”

Fu a questo punto che Bart smise di rotolare, Nardo si inginocchiò ed abbraccio le ginocchia di Sal chiedendo “perdono,perdono, perdono” come nella canzone di Caterina Caselli mentre copiose lacrime scivolavano sui tappeti,il Comandante alla faccia di Bossi fece suonare l’Inno di Mameli ad un gruppo musicale locale che,intanto, era furtivamente entrato alla ricerca “dell’Assessore ai fistacchiuna “ per potere concertare una data dentro la Cantina.Vituzzu ,iniziò a cantare “ O mia bela Madunina” che da alcuni anni aveva provato e riprovato in coppia con Mimmo ed altri artisti del luogo e ,da cantare, quando sarebbe arrivato il “ momento opportuno” mentre Jhonny fece fare alla manutenzione il “presentat’arm” a Vincenzino Liolà.

Come al solito Benina ebbe il compito di chiudere la porta d’accesso alla Sala per evitare che qualche popolano ,incuriosito dal trambusto, potesse chiedere d’essere ricevuto per esplicitare i suoi bisogni. Giù ,in piazza Municipio, Totò Protezione civile mise in moto il SUV che iniziò una specie di carosello come quelli che spesso realizzava Ginu Bua e suonando il clacson in maniera prolungata allo stesso modo di quando ,nel corteo,si accompagnano gli sposi. Infatti di sposalizio si trattava. Sposalizio tra la nostra “ meglio gioventù”.

Sala Rossa

sabato 15 agosto 2009

LO BIUNDO, PERCHE' NEGHI PURE L'EVIDENZA?

Con una efficace e sintetica espressione i latini dicevano che se tu ti giustifichi senza che alcuno te lo chieda é come se ammettessi d’avere colpa o, quantomeno io dico , d’avere qualche bel pezzo di “scheletro nell’armadio”.E il Sindaco Lo Biundo di scheletri nell’armadio dà l’impressione di averne qualcuno di grosso perché ha inteso inspiegabilmente giustificarsi,attraverso il Giornale di Sicilia di ieri ,e senza che nessuno glielo avesse richiesto , dichiarando che “ non c’è alcun collegamento tra la mia amministrazione e la società Policentro.Se cosi’ fosse non avrei esitato a chiedere le dimissioni dei miei assessori ma non ci sono i presupposti”. Questa dichiarazione ha dell’incredibile .Primo :perché è a tutti noto come, nella precedente consiliatura e nella qualità di Presidente del Consiglio, abbia manovrato al di là di ogni limite perché il progetto della Policentro arrivasse in Consiglio per l’approvazione ben sapendo che giacevano presso il Comune le RELAZIONI UFFICIALI dal mio Partito inviate all’ex Segretario comunale Lucio Guarino ,ed ovviamente al precedente Sindaco, attraverso le quali si dimostrava in maniera non discutibile, come prima d’arrivare all’approvazione del progetto della Policentro bisognava rispondere a tutta una serie di contestazioni di carattere giuridico ed urbanistico da noi esplicitate e che denunciavano precise illegalità perpetrate a sostegno palese della Società dell’ingegnere Lino Iemi. Lo Biundo era talmente interessato al progetto della Policentro che si guardò bene dal portare all’attenzione del Consiglio questi documenti le cui argomentazioni, se conosciute anche dal Consiglio comunale, avrebbero rimesso in seria discussione l’affare con tutto ciò che lo circondava di equivoco ed omissivo. Dunque ai nostri rilievi non risposero né lui , né Motisi ,né hanno MAI voluto rispondere prima di costoro gli uffici del settore urbanistica . Secondo: è a tutti noto il sostegno che Lo Biundo ebbe durante la campagna elettorale (Lettere aperte seppur velate ed interviste di Iemi anch’esse tra le righe ) da esponenti di quella Società proprio in ragione del ruolo che aveva assunto da Presidente del Consiglio. Terzo: in una memorabile battaglia in Consiglio comunale nel Dicembre 2004 Ottavio Puleo ha dimostrato in maniera inconfutabile come i due Piani di lottizzazione presentati dal COSAR di Mimmo Provenzano, Vito D’Amico ed altri artigiani che in quel Consorzio hanno ben definiti e assolutamente legittimi interessi costituivano, di fatto, un unicum con quello della Policentro .D’altronde l’architetto Tornatore ,progettista del Cosar, non ha fatto mistero nella sua Relazione allegata ,della UNICITA’ dei due progetti .Oggi Mimmo Provenzano ,che ha voluto con forza la candidatura di Lo Biundo al punto da rompere il fronte politico che si era costruito dopo la sfiducia a Motisi ,è ancora rappresentante di un Movimento (partecipa agli incontri “della maggioranza” che sostiene Lo Biundo) con dentro interessi chiari e precisi di artigiani e commercianti della Confcommercio di Partinico. E lo stesso Vito D’Amico anch'egli esponente di rilievo di quel Movimento,dell’Amministrazione Lo Biundo, è Assessore con delega anche all’Urbanistica .Detto questo si dimostra , senza alcun dubbio, come i rapporti tra l’attuale Amministrazione comunale e la Policentro siano assolutamente saldi , palesi ed anche convergenti .Io potrei aggiungere ,perché no, anche legittimi. D’altronde chi impedisce a Provenzano, Arancio o chi per lui o all’Avvocato Cipolla ,uno dei primi sostenitori del Sindaco, o a chiunque altro ad essere parte della Società Medarea? E allora perché Lo Biundo ha paura di ammettere che pezzi sostanziosi della sua maggioranza e della sua Giunta siano ORGANICAMENTE DENTRO L’AFFARE POLICENTRO e si premura di dire che che “non c’è alcun collegamento tra la mia amministrazione e la società Policentro?” E’ un po’ come vuliri ammucciari ‘u suli cu’ crivu. Oppure: perché nega in maniera cosi’ sfacciata l’evidenza? Cosa teme?. Avere interessi , anche se indiretti,con la Policentro costituisce ,per lui, motivo di preoccupazione ?Perché?

Ma la vicenda si presta ad altre precise considerazioni . Gli scheletri dentro l’armadio su questa vicenda sono molteplici. Ci sono ,come abbiamo detto quelli dell’Ufficio urbanistica soprattutto ai tempi di Giordano, quelli di Motisi il quale tradi’ la linea tracciata dal centro sinistra che lo aveva eletto per seguirne una contraria ma che noi comunisti definimmo parallela MA NON OPPOSTA a quella della Policentro per complessi ,seppur non esplicitati interessi. E questo l’abbiamo spiegato con una montagna di volantini, documenti, comunicati stampa ,interventi in Consiglio comunale e televisivi , scritti su “Sala Rossa” e sul blog Libera Mente che della vicenda è stato ed è il solo strumento d’informazione che ha prodotto efficaci,rigorosi e documentati lavori. Complementare a questa un’azione d’informazione il Partito della Rifondazione ,il SOLO che abbia affrontato con dovizia di particolari e districato una matassa MANTENENDO UNA COERENZA DI LINEA CHE ALTRI persero lungo quella tortuosa che ebbe inizio nel 2000 e si trascina ancora ad oggi . Un esempio per tutti: in quella famosa seduta del dicembre del 2004 si ebbe in Consiglio comunale un SOLO VOTO CONTRARIO ( lo votarono financo quelli che il giorno prima -ed erano consiglieri dei DS e Margherita- avevano con forza sostenuto ipocritamente e strumentalmente il contrario !) sui due Piani di lottizzazione di cui ho detto sopra.

Ma perché il progetto della Policentro venisse approvato definitivamente c’era la necessità che, eliminati Giordano e Motisi ,gli interessi della Policentro avessero altri più affidabili, sebbene pur essi interessati, interlocutori politici.Dunque, chi meglio di Lo Biundo ,che già aveva manifestato il livello di interesse per quel pezzo di mondo articolato dell’impresa attorno a cui girava un affare miliardario? E perché “l’affare Policentro” si potesse concretizzare, dunque Lo Biundo doveva diventare Sindaco della città E cosi’ è stato .Lo Biundo diventa Sindaco non solo per l’ingordigia stupida e cieca del centro destra locale ma per i gravissimi errori politici di alcuni pezzi del centro sinistra che con lui , alla fine si accordarono e il progetto approda nell’attuale Consiglio che lo approva in allegraia trovando “ i tappeti verdi” sdrotolati.Gli stessi che il Sindaco in una intervista a Tele Jato ebbe a dire di volere stendere per riappacificarsi col professore Casarrubea.Ma un conto sono gli interessi del professore e altro quello degli imprenditori miliardari .Appare del tutto ovvio che ci siamo sempre chiesti se ebbero un ruolo ,in questa vicenda ,anche alcuni “padrini” politici di questa amministrazione comunale.

Oggi ,molto opportunamente, Libera Mente palesa anche i nomi per spiegare DEFINITIVAMENTE sulla Policentro l’intreccio tra politica, imprenditoria , professionisti legati all’attuale Amministrazione comunale e gli affari . Un pezzo di eccellente giornalismo anche se ,per quanti di noi, hanno seguito e vissuto con forza, passione e determinazione fin dal suo inizio tutta la VICENDA POLICENTRO troviamo assolutamente CONSEGUENZIALE ,dopo quegli avvenimenti che abbiamo vissuto , che gli Arancio o chi per loro , i Provenzano o pezzi del professionismo notoriamente legato all’attuale Amministrazione comunale , siano DENTRO la vicenda. Probabilmente andando ancora in profondità di nomi conosciuti ne verranno fuori altri ed altri interessanti intrecci .Ma questo è compito ,soprattutto, oltre che della politica anche del giornalismo d’inchiesta e ,per il ruolo che ha avuto la mafia dei Vitale nella vicenda accertata degli acquisti dell’area dei Margi ,è anche compito degli inquirenti. Ora appare del tutto evidente che professionisti o imprenditori abbiano tutto il diritto di partecipare ai processi economici nel modo e nelle forme che reputano più opportuno. In Italia questo diritto è garantito e dunque nulla osta perché commercianti ed artigiani ,professionisti si muovano nella direzione che più si rende efficace al fine di raggiungere il profitto. Ma mi chiedo: perché Lo Biundo nega perfino l’evidenza? Ed è questo che deve con urgenza spiegare alla città. Se non lo fà vuol dire che ,"minimu, minimu avi ’u carbuni vagnatu!”

Toti Costanzo.

giovedì 13 agosto 2009

L'ANFITEATRO DI MIRTO E LE SCIOCCHEZZE "PARTINICOTE"


Soltanto la giovane età può giustificare “l’ignoranza di fatti” che sono ormai parte della nostra microstoria. Tuttavia penso che quando si è amministratori ,cioè soggetti con responsabilità pubbliche ,si debba avere il buon senso di documentarsi prima di esprimere giudizi e riferire soltanto ciò di cui si è a conoscenza . Ora se questo è relativamente giustificato quando “le sciocchezze” le esprimono i giovani amministratori la stessa cosa non si può dire di coloro i quali “dovrebbero”, soprattutto in ragione dell’età e per avere vissuto anche esperienze politico-amministrative, essere precisi nelle affermazioni e, come si suo, dire, ” dare a Cesare quel che è di Cesare”.Per cui capita spesso di sentire dichiarare da Lo Biundo e altri suoi collaboratori ( compresi gli occasionali) :” Da decenni questo bene è abbandonato ed ora noi..” “ le Amministrazioni precedenti non hanno fatto niente ed ora noi…” e cosi’ discorrendo. Si tratta cioè della classica mediocrità che tenta sempre di addebitare agli altri responsabilità che altri sicuramente pur avranno tentando, però, colpevolizzando gli altri, di autoassolversi .E’ un po’ il ragionamento classico che possiamo definire ,certi di non errare, “’a partinicota” e cioè di fare leva sulla ignoranza degli altri per auto esaltarsi e convincersi e convincere ” che prima di me il diluvio”.

Dunque succede che la Legambiente di Partinico promuove -cosa assai utile- due campi di lavoro per giovani studenti che provengono anche da paesi europei ed extra con lo scopo di ripulire dalle erbacce un bene importante come l’anfiteatro della scuola di Mirto che era stato abbandonato, cosi’ come è incolpevolmente abbandonato il resto del verde della città, ANCHE DA QUESTA AMMINISTRAZIONE che, sono certo, questo bene SCONOSCEVA . Perché i casi sono due: o conosci il bene, ne apprezzi il ruolo e dunque hai l’obbligo di curalo tu e non attendere che lo facciano gli altri .Oppure il bene non lo conosci , non te ne occupi come hanno fatto gli altri e dunque nulla hai da recriminare nei confronti di chi ha precedentemente amministrato , anche colpevolmente disinteressandosene .La verità che nell’uno e nell’altro caso questa Amministrazione, del verde pubblico ( ma non solo) ,cioè un enorme patrimonio che gli abbiamo affidato seppur TEMPORANEAMENTE, non se ne cura lasciandolo allo stato di vergognoso abbandono. E sull’argomento non vi è dubbio che ci sono responsabilità del professore D’Orio ma, sicuramente prima di lui, ci sono quelle del Sindaco in ragione del ruolo di coordinatore di tutte le attività che lui dovrebbe avere. Per cui se si apre la polemica col professore Casarrubea per la questione del suo Archivio (e a proposito ,dell’ARCHIVIO STORICO della città che E’ DI NOSTRA PROPRIETA’ riorganizzato dalla Cannizzo e frutto della vita della nostra comunità cittadina e abbandonato alla vergogna di un sottoscala,che ne facciamo ? Gliela diamo, Assessore Parrino, una dignitosa collocazione in qualche altra stanza del Palazzo Ram e non Ramo come ha dichiarato il Sindaco ?)si scopre che la responsabilità del mancato dialogo con Giuseppe Casarrubea ,il Sindaco la intenderebbe accollare all’Assessore Parrino che non avrebbe adeguatamente considerato, e fin da subito, le giuste ragioni del professore. Troppo facile ed anche troppo comodo .E tu, Sindaco ,di che ti occupi? Perché non potevi NON SAPERE e poi perché , lo sanno tutti, Parrino non fa niente che tu non sappia .

Detto questo andiamo al dunque. Per prima cosa :l’anfiteatro di Mirto non fu realizzato da Danilo per offrirlo per il “divertimento della città” (Giovanni Pantaleo) quanto parte integrante del progetto educativo che vedeva l’anfiteatro quale cordone ombelicale con la struttura scolastica e dove il bambino poteva costruire e solidificare la formazione della sua personalità arricchita dalla musica, la recitazione, dalla danza, Ma l’anfiteatro era anche il luogo della “democrazia” cioè dove si assumevano ,collegialmente ,le decisioni importanti per la vita della Scuola. La seconda: sono a conoscenza, il Sindaco di Partinico e i suoi collaboratori(compresi gli occasionali) che esiste un PROGETTO PARTICOLAREGGIATO ,opera del professore Casarrubea e fatto proprio dall’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità ”Giuseppe La Franca”,che intende realizzare nell'area di Mirto UN GIARDINO MEDITERRANEO ( può trovare ampia informativa solo che ne faccia richiesta) che possa ,finalmente togliere dal degrado e dall’abbandono alcuni ettari di proprietà comunale ,cui lo ha relegato ANCHE questa Amministrazione comunale ? Lo sa che siamo proprietari anche di quest’ampia area ? Se ne vuole occupare? Il suo tutore europeo ,Antonello ,gliele darà le risorse? Oppure finita la festa (quella di stasera 13 agosto) “gabbato lo santo?”.

Ultima annotazione per il professore Scasso il quale dichiarava che quel bene “è abbandonato dal 1973” .Scasso non dovrebbero commettere di questi errori se non altro per non fare un torto a se stesso che è stato Assessore con Gigia: ha dimenticato, forse,che durante quell’Amministrazione un’Associazione il cui animatore era il professore Giuseppe Messina ,giovane intellettuale partinicese docente di Storia e Filosofia, quel bene fu valorizzato con rappresentazioni teatrali e musicali per tutta un’estate ? E nell’estate del 1992 con la Giunta Geraci ,è a conoscenza che in quel luogo si realizzò un “campo” che durò tutta l'estate organizzato da una Chiesa evangelica di cui guida era il dott. Carmelo Graziano che utilizzò scuola ed anche l’anfiteatro per le sue innumerevoli iniziative ricreative-religiose?E le colonie estive per i bambini della scuola elementare organizzate dalle Amministrazioni Cannizzo in collaborazione con l'Associazione dei genitori di Mirto di cui fu Presidente Paolo Speciale? Probabilmente, se fa una ricerca ,troverà ancora li’ un impianto di illuminazione che serviva per le attività. La verità è che dopo Gigia ci "fu il diluvio" e, forse, a Partinico sono sempre di più coloro ( e indipendentemente dalla loro storia personale) che hanno fatto proprio quel medievale cerimoniale che vedeva le nostre antenate ,prima d'andare a letto, indossare una casacca con la significativa scritta :”Non lo faccio per amor mio ma per far piacere a dio” E il dio,non quello divino, nei secula seculorum è sempre lo stesso e cioè il piccolo, piccolissimo ,quasi microscopico “padroncino” di turno.

Toti Costanzo

martedì 11 agosto 2009

MAFIA,POLITICA,AFFARI.CI RISIAMO A PARTINICO?


Quando venne a mancare Pino Avellone che fu Senatore della Repubblica con incarico da Sottosegretario e poi Deputato al Parlamento nazionale ed infine deputato all’ARS ,ricordo una conversazione con un amico democristiano di quelli che non avevano timore a “farsi vedere” insieme ad un comunista senza subire pesante reprimenda da parte dei maggiorenti che in quel Partito disponevano di tutti a loro piacimento . Succedeva ed ancora succede a Partinico anche questo .Pino Avellone ritornò a farsi eleggere Consigliere comunale in quella legislatura che ebbe al centro del suo interesse “l’affaire metano” ,un affare miliardario,e si fece rieleggere soprattutto per impedire la consegna di quell’affare ad una famosa Società di cui presidente era il professore Lapis ritornato, oggi, alla ribalta per questioni di contributi che, a detta degli inquirenti, avrebbe consegnato a Salvatore Cintola anche per Totò Cuffaro.E Lapis faceva parte ,all’epoca a Partinico, di una cordata capeggiata proprio da Cintola e da un pezzo della DC che , successivamente ,di Avellone divenne palese oppositore .Questa cordata avrebbe dovuto garantire l’affare alla società di Lapis con enormi vantaggi economici ed anche politici di cui si può immaginare .Una vecchia storia che ritorna ciclicamente e che sarebbe giusto si concludesse , come si suole dire, in una maniera o nell’altra. se non altro per conoscere la cosidetta "verità". Dunque l’amico democristiano mi tesseva le lodi di Avellone avendolo conosciuto molto intimamente mentre ,al contrario, seppur consigliere comunale o forse perché di altra generazione io non potevo dire la stessa cosa. Tuttavia Avellone manifestava in Consiglio una grande capacità d’essere personaggio “misurato” nei gesti, nelle parole, nelle argomentazioni , rispettoso soprattutto del ruolo del Partito Comunista di cui soleva tessere le lodi del gruppo dirigente locale con riferimento , a suo dire, alle capacità politico-amministrative-culturali del PCI che, per la campagna elettorale del 1985, aveva pubblicato un importante lavoro fatto di proposte di governo per la citta .Proposte che spinsero il senatore Avellone a chiedere al PCI di entrare nella Giunta del Sindaco Giuseppe Di Trapani .Dunque Avellone ritorna in Consiglio proprio per impedire che l’affare metano potesse saldare un’alleanza tra il Partito di Cintola e quel pezzo di dicci’ che scalpitava e che chiedeva “avanzamenti” “ e nuovi spazi” di potere dentro quel Partito .Quell’affare ,per una serie di ragioni che ho spiegato in un lavoro pubblicato sul nostro sito di Rifondazione Comunista ,allora sfumò ma le lacerazioni interne alla DC restarono tutte fino,poi, a portare con l'elezione di Gigia Cnnizzo alla definitiva rottura e fine di quel Partito . L'affare si concluse,poi, oltre un decennio or sono proprio con quel pezzo del suo ex Partito che Avellone intendeva neutralizzare e in un contesto politico diverso ed anche con altri, nuovi, protagonisti degli affari.

Perché oggi voglio ricordare quel colloquio? Perché l’amico democristiano mi spiegò come Avellone ,che sicuramente era un uomo potente, che creava carriera e le disfaceva, che si prodigò per assicurare un posto di lavoro a centinaia di famiglie partinicese, mantenne distinto il ruolo di "politico" e di "affarista". Cioè Avellone teorizzava che un uomo di potere non può , non deve entrare “direttamente” negli affari come invece soleva fare un altro personaggio del suo stesso Partito che, al contrario, negli affari si immergeva in prima persona.

A distanza di alcuni decenni a Partinico si sta riproponendo la stessa storia con il Progetto della Società Policentro del quale ,come comunisti ci siamo sempre e fin dall’inizio battuti, per contestarlo,contrastarlo e non solo perché le procedure che hanno portato all’approvazione del progetto ERANO E SONO ANCORA AD OGGI ASSOLUTAMENTE ILLEGALI ma perché é classica storia di malaffare, intrecci di interessi mafiosi con la politica locale,rapporti tra i Sindaci e la stessa Società ,tra imprenditori spregiudicati ,politica miserevole , Istituzioni . E l’intervista al magistrato Del Bene di Walter Molino sul blog LiberaMente ,dice con chiarezza che la mafia del clan Vitale intanto nell’affare della vendita dei terreni c’entrò e tutto ciò si può meglio comprendere con l'articolo ampio, articolato e documentato di Angelo Vitale sempre su LIBERA MENTE . Scrive Angelo che “ ..nella composizione societaria di Policentro Daunia srl,creata per la costruzione e gestione del grande insediamento in contrada Margi , e la fotografia che se ne ricava non lascia presagire niente di buono. Dalle carte ufficiali,di pubblica consultazione,emergono blindatissime società fiduciarie con sedi all’estero,imprenditori, professionisti e referenti politici locali ,finanzieri con uffici a Manhattan e un interrogativo di fondo: siamo di fronte ad un potenziale strumento di sviluppo di un territorio economicamente asfittico o ad una pura speculazione finanziaria di un variegato comitato d’affari? “

E conclude con questi interrogativi:

1)c'é o non c'é una pericolosa convergenza di interessi tra gli amministratori pubblici e soci della Policentro?;

2)chi c'é,oggi, dietro il paravento della "Carini fiduciaria di amministrazionie e revisione per azioni?;

3)chi sono i soci della VNG invest sprl?


NOI CONSIGLIAMO A TUTTI I NOSTRI COMPAGNI, LETTORI ED AMICI DI LEGGERE GLI ARTICOLI DI LIBERA MENTE PERCHE’ SI POSSANO CAPIRE ANCHE LE RAGIONI PER CUI ,COME COMUNISTI ,DENTRO E FUORI IL CONSIGLIO COMUNALE A QUESTO PROCESSO DEGENERATIVO CI SIAMO SEMPRE OPPOSTI E CONTINUEREMO A FARLO .

Toti Costanzo

venerdì 7 agosto 2009

PARTINICO Bart '09

La signorina Benina ricevette da Sal un’ordine tassativo: non passare alcuna telefonata, rispondere che il Sindaco e gli Assessori erano andati ad un ricevimento.”Dica che siamo andati in Cantina per un battesimo “. Benina ,che aveva visto passare una caterva di Sindaci durante la sua lunga quanto scrupolosa attività di dipendente comunale sempre con delicati incarichi di relazionarsi col pubblico ed occuparsi della segreteria, capi’ l’antifona: c’era strarria ‘nto cammaruni. Invitò il commesso ad andare a prendere un caffè al bar . “Ci vediamo domani- disse e non dimentichi di chiudere anche il portone”. Benina ne aveva visto di cotte e di crude. Passavano, come davanti ad uno schermo, figure di Sindaci di tempi assai lontani: Angelo, Giovanni 1°, Giovanni 2°, don Pino, Pino senza don, Eluccio,Giuseppino, Gioacchino, Enza Maria, Gino, per non dire di Gigia che quando arrivava lei in Comune “tremava tutta Roma” come il titolo di un famoso film con Anna Magnani .E poi Giugio e Peppone che è quanto dire e, per cucuccio, ora anche Sal Le Blond .Apri’ la rivista “Chi?” e cominciò a leggere .Sapeva che il tempo sarebbe stato lungo come quello che si trascorre dal parrucchiere in un giorno di Sabato .Dal Salone degli Specchi salivano le voci come quando sale un temporale e tuoni e lampi sempre più vicini scuotono anche le gloriose mura degli antichi palazzi. I Palazzi? Certo, quei pochi che sono rimasti ancora in piedi e fare bella mostra di sé. D’altronde anche noi avevamo un passato. Un passato,in verità, non sempre pieno di gloria perché storici di bancareddu sogliono dire che tutto ebbe inizio con l’insediamento di briganti e pendagli da forca rivalutati dai Cistercensi. Ma briganti e non ,pendagli da forca o massacratori di borboni anche noi un passato lo avevamo . Certo,ora il rischio è che non avremo neppure un futuro visto che prima della sua precipitosa fuga a Bruxelles ,Antonello ha fatto togliere quel poco di vincolo che era rimasto.Della Cantina ,poi, non ne parliamo!

“No, noi non possiamo iniziare questo secondo ciclo estivo senza che si dia al tutto il giusto nome che merita. E il giusto nome è il mio .Sono, oppure no,l’Assessore alla Cultura?” .” Ma quale cultura e cultura"-ribatte Tanino che, come è noto è molto spiccio e dice pane pane e vino al vino-".Ma non l’hai sentito l’altro ieri quel che ha detto di noi sulla tivvù di Pinuzzu tiggei ,e per colpa tua , il professore ? Disse ,sostanzialmente, che siamo cosa di pani e panelle. Ma se lo sanno tutti che lo scorso anno hai fatto una mezza figura solo con i soldi di Antonello. Quest’anno cà grana ‘nun ci nné , me lo dici che fai? No, quel titolo in cartellone te lo puoi scordare. E poi ,perché dovremmo scrivere “ PartinicoBART” e non invece , ”Partinico SALART ? Alla fin fine ,‘u sinnacu cu è ?” . Nardo annui’ subito anche perché doveva farsi perdonare un mare di cose e in questi casi che si fa? S’alliscia ‘u pilu ‘o patruni. “Bellissimo, bellissimo! Mi piace: Partinico SALART. Tanino sei grande!Che idea, che genialità. Lo farò imprimere sul frontespizio delle magliette dei miei atleti che vanno , a giorni, a gareggiare a Parigi. Ve lo immaginate lungo i boulevard mentre sfilano con sul petto lo stemma dell’aquila partinicese e il nome di Sal a caratteri cubitali? ” .Il gelo calò su quelle parole mammalucchine e Nardo capi’ che per lui ,forse,era veramente finita. “ Ci arrivo, almeno, alle feste di Natale?” disse sottovoce ad Antonella che era stata sua allieva . Ma Antonella abbassò gli occhi come quando le giovani arrossiscono davanti ad un complimento, ma tacciono. Tacque , per cui Nardo capi’ che chance non ne avrebbe avuto più. Intanto era arrivata lei, Kate. Kate ,dall’apparente fragilità, ma sicuramente giovane intraprendente ,di grande risorse e capacità si era subito precipitata ed arrivò , addirittura,con ancora la tenuta da cavallerizza. I pantaloni elastici le stavano a pennello e su questi gli stivali alla capitano D’Inzeo . Nella mano sinistra teneva il casco protettivo e nella destra un sottilissimo frustino che ogni tanto faceva schioccare creando attorno a sé un vero e proprio panico mentre petto e torace venivano protetti da un robusto giubotto che pare lo metta ,ormai, tutte le volte che c’è una riunione di Giunta o un’ispezione da fare nelle panellerie col nuovo Comandante . ”Che ne dite-disse- se facciamo scrivere “Partinico VIGILART”? Ma lo capite l’importanza che oggi ha la questione sicurezza e, dunque, accoppiare la cultura allo spettacolo soprattutto quello che quotidianamente danno i nostri uomini in divisa ,specie in Piazza ,sarebbe una vera e propria trovata senza precedenti . E poi avremmo la possibilità ,per l’occasione, di disobbligarci col nuovo Comandante che, non solo in un sol colpo spicca lungo il Corso cento contravvenzioni ma, addirittura , s’è comprato la divisa pagandola con soldi suoi .A me , quando lo vidi per la prima volta in alta uniforme , per la commozione spuntarono le lacrime agli occhi . Un gesto di grande signorilità e ,soprattutto, di generosità impensabile in questo nostro Comune ” Fu a questo punto che Bart al grido di “Non fia mai!”, si lanciò contro Kate. Jhonny intervenne con tempestività e allungando la gamba destra creò le condizioni per farlo inciampare risparmiandogli, però, una frustata che Kate aveva già fatto partire con velocità impressionante. Kathrin imitando la Hepburn nel film del ‘38 ”Susanna”,sembrò, per un momento, una novella Zorro quando segna inesorabilmente con una ZETA il volto degli avversari . Volò ,Bart,e come in tante altre analoghe occasioni, atterrò con un mezzo carpiato sul grande divano posto ai lati dell’ingresso che da Benina porta alla Sala degli specchi. Gridò, il tapino e tirandosi i capelli e gemendo in continuazione con sibili che sembravano la sirena dell’autombulanza di Torano ,rotolò partendo , questa volta, dal lato nord per arrivare in fondo al lato sud e ritorno. Nardo ,istintivamente, tirò fuori l’immancabile cronometro e gridò al miracolo. Bart , a suo dire,aveva battuto tutti i record di “velocità rotolante”, che successivamente Nardo avrebbe proposto al CONI quale nuova specialità atletica da inserire nelle prossime Olimpiadi .Fu a questo punto che Vituzzu “sonocometumivuoi “ si mise in mezzo gridando come il grande Archimede : Eureka!-disse- . Che ne dite se invece di Partinico BART gli togliamo la B e diventa cosi’ “ PartinicoART” e non ne parliamo più ?D’altronde pi‘sti quattru cosi di ririri camu ‘a ffari ni vali ‘a pena strarriarisi? Parole sante, parole balsamo che si riversarono a spegnere i fuochi ” .Ci fu l’applauso di quasi tutti perché Bart aveva,non visto già guadagnato il davanzale della finestra di nord-ovest con lo scopo di lanciarsi nel vuoto al grido di “A vuliti sapiri na cosa? Megghiu pizzettu e peppone ca’ vuavutri” .Ma , come in altre occasioni Jhonny lo convinse e lui si accontentò anche non godendo. E fu cosi’ che l’estate partinicese, alla fine, fu denominata “PartinicoART’09” .

Bart pianse con un occhio, le voci si acquietarono, Kate rinfoderò lo scudiscio e si tolse gli stivali , Tanino ordinò pane , panelle e meusa per tutti, Vituzzu si asciugò il sudore, Jhonny convinse Bart a lasciare il davanzale mentre lo zio Crispi, che era intanto stato avvisato c’era marusu e temendo come sempre per il pargolo, riportò nella macchina ‘a runca .Benina sollevò lo sguardo da Chi?, lo arrotolò,lo mise nella borsa, rivolse un sorriso di ringraziamento all’effige di Padre Pio. Anche questa volta tutto è bene quel che finisce bene!

Sala Rossa

giovedì 6 agosto 2009

LA BORSELLINO,LUPO E IL SENATORE CUFFARO

Non provo alcuna simpatia nel senso politico, per il Partito Democratico. E non certo perché provengo da quell’esperienza politica e di vita che vide i comunisti acerrimi avversari della dicci’ e , dunque, non riuscendo ancora ad oggi a rimuovere quei macigni culturali che vedevano quei due Partiti assolutamente antagonisti nel concepire l’organizzazione dello Stato e della Società italiana. La storia,poi, della Sicilia fatta di stragi come quella di Portella, strage sicuramente di Stato, di connubio tra il potere politico saldamente in mano ai democristiani, l’uccisione di tanti compagni sindacalisti per mano di mafia dal potere politico alimentato, di eccidi come Avola per mano della polizia del democristiano Scelba e poi le stragi di magistrati,di poliziotti e carabinieri,avevano tracciato uno spartiacque tra quei due mondi antitetici e contrapposti. Trovo, quindi, assolutamente “innaturale” che eredi della cultura comunista si incontrino con quella democristiana e non certo e non solo per radicali differenze ma soprattutto per la "concezione" del Partito. Il PD, a mio avviuso, altro non sarà se non una dicci’ riveduta e corretta fatta di gruppi, di correnti, di leader come si era già visto nella Prima Repubblica e non basteranno certo le “primarie” per costruire il Partito nuovo . Né tutto ciò sarà impedito dal Congresso di Ottobre che sancirà, al contrario tutte le divisioni mettendo i pezzi , tuttavia, insieme per stato di necessità e avendo quale collante “il Potere”: quello locale di Comuni , Province e Regioni e poi quello del Governo nazionale. Il Potere ,soprattutto, e niente più. D’altronde tutto questo non sfugge a quanti seguono le vicende politiche siciliane e nazionali attraverso la stampa e la televisione. Dunque ho biasimato il trasloco della signora Borsellino nel PD non certo e non solo perché ha scelto questo Partito ma perché ha rinunciato a rappresentare “un simbolo” cioé di continuare una esperienza di autonomia ,raccogliendo attorno a sé il meglio della società siciliana che ancora ha voglia di lottare per i cambiamenti reali e non fittizi, legandosi fortemente ai “Valori” e non certo alle poltrone . Trovo, dunque, la Borsellino non solo protagonista di un processo che l'ha visto assumere repentinamente posizioni differenti se non addirittura alternative a quelle sue precedenti e , dunque, di avere “tradito” ma di avere fatto, dentro il PD, la scelta di aderire ad un Partito i cui tanti pezzi si portano appresso quella “storia” che é storia di stragi, delle collusioni con la mafia,della degenerazione della politica. Certo, qualcuno mi dirà che il giovane deputato regionale Giuseppe Lupo che proviene dalla dicci’ e dal sindacato bianco della CISL non ha niente a che spartire , se non altro per ragioni anagrafiche, con quella “storia”.E’ vero ma sarebbe come dire che i comunisti italiani nulla hanno a che spartire con Di Vittorio, Mommo Li Causi, le lotte contadine e nelle fabbriche, con Luigi Longo o Berlinguer. Piaccia ,oppure, no, quella è la “nostra “storia cosi’ come “quella” è anche la storia della DC. Dunque,Lupo. Perché parlo di Giuseppe Lupo? Perché la neodeputata europea Borsellino ha dichiarato che nella corsa alla segreteria regionale del Partito non sosterrà il figlio del Presidente della Regione, Mattarella, massacrato dalla mafia come il fratello Paolo, né l’ambientalista di Legambiente Giuseppe Messina, meno che mai l’onorevole Lumia notoriamente impegnato sul fronte della lotta alla mafia, bensi’ il giovane ex sindacalista che ha, però, alcune importanti qualità : d’essere il solo siciliano nell’entourage ristretto di Franceschini che la volle per un seggio a Bruxelles, e soprattutto per avere spaccato a Borgetto il suo Partito in quanto la “sua” parte politica sostiene il Sindaco Davi’ di centro destra mentre l’altra parte sta all’opposizione e a Montelepre ,perché non ci fossero dubbi sulla sua natura di politico accorto, fu sul palco nel comizio di chiusura della campagna elettorale per sostenere un candidato dell’UDC ( il PD anche in quel Comune si frantumò) insieme a certo onorevole Dina,al Segretario regionale Romano e soprattutto al senatore Salvatore Cuffaro su cui non abbiamo nulla da dire rispetto a quel che sempre la Borsellino ha detto. E Montelepre, per evitare che lo si scordi ,non è stato un Comune qualsiasi della nostra Sicilia ma fu il centro di un tragico connubio tra banditismo, mafia, politica, servizi segreti, stragisti, agrari,nobili decaduti e sovversivismo. In una parola ,UN LUOGO SIMBOLO NEGATIVO che i Comunisti combatterono .Dice la Borsellino e lo scrive sul suo sito: ”Quanto è accaduto alle ultime europee ha dimostrato che serve un’idea di Partito che si proponga non solo come strumento DI OPPOSIZIONE ma anche e soprattutto come forza ALTERNATIVA al centro destra. Non servono alleanze strategiche con chi fino a ieri ha governato. PER QUESTO HO GIA’ AVUTO MODO DI ESPRIMERE LA MIA STIMA E FIDUCIA A GIUSEPPE LUPO PER LA CORSA ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PD” E poi aggiunge che nel corso dell’incontro che ha avuto con i giovani del PD ed altri esponenti di quel Partito, i suoi collaboratori ( tra cui spicca sempre un trombato di lusso ex deputato regionale ed ex di tante altre cose alla ricerca disperata di un posto al sole che aveva perso )che sono stati distribuiti dei questionari per raccogliere proposte programmatiche da consegnare alla stessa. Dico la verità che arrivato a questo punto della lettura ,molto irritato, ho chiuso PC e per una ragione semplice : perché ancora ad oggi dispongo di una carpetta( la metto a disposizione di quanti ne facciano richiesta) strapiena di proposte che abbiamo affidato alla Borsellino quando fu candidata alla Presidenza della Regione siciliana nel 2006. Mi chiedo: che senso ha ,ora che è appagata politicamente, ricorrere ancora alla raccolta dei “ questionari” con le idee soprattutto dei giovani quando gli uffici del suo Movimento “Un'Altra Storia “ dovrebbero essere ancora pieni di tutte le idee, proposte e sopratutto SPERANZE che migliaia di cittadini siciliani onesti avevamo a lei affidato con tanta fiducia?

Toti Costanzo

sabato 1 agosto 2009

SIGNORE E SIGNORI,IL PRANZO IN CANTINA E' SERVITO!


L’SMS non lasciava alcun dubbio:”Vieni subito. Importantissimo. Antony”. Sal volò a Bruxelles con il primo aereo e all’aeroporto internazionale fu prelevato da una macchina dell’ambasciata tunisina. Pensando ad un equivoco telefonò e ricevette assicurazioni:”Puoi fidarti perché l’ambasciatore ,esperto in cous-cous è mio amico e ci sarà molto utile nel futuro per il “progetto” . Da Antony ricevette una busta contenente tutte le istruzioni . In albergo lesse e un sorriso gli illuminò il viso che era stato in questi giorni attraversato da corruccio per le tante critiche che gli piovevano addosso appesantite sopratutto per l’inefficienza e l’ incapacità di qualche piunco di assessore che gli creava anche dissapori con Pinuzzu che batteva quotidianamente il tasto senza soluzione di continuità. Lesse ed incominciò a ripetere . Antony gli aveva imposto che ,dopo averlo imparato a memoria ,il documento doveva essere assolutamente distrutto. Guai a cadere nelle mani degli avversari.Era materia che scotta. Tutta la prima pagina veniva occupata dalla rappresentazione particolareggiata della mappa dei locali con una particolareggiatissima disposizione del personale. All’ingresso e ad accogliere i commensali ,Antonella in virtù della bella presenza. Vestito sobrio ,colore bleu notte lungo con fascia alla vita e scarpe di finto coccodrillo . Capelli raccolti dietro la nuca e annodati con un cordino tricolore e con sulla testa una corona d’argento su cui doveva campeggiare lo stemma dei Borboni .In mano un bouchét di gardenie finte ma che attraverso un dispositivo ,e con la semplice pressione del pollice, emanavano l’odore di quel delicato fiore. La tecnica era identica a quella che usò in altre epoche un buontempone, don Peppino ciacca , che soleva all’imbrunire attraversare il Corso coperto da lampadine luminescenti e a quanti si avvicinavano spruzzava su di loro ,da un finto fiore posto all’occhiello della giacca, acqua di colonia che fuoriusciva perché azionata da una pompetta che pescava ,attraverso un tubicino, da un piccolo contenitore nascosto in una delle sue ampie tasche. Un ingegnoso quanto simpatico personaggio di una Partinico che, purtroppo, non esiste più e di cui abbiamo tanta ma tanta nostalgia . Inchinandosi,Antonella, avrebbe dovuto dire alla sposa che scendeva dalla macchina:” Signora l’Amministrazione le porge il benvenuto ed è lieta per averci scelto ”.E ,subito dopo, rivolto allo sposo :” Signore le porgo l’omaggio di Sal e di tutto il nostro staff”. A lui avrebbe dovuto consegnargli un regalo particolare e cioè un gagliardetto con i colori del glorioso Partinicaudace che era il verde della speranza che non muore mai e il nero della cruda realtà cittadina. Il corteo ,percorso il vialetto che immette nel grande atrio acciotolato ,trovava la prima sosta obbligatoria davanti l’ex Torre di Ballo . Li’, Tanino vestito da antico siculo accompagnato dal gioioso suono di un gruppo folkloristico formato da residui pezzi della fanfara della buonanima di don Nitto e al canto di “Sciuri, sciuri” e “Di Mungibeddu tutti figghi semu!”,avrebbe offerto agli ospiti pane e panelle , cazzilli e rascatura .Intanto Vituzzu “centro-destra-sinistra” ,che aveva avuto affidato il delicato compito di approntare tutta la parte logistica ( tavoli, sedie, poltroncine, tovagliamento, ) dava le ultime disposizioni al personale aggregato (alcuni ex LSU, cococo,cocopro, che in tal modo incrementavano il monte ore settimanale) perché si disponessero a raggiera e ,all’arrivo degli ospiti che prendevano posto ,in coro gridare :”Evviva gli sposi, evviva”.Costoro, alla fine della cerimonia , avevano anche il compito di trasportare su di una lettiga romana senza tettuccio Kate coperta da lunga tunica bianca ,sandali alla Cleopatra,un bracciale a forma di lungo serpente attorcigliato al braccio sinistro che accompagnava la monumentale torta nuziale a cinque strati .La torta doveva denominarsi “ Parthenia” accordandosi ,però, con Renzuccio (cosa facile facile) che in altra epoca aveva cosi’ chiamato una sua Associazione e dunque avrebbe potuto pretendere i diritti d’autore. Con la destra Kate avrebbe sparso a destra e a manca petali di rose tratti da un'ampio cestino appositamente realizzato da ‘u ‘zzu Cicciu ‘u cannistraru che ancora esercita in via Colombo. I riccioli neri rigorosamente congegnati “alla greca” . Un suono melodioso avrebbe accompagnato il piccolo ma suggestivo corteo. Nardo ,vestito da dio Hermes notoriamente ,tra le altre cose,protettore dell’atletica con sandali e cappello alati e l’immancabile cronometro a tracolla ,doveva immergersi nel ruolo di psicopompo ovvero di accompagnatore dello spirito dei morti che aiuta a trovare la via per il mondo sotterraneo dell’aldilà. E chi meglio di lui ,che in un sol colpo ha definitivamente sotterrato verde,ambiente e sport? Alla fine e prima del caffè che avrebbero servito il Segretario comunale ,il nuovo Comandante e il Direttore generale accompagnati dai consiglieri di maggioranza vestiti da paggetti ,doveva arrivare Lui. Lui,alto, bello, splendido splendente parapappappapà., pantaloni di raso Jacard, vita con passanti,zip e bottoni,quattro tasche,gamba a tubo,scarpe derby Geox E poi riding cote lunga fino al ginocchio con falde aperte posteriormente mentre Bart e Jhonny posti dietro , ma a debita distanza seppur ravvicinata, dovevano tenere sollevate le falde della riding cote (alla stessa maniera di quando sorreggono il nastro perché Sal possa inaugurare le cose degli altri) come quando alla sposa le damigelle sorreggono il lungo velo. In mezzo a loro due, ormai come sempre, Ntrea cicirittu .Anche lui ,come Bart e Jhonny ,vestitioda pagettio con corona di fiori sul capo e stemma borbonico ,pantaloni bianchi alla zuava, giacchetta con bottoni finto oro dovevano girare il capo sia a destra che a sinistra come quando si segue la pallina negli incontri del tennis lanciando agli ospiti paganti accattivanti sorrisi. La Bohemian Rhapsody di Freddie Mercury sparsa da un 2000 watt avrebbe creato la giusta atmosfera e concludere la cerimonia mentre su uno schermo gigante comparivano le immagine esaltanti di Sal vestito , questa volta, da Franceschiello di Borbone e lo staff nei momenti più salienti della loro attività. La ditta Castelli con trona e tric trac fantasmagorici avrebbe chiuso la splendida serata.

Sala Rossa