mercoledì 12 novembre 2008

PER I NOSTRI SOLDATI SAVARINO E FERRO SOLTANTO IPOCRISIA

Devo ammettere con assoluta franchezza che non comprendo le ragioni per cui riesco, ancora alla mia età, ad indignarmi o comunque a rifiutare con forza qualunque avvenimento intriso di ipocrisia. Potrei dire, come tanti dicono: "ma lascia dire, lascia fare. Non vedi che non cambia niente"? Eppure non intendo piegarmi all'evidenza perché sono convinto che il mondo non é fermo, che molta parte delle nuove generazioni non é ferma, che nemmeno la "Politica" é ferma anche se la nostra città sembra avvolta da una coltre di silenzio o, appunto, di ipocrisia che copre anche la protesta dei nostri giovani strudenti che vogliono una semplice cosa: "avere anche loro un futuro".
Facevo queste considerazione ascoltando l'intervista di Tele Jato al Sindaco, nell'occasione della celebrazione della giornata del 4 novembre.
Siamo stati abituati a considera quella data come "festa" quando invece festa non é. C'é stata sul giornale del mio Partito, Liberazione, una forte discussione su tale questione ed io convengo che le guerre, i morti a milioni non possono essere festeggiati perché, come scriveva un compagno: non c'é proprio niente da festeggiare. Semmai, più che festeggiare, dobbiamo considerare il 4 novembe quale giorno del lutto diffuso e condiviso e rinnovare il nostro dolore di italiani, siciliani, partinicesi. Milioni di morti, giovani e giovanissimi, mandati al macello durante la prima guerra mondiale. Non guerra di popolo, non guerra di liberazione ma guerra di classi dominanti, di dominio dell'uomo sull'uomo, di un popolo sull'altro, esaltazione dell'imperalismo guerrafondaio, soppressione delle libertà, delle vite, delle speranze. Così, per certi versi, non fu nella seconda che ,in una seconda fase, diventò guerra di popolo, guerra di liberazione dal nazi-fascismo.
Ma quell'intervista del Sindaco, che parlava dei nostri 330 morti partinicesi, mi provocò tanto turbamento ed anche una certa rabbia.
Come é possibile, dicevo a me stesso, che si celebra, si ricorda, si osanna e si festeggiano i nostri concittadini "morti per la patria" deponendo corone di fiori al suono di fanfare quando NON SI VOGLIONO concretamente, senza infingingimenti ed ipocrisia, onorare due giovani nostri concittadini strappati, nella seconda guerra mondiale, alle loro case, ai loro affetti tra cui quelli dei loro bambini appena nati e, infine, dopo atroci sofferenze per le ferite riportate nella "campagna di Russia", morti dentro un ospedale militare straniero?
Quei poveri resti, dopo quasi 50 anni, ritornarono fortunosamente nella loro città che gli tributò un grande onore. L'Amministrazione Geraci e il popolo tutto li accolse quali eroi, seppur involontari, i cui resti mortali diversamente da tanti altri milioni di morti, ritornarono in maniera fortunosa nella nostra e loro città perché i loro cari potessero portare un fiore sulle tombe.
I due giovani soldati, FERRO E SAVARINO, morirono in una guerra che non avevano cercato, voluto e che non gli apparteneva. I figli lasciati in tenera età oggi sono persone avanti negli anni i quali hanno espresso un semplice desiderio: che i loro genitori possano venire ricordati con una targa marmorea perché il sacrifico della loro vita si trasformi in memoria, monito per le nuove generazioni nei confronti delle guerre.
Si sono rivolti a più di un Sindaco, compreso Lo Biundo. Manifestazione di disponibilità.
Il nostro Partito, insieme al consigliere Vito Italiano, se ne é fatto carico.
L'ex Commissario Bonura aveva dato il suo assenso, l'ufficio dell'ing. Lo Grande aveva anche elaborato un bozzetto e chiesto un preventivo ad un artigiano locale.
Meno di mille euro il costo della targa.
Si indicò anche una data per la collocazione: il 4 novembre 2008 perche venissero ricordati insieme agli altri.
Ad oggi il Comune, quale giustificazione, adduce la mancanza di "fondi". Oggi, abbiamo inviato al Sindaco, tramite il Presidente del Consiglio comunale, una interrogazione sulla questione. Non risponderà, così come ha fatto fino ad oggi con le altre.
Cosa dire? Non si hanno parole per definire questa vicenda. E' proprio vero: all'ipocrisia non c'é limite. E ipocrisia significa "simulazione di buone qualità con il fine di ingannare".
E significa anche " fariseismo" e "cretineria".


Toti Costanzo

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