giovedì 4 settembre 2008

SPIGOLANDO n. 11: "MANCIANNI DU' TO', MANCIANNI, E DU' TO' SAZIATINNI!"

E' proprio vero. Noi siciliani difficilmente troviamo punti convergernza su questioni, quando queste si prestano ad una forte articolazione di giudizio. Al contrario, troviamo sempre i cosidetti "punti di divergenza".  L'ultima querelle, ad esempio, su Garibaldi ne é un conferma.
La domanda é: Garibaldi, eroe o massacratore?
Tuttavia siamo certi che siamo TUTTI assolutamente d'accordo su di una cosa sola: nel difendere il nostro dialetto che, senza esagerare, possiamo definire una vera e propria "lingua".Tant'é che qualche paio di decenni or sono la nostra Regione, addirittura, aveva accolto la proposta dell'allora gruppo parlamentare del PCI all'ARS, e sostenuta dal prof. Giovanni Ruffino allora Consigliere alla Provincia di Palermo per il Partito che anche lui da tempo ha lasciato, al fine di introdurre nella nostra scuola elementare lo studio "della lingua siciliana".
Poi, come per tante altre importanti cose, la questione finì e non se ne parlò più.
Chissà che Antonello il "nostro", commosso al limite dell'imbarazzo dai repetuti inchini e salamalecchi che gli arrivano da Partinico senza soluzione di continuità, non si commuova e nella qualtà di Assessore alla PI non se ne faccia carico! Sarebbe, finalmente, il primo atto concreto ed utile di una persona simpatica (vi ricordate quel "eh ,sdisanuratuuuuuuu!" indirizzato con bonarietà ed affetto verso Pino Maniaci?) che, con rispetto parlando, s'intende delle competenze a lui delegate come noi di astrologia o fisica nucleare.
Dunque, dicevamo della nostra lingua. Bellissima, colorita, dai suoni accattivanti, incisiva, efficace, sintetica quando vuole, oppure no. Ovviamente con tutte le varianti territoriali: il palermitano dei totucci, il catanese di Angelo Musco, l'agrigentino di Totò, l'alcamese del neo deputato regionale Ferrara. E cosi' via.
Perché facciamo riferimento al nostro dialetto? Perché per rendere con efficacia un concetto, a lui dobbiamo fare ricorso.
Facciamo un esempio. Oggi nella quotidiana lettura del Giornale di Sicilia abbiamo intercettato ben due pagine a colori (é vero,  mai nessun amministratore del passato era arrivato a tanto!), che saranno costate al Comune, o a chi per lui, "un futtiu di sordi" (in italiano si direbbe: saranno costate tanto. La stessa cosa é?). Che alla fine della lettura dei pezzi inseriti in quelle due pagine non firmate - per cui pensiamo scritte e passate al Giornale dagli stessi interessati o da chi per loro - lacrime copiose sgorgarono dai nostri occhi. Commossi, certo, non solo per la immagine del nostro Patrono che porta al collo un pesante ceppo che ti fà ricordare quella famosa frase di Totò in uno dei suoi tanti esilaranti film "Fratello ricordati che devi morire", ma soprattutto per la rappresentazione di quel poveraccio in catene come a voler dire "Fratelli amministratori, attenti, che in galera si và !" e che ti fa venire la pelle d'oca. Meglio, con tutto rispetto, la nostra Madonna del Ponte!
Per non dire del groppo alla gola che ci assalì nel leggere, sempre su quelle due pagine a colori con tanto di foto (ma perché non la foto del gruppo?) che siamo di fronte ad una "nuova generazione così come amano definirla i Partinicesi da quando é Sindaco Lo Biundo... che ha saputo coniugare l'amore per l'arte e gli spettacoli con la capacità e caparbietà....all'attenzione dei più deboli ed agli svantaggiati.... per uno slancio in avanti e per una nuova dimensione della città..un'occasione di divertimento ed aggregazione ..non soltanto ai giovani, ma anche ad intere famiglie, adulti, bambini ed anziani ..." E, perché no, anche la gatta? E quì, singhiozzi irrefrenabili.
Ora noi ci siamo arrovellati il cervello nel trovare, nel modo più sintetico e con le giuste parole, di dire una semplice cosa e cioé: "Come si traduce in italiano che tu pensi una cosa, tu la scrivi, tu la passi al Giornale, tu la fai pubblicare A PAGAMENTO dicendo di te stesso, delle cose che hai fatto o farai ?" Avete visto come é difficile sintetizzare?
Ecco, allora, la nostra lingua che ci viene in soccorso:"Mancianni du' tò, mancianni, e du' tò saziatinni". Che ne dite? Non é veramente sublime?

Sala Rossa

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